Tu lasciami essere uno stelo

La diagonale / libreria di Roma di Luca Bellocchi nell’ambito della mostra di Giosetta Fioroni Fogli in forma di libri ed altre carte per Paul Celan presenta Tu lasciami essere uno stelocinque incontri di poesia a cura del critico Fabrizio Fantoni, con Luigia Sorrentino, Valentino Zeichen, Elio Pecora, Emilio Zucchi e Jacopo Ricciardi. Ogni serata porta il titolo di un testo di Celan e di un’opera della Fioroni esposta in libreria.

Scrive Giosetta Fioroni: “Per queste mie esili opere (fogli piegati in forma di libro) ispirati volta a volta a un solo verso, a più versi, o al titolo di una raccolta, ho adoperato una serie di elementi tutti riconoscibili nella loro fisicità, legno, specchio, piume, sassi, capelli (veri), aghi di porcospino, ecc. ecc. Un approccio, oltre l’idea di leggere, di decifrare, nel tentativo di avvicinarsi, di…”andare”, toccare, stabilire un intimo contatto.”

La mostra, Fogli in forma di libri ed altre carte per Paul Celan , inaugurata mercoledì 24 novembre alla diagonale/Libreria, sarà allestita sino al 15 gennaio 2011.


Programma
mercoledi 1 dicembre ore 18:30
“La rosa di Nessuno” con Luigia Sorrentino

mercoledi 8 dicembre ore 18:30
“Marchio di Fuoco” con Valentino Zeichen

mercoledi I5 dicembre ore I8:30
“Filamenti di sole” con Elio Pecora

venerdi 17 dicembre ore 20:00
“Pavavero e memoria” con Emilio Zucchi

mercoledi 22 dicembre ore 18:30
Microliti” con Jacopo Ricciardi

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Elio Pecora

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Luigia Sorrentino 

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Valentino Zeichen

Emilio Zucchi
 
 
 

 



Jacopo Ricciardi

 

 

 

 

 

 

 

la diagonale / libreria
Via dei Chiavari 75
00186 Roma
tel. 0645432226 – 3334559125

info@ladiagonale

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Valentino Zeichen, Aforismi d’autunno

Con il suo nuovo libro “Aforismi d’autunno” (Fazi Editore, 2010) Valentino Zeichen sperimenta un genere nuovo, interamente formato da sostanza e pensiero, e da lui stesso definito “intelligente”. Un libro composto pensando ai cambi di colore della natura in autunno, come metafora di una condizione esistenziale. Zeichen unisce alla profondità di un Karl Kraus l’eleganza di un Oscar Wilde nonché la raffinata leggerezza di Ennio Flaiano. Sono infatti questi i principali modelli di riferimento per la raccolta nonché maestri nell’arte di scrivere aforismi, forma per eccellenza di “intelligenza organizzata”. 

Zeichen ragionando unicamente di ciò in cui crede e di ciò che pensa, arriva a un concentrato di parole che appaiono rimescolate in base a una chimica sofisticata che coinvolge prima di tutto la lingua: icastica, spesso oscura, talvolta più limpida, che ogni volta si esprime lasciando fuori i sentimenti. Il risultato è una sorta di ‘autoritratto intellettuale’ in cui è esplicitato il punto di vista dell’autore su temi quali il tempo come inganno, la letteratura come ispirazione, l’inevitabile passaggio delle stagioni. Tante le citazioni presenti fra le pagine e tanta l’autoironia per un’opera caratterizzata da uno stile improntato alla concisione e all’arguzia. Con questo libro, Valentino Zeichen dà prova di grande eclettismo: accanto a testi brevi, composti in un periodo precedente, ci sono testi più lunghi, altri persino narrativi per un piccolo compendio di poetica saggezza.



Valentino Zeichen
è nato a Fiume ma vive a Roma. Dal 1974, anno della prima raccolta di poesie, ha pubblicato diversi libri fra cui Ricreazione (1979), Tana per tutti (1983), Museo interiore (1987), Gibilterra (1991), Metafisica tascabile (1997) e Neomarziale (2006). Un’antologia di tutte le poesie è apparsa negli Oscar Mondadori. Per la Fazi, nel 2000, ha pubblicato Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio, raccolta completa di DVD.

da “Aforismi d’autunno” di Valentino Zeichen

20
Sono vissuto nei secoli
di due differenti millenni
eppure sono morto.

21
Gli anni sono come docili
cavalli al pascolo
la cui indolenza ci rassicura,
quando partono all’improvviso
al galoppo numerico.

