Paolo Ruffilli: Il poeta che risveglia la coscienza civile

Si fa il possibile/ per questa gente”/ ti dicono di noi,/ “per farla stare meglio:/ da bere e da mangiare/ piu` che sufficiente,/ e sonno quanto basta,/ le loro messe, i libri,/ ore di svago e di riposo.”/ Ma e` un altro, il nostro,/ differente stato/ inerte e doloroso.

Con questi versi che introducono “Le stanze del cielo” Paolo Ruffilli conduce il lettore nel territorio di un’antichissima paura: l’ossessione della perdita della propria liberta`.

Un’esperienza “carceraria” totalizzante, estrema e drammatica attraversa lo sguardo del poeta: “Grate e cancelli da ogni/ parte, intorno, tetri cortili/ dalle altissime mura.” Uno spazio angoscioso e angosciante con il quale l’io entra in relazione svelando un mondo “interno” ed “esterno” dal quale il lettore sembra di non poter piu` uscire.  

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Umberto Piersanti: il poeta della memoria

“Oggi, se ci fate caso, non ‘è un solo fiordaliso nei campi di grano. Ne ho trovati pochi sulle Cesane, in un campetto vicino a una casa e mi hanno dato il senso di un tempo antico… Attraverso i fiordalisi ho ricordato la mia infanzia e la casa nel fosso, che è alla base della mia poesia. Mi sono anche immaginato che la luce della stella che vediamo oggi in realtà ‘è partita’ qualche migliaio o milione di anni fa. Ecco, la luce di quella stella è come la luce dei miei bei campi, che fissa per sempre in cielo e tra gli alberi della terra, i protagonisti di questa mia antica vita.”

Il video dell’intervista

Piersanti, parliamo di questo suo libro: “L’albero delle nebbie”, uno dei suoi più riusciti. Di quale albero si tratta?

“L’albero delle nebbie è lo scotano un arbusto che viene dai Balcani e ha attecchito solamente nella provincia di Pesaro-Urbino.  Il suo colore rosso acceso è così forte che buca anche la nebbia. Metaforicamente anche la poesia che riesce a bucare le nebbie della vita.”

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