Luciano Ragozzino e Roberto Dossi: l’incisore e il poeta

Luciano Ragozzino e Roberto Dossi, li incontriamo nella ex Gelateria di Via Guinizelli, 14, a Milano. Ci mostrano il luogo dove hanno collocato il vecchio torchio tipografico rimesso in funzione per realizzare piccoli capolavori editoriali: ‘Il Ragazzo Innocuo” e i ‘Quaderni di Orfeo’ .

La macchina è collocata nei locali dove negli anni Quaranta vi era un`antica fabbrica di gelati, in un edificio a fianco della casa dove vive Luciano Ragozzino con la sua famiglia. Il macchinario, tecnicamente un tirabozze manuale, svizzero, di marca Fag, e’ stato utilizzato dai tipografi fino agli anni Sessanta per stampare le bozze dei libri prima di passarle alla stampa automatica.

Luciano Ragozzino, biologo-incisore-editore e Roberto Dossi, poeta-editore, sono, ai giorni d’oggi, ciò che furono nel Quattrocento Aldus Manucius (Aldo Manuzio) ritenuto il maggiore tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno, e Giambattista (Giovanni Battista) Bodoni che operò, invece, nel Settecento, anche lui incisore, tipografo e stampatore italiano.

Il confronto non è casuale, serve a rendere l’idea del lavoro che Ragozzino e Dossi svolgono da editori e incisori e non da meri stampatori .
Con i tipi de ‘Il Ragazzo Innocuo’ e i ‘Quaderni di Orfeo’ il libro torna ad essere un oggetto d’arte e da collezione. Basta dare un’occhiata al catalogo per trovare alcuni tra i nomi più significativi della poesia italiana e internazionale: Mario Benedetti, Anna Cascella Luciani, René Char, Maurizio Cucchi, Luciano Erba, Renzo Favaron, Lawrence Ferlinghetti, Franco Loi, Valerio Magrelli, Alda Merini, Giampiero Neri, Fabio Pusterla, Kenneth White, Silvio Ramat, Valentino Zeichen, e molti altri.

Interviste di Luigia Sorrentino

Luciano Ragozzino, perché ‘Il ragazzo Innocuo’?
Il Ragazzo Innocuo e` l`anagramma del mio nome e cognome, Luciano Ragozzino.

Dove ha trovato il tirabozze, il vecchio macchinario con il quale realizza i suoi progetti editoriali?
L’ho trovato in una vecchia tipografia. Era fermo da trent`anni e veniva utilizzato come piano d`appoggio per altri materiali. L’ho fatto restaurare da uno dei pochissimi artigiani che ancora operano su questi ‘piccoli dinosauri’ soprattutto per quanto riguarda i rulli inchiostratori che sono di gomma. Lo utilizzo da piu’ di cinque anni e funziona benissimo.

Qual è il procedimento di stampa?
Sul piano della macchina viene posizionato il testo da stampare composto con caratteri mobili, anche questi recuperati da tipografie in disuso. Una volta posizionata la carta nell`apposito alloggiamento, ogni foglio del libro viene stampato manualmente. Alla fine viene stampata anche la copertina. Poi tutti i fogli vengono messi insieme a comporre la plaquette e cuciti a mano.

Quanto tempo impiega per stampare una plaquette in 50 copie?
L`operazione completa di stampaggio della plaquette che difficilmente supera le 50-100 unita` comporta diversi giorni di lavoro, a volte mesi.

Come nasce il sodalizio con il poeta Roberto Dossi?
Nel 2003 su un progetto di Roberto per una pubblicazione su Rilke, inizia il sodalizio. A quel tempo lui mi chiese un’incisione ad acquaforte che accompagnasse la pubblicazione di questa traduzione originale fatta da Dario Borso, ‘Requiem per un’amica’, di Rainer Maria Rilke, scritto dal poeta a Parigi subito dopo la scomparsa dell’amica pittrice Paula Becker.
Questo e’ stato il primo libretto che abbiamo stampato insieme con il logo ‘Quaderni di Orfeo’ che sono poi diventate le edizioni di Roberto Dossi.

Quante sono le edizioni che invece lei cura per ‘Il Ragazzo Innocuo’?
Le collane sono due: Scripsit/Sculpsit e Sculpsit/Scriptis. Per la collana Scripsit/Sculpsit sia il testo sia l’immagine sono eseguite direttamente dall’autore. Il poeta si cimenta quindi, spesso per la prima volta, anche con l’incisione utilizzando un kit apposito preparato da me, costituito da una lastrina di rame o zinco incerata e da una punta con la quale eseguire il disegno sulla cera. Il disegno sulla cera fatto dal poeta e’ l’operazione preliminare e creativa per poter eseguire l’ acidatura della lastra tipica della tecnica dell’acquaforte.
Il carattere usato e’ principalmente Garamond o Bodoni, ma vengono utilizzati anche altri caratteri, impresso su carta Hahnemuhle, una carta tedesca molto preziosa. Sia il testo, sia l’acquaforte vengono stampati a mano da me con i torchi dell’ex Gelateria di Via Guinizelli, 14 per i tipi de ‘Il Ragazzo Innocuo’ e stampati in 55 copie (massimo 77) numerate e firmate dall’autore.