22
Il tempo è un soggetto senza “oggetto”,
perciò la gioventù non lo considera
essendogli, al momento, creditrice.

www.fazieditore.it

L’estrema funzione, di Walter Pedullà

Mercoledì 24 novembre alle 18.00 alla Casa delle Letterature di Roma presentazione del libro “L’estrema funzione. La letteratura degli anni settanta svela i propri segreti” di Walter Pedullà (Edizioni Le Lettere € 35.00).

Interventi di: Franco Cordelli, Andrea Cortellessa e Raffaele Manica.

Sarà presente l’autore.

Casa delle letterature, piazza dell’Orologio, 3 – Roma

www.casadelleletterature.it

www.lelettere.it

“Rito sonoro”, Mariangela Gualtieri

‘Bestia di gioia’ è il titolo dell’ultima raccolta di versi di Mariangela Gualtieri, pubblicata da Einaudi, ed è dalle poesie di questo libro che prende il via quello che la Gualtieri chiama un “rito sonoro”.
La tessitura si basa su un filo lirico, nel quale la natura e le potenze arcaiche della natura sono in primo piano.
“Ciò che non muta/ io canto/ la nuvola, la cima, il gambo/…il coraggio dell’animale nella tana/ quando gli esce il nato fra le zampe…”, senza paura vengono cantate le cose più semplici, con l’intento di riportarle alla loro misteriosa, antica potenza.
Accanto a questo lirismo si osa a tratti un noi accorato, straziato, rotto o severo, esortativo, secondo lo spirito epico delle più vive opere da lei scritte per il Teatro Valdoca.

 

E’ venuto un sonno benedetto
e mi ha stretto nel suo respiro
mollato. Mi ha condotto
insieme a tutti i dormienti
nel posto di buio immacolato.
Come dormivo bene
questa notte! come ristorato
il corpo ride al normale mattino
che a me pare un tale paradiso.
Per questa gioia
è valso non dormire.

Da “Sponde degli insonni” di Mariangela Gualtieri

Programma di Mariangela Gualtieri

4 dicembre 2010
Rassegna “Poesia in città”
presso Teatrino Santuccio -Varese
ingresso gratuito

Bestia di Gioia
lettura di Mariangela Gualtieri

21 dicembre 2010
presso Circolo dei Lettori – Torino (TO)
ingresso gratuito

Verso Caino
incontro con Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri

Lettura di versi e riflessioni intorno al “Caino” scritto da Mariangela Gualtieri per il Teatro Valdoca: i molti temi incontrati, il mistero intuito, il lavoro con gli attori, i vacillamenti, le attese, le guide.
Da tutto questo ha preso vita lo spettacolo omonimo diretto da Cesare Ronconi, al debutto in prima assoluta dal 13 al 16 gennaio 2011 alle Fonderie Limone di Moncalieri – Torino. Il testo – di cui lo spettacolo- è l’ultima opera di Mariangela Gualtieri, in libreria dal 18 gennaio 2011 nella Collana di teatro Einaudi.

Giosetta Fioroni, per Paul Celan


Alla diagonale / libreria in Roma, Fogli in forma di libri e altre Carte dedicate a Paul Celan, una mostra di Giosetta Fioroni dedicata al grande poeta nato in Romania nel 1920 e morto a Parigi nel 1970, forse il maggior poeta in lingua tedesca del XX° secolo. Le opere esposte sono sette libri d’artista e 4 tavole su Carta realizzate a mano.

Per queste mie esili opere (fogli piegati in forma di libro) ispirati volta a volta a un solo verso, a più versi, o al titolo di una raccolta, ho adoperato, dunque, una serie di elementi tutti riconoscibili nella loro fisicità, legno, specchio, piume, sassi, capelli (veri), aghi di porcospino, ecc. ecc. Un approccio, oltre l’idea di leggere, di decifrare, nel tentativo di avvicinarsi, di…”andare”, toccare, stabilire un intimo contatto.”
Giosetta Fioroni

 

Alternando la chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia le cose taciute.
A seconda del sangue che ti sgorga
dall’ occhio, bocca ed orecchio
diversa è la tua chiave.

Diversa è la tua chiave, diversa la parola
cui è concesso volteggiare con i fiocchi.
A seconda del vento che ti spinge via
s’aggruma attorno alla parola la neve.

Da “Di soglia in soglia” di Paul Celan

Mit wechselndem Schlüssel
schließt du das Haus auf, darin
der Schnee des Verschwiegenen treibt.
Je nach dem Blut, das dir quillt
aus Aug oder Mund oder Ohr,
wechselt dein Schlüssel.