L’acquaforte realizzata dal poeta rende unica nel suo genere la collana Scripsit/Sculpsit perché l’immagine impressa dall’autore con l’acquaforte, quindi con un disegno proprio, è espressione della sua poesia.
Cosa accade, invece, nella collana Sculpsit/Scripsit?
Per la collana Sculpsit/Scripsit il logo viene rovesciato.
Si parte dall’incisione per poi adattare i testi dell’autore all’incisione stessa. Il procedimento è praticamente inverso: in questo caso e` un incisore esperto nella tecnica dell`immagine che si cimenta nella prova d`autore accompagnando alle proprie immagini un testo scritto. Artisti come gli scultori Stefano Torrini, e Giacomo Benevelli, o Piermario Dorigatti, Luiso Sturla, Alberto Rebori, che hanno realizzato per la collana Scilpsit/Scripsit le incisioni, sono artisti che conoscono bene questo tipo di tecnica.

Oltre a queste due edizioni, ‘Il Ragazzo Innocuo’ produce anche dei Fuori Collana in cui e’ lei stesso a cimentarsi nell’incisione…
Si. Come quello realizzato con il poeta Maurizio Cucchi ‘L’ultima volta che vidi Parigi’ con due poesie di Cucchi inedite e un ritratto all’acquaforte del poeta eseguito da me. O quello con Franco Loi, ‘Scultà’… anche questo caso, le poesie di Loi sono completate da un ritratto eseguito da me.

Roberto Dossi, come e’ avvenuta la trasformazione: da poeta a poeta-editore?
Da giovane ho lavorato per qualche anno come fabbro. Poi, nel 1993, l’incontro con Gian Carlo Bulli, Alberto Casiraghi e Alda Merini, ha segnato la scelta di dedicarmi interamente alla poesia. Ho deciso, quindi, di seguire le orme di “migliori fabbri”, scegliendo di vivere del lavoro poetico. Fondamentale l’incontro nel 2003 con l’incisore e stampatore de ‘Il Ragazzo Innocuo’, Luciano Ragozzino, che per primo mi ha dato la possibilità di iniziare realmente a fare l’editore facendomi stampare il primo numero dei ‘Quaderni di Orfeo’. Grazie a lui ho compreso il grande lavoro che sta dentro un libro, imparando a stampare a mano con la sua vecchia macchina tipografica Fag a caratteri mobili da lui amorevolmente custodita nella Stamperia dell’ex Gelateria di via Guinizzeli, 14 a Milano, dove già erano nate le edizioni de ‘Il Ragazzo Innocuo.’

Un altro incontro fondamentale per lei è stata la poesia di Rilke…  

Ho dedicato a Rilke il mio primo Quaderno: ‘Requiem per un’amica’. Rilke è uno dei più grandi poeti di tutti i tempi. Mi ha fatto venire il desiderio e la volontà di donare ad altri poeti l’emozione di vedere le loro opere pubblicate in un lavoro che portasse ancora con sé la lentezza di vivere il libro e di osservarlo nascere, giorno per giorno. Desiderio e volontà resi possibili dall’uso della stampa a caratteri mobili, ancora intrisa della memoria di Johannes Gutenberg, ancora profumata dell’aria che si respirava a Magonza nel 1454 quando la parola degli uomini fu destinata a cambiare per sempre. Da quel primo Quaderno dedicato a Rilke, ne sono stati editi fino ad oggi, 99, divisi in cinque collane.                                                                                                      
Quali caratteristiche devono avere i poeti dei ‘Quaderni’?
La scelta viene effettuata da me o dal mio collaboratore, Marco Rota. Dopo un’attenta lettura decidiamo di pubblicare dei testi di autori che noi amiamo molto, soprattutto in alcune collane dei ‘Quaderni’, come è successo per Rilke o Holderlin. Nella scelta dei testi, comunque, di qualsiasi autore si tratti, prevale, quasi sempre, la forma del Poemetto, del poema di piccole dimensioni, o piccole raccolte di poesie. In alcuni casi ‘Quaderni’ si apre ad altre avventure, ad esempio, a pubblicazioni che si compongono anche di una sola parola.

Come le e` cambiata la vita diventando un poeta-editore?
La vita e` migliorata perche` ho fatto cio` che desideravo davvero… Sia io, sia Luciano, facciamo cio` in cui crediamo davvero.

Come vengono stampati i ‘Quaderni’?
I ‘Quaderni’ vengono stampati a mano con caratteri mobili, Garamond, Bodoni, su diversi tipi di carte, Hahnemühle, Magnani, Alcantara, Arches, con copertine colorate, o stampate con linoleum. I ‘Quaderni’, vengono poi riordinati in cofanetti e ognuno di loro è un ‘nuovo progetto nel progetto’, accompagnati dalla mano di artisti con opere originali, disegni, incisioni, sculture tutti numerati e firmati nel colophon dagli autori, in una tiratura limitata.

Di quante collane si compongono?
Le edizioni dei ‘Quaderni di Orfeo’ di si compongono di cinque collane: ‘Euridice’, ‘Assolo’, ‘Ottavo’: una collana che comprende poesie inedite di autori contemporanei come, ad esempio, quella realizzata con Valerio Magrelli, ‘La seduta’, con chine originali di Max Marra e testi inediti di Magrelli stampati a mano in 150 esemplari numerati. Poi la collana ‘Quadernetto’ e ‘Quaderni’ con testi di poesia in tiratura limitata, prodotti in massimo 77 copie, corredati da incisioni o con interventi originali di grandi artisti contemporanei come ad esempio quelli di Emilio Isgrò: ‘Ho cancellato l’incancellabile’ e Azuma Kemjro, ‘La forma del vuoto’.
‘Libri oggetto’, invece, e` un`altra collana dei ‘Quaderni di Orfeo’ che sta nascendo proprio in questi giorni, e consiste in libri messi in scatole di legno a comporre un’ altra edizione e un altro libro.

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