Wechselt dein Schlüssel, wechselt das Wort,
das treiben darf mit den Flocken.
Je nach dem Wind, der dich fortstößt,
ballt um das Wort sich der Schnee.

 

 
“Paul Celan (nato a Czernowitz, Bucovina, Romania nel 1920 e morto a Parigi suicida nel 1970) è stato forse il maggior poeta in lingua tedesca del XX secolo.
L’amica Ilana Shmueli, incontrata e prediletta negli ultimi tempi della vita a Gerusalemme, ha ben definita la lingua poetica di Celan: “…il suo tedesco incantato, arbitrario, che infrange ogni limite…”.
Figlio unico di una famiglia ebrea, trascorse la giovinezza sotto l’influenza della madre che parla tedesco e lo introduce a poeti come Hölderlin e Rilke. Nel ’42 i genitori furono deportati e uccisi dai nazisti.
Celan si rifugia a Vienna nel ’47, fuggendo dalla Romania; lì il 16 maggio del ’48 incontra Ingeborg Bachmann con la quale ebbe un travagliato amore…poi trasformato in sodalizio. Sempre nel ’48 si trasferisce a Parigi e conosce Gisele Lestrange, che si dedica all’incisione e appartiene ad una antica famiglia francese, nobile e cattolica. Si sposeranno nel dicembre del ’52. Avranno un primo figlio François, morto prematuramente e, nel ’55, Eric. Conosce poeti e scrittori francesi tra i quali Yves Bonnefoy, Henry Michaux, Jacques Dupin, André du Bouchet ma, gli amici più importanti rimangono Ingeborg Bachmann, Nelly Sachs, Franz Wurm, Jenn Bollack, Klaus Demus e Peter Szondi…suoi interlocutori nel discorso sulla poesia.
Negli anni francesci, la totale dedizione alla lingua tedesca, che non abbandonerà mai, lentamente promuove un suo costante patologico isolamento.
Alla fine del ’62 ha un primo ricovero in una clinica psichiatrica. Un secondo, nel ’65, dopo uno scontro violento con la moglie seguito da un ricovero coatto in diverse cliniche. E, ancora nel ’67, aggressione alla moglie e tentato suicidio; Gisele Lestrange chiede, nello stesso anno, la separazione.
Nell’ottobre del ’69 fa un viaggio in Israele, dove incontra Ilana Shmueli, un’amica dell’adolescenza a Czernowitz. Si rinnova un’amicizia e nasce un legame amoroso che durerà fino alla fine-prossima della sua vita.
Vent’anni dopo, Ilana scrive la storia di quei 17 giorni a Gerusalemme insieme a Paul Celan in un bellissimo libro ora tradotto in italiano (Quodlibet, Ilana Shmueli, “Di’ che Gerusalemme è. Su Paul Celan: ottobre 1969-aprile 1970″). Durante questo soggiorno, Celan intravede la possibilità di un cambiamento di vita ma, il ritorno a Parigi, lo immerge di nuovo nella dolorosa Malattia.
Sembra che solo…scrivere poesia, lo tenga ancora in vita.
Il 12 aprile del ’70 scrive un’ultima lettera con una poesia a Ilana Shmueli, la quale percependo…”…l’intensità e insieme la non usuale formalità della lettera…” parte, troppo tardi, per Parigi.
Circa il 20 aprile Paul Celan si getta dal ponte Mirabeau nell’acqua della Senna.
Il fiume restituisce il suo corpo il 1° maggio.”

(di Giosetta Fioroni)

Opere di Paul Celan
Mohn und Gedächtnis Papavero e memoria 1952
Von Schwelle zu Schwelle Di soglia in soglia 1955
Sprachgitter Grata di parole 1959
Die Niemandsrose La rosa di nessuno 1963
Atemwende Svolta del respiro 1967
Fadensonnen Filamenti di sole 1968
Lichtzwang Luce coatta 1970 postumo
Schneepart Parte di neve 1971 postumo
Zeitgehöft Dimora del tempo 1976 postumo

Le fonti che hanno accompagnato Giosetta Fioroni, nel tempo e durante l’estensione delle tavole dedicate a Paul Celan nel 2010, sono:
• 2008, “Paul Celan, Poesie”, Meridiano Mondadori, cura e con un saggio di Giuseppe Bevilacqua (Questa introduzione, come pure le traduzioni delle poesie, rimangono fondamentali per la conoscenza dell’opera e della vita del poeta. L’insieme ha andamento critico…ma anche narrativo, tanto che sembra di leggere un meraviglioso romanzo).
• 2002, “Di’ che Gerusalemme è. Su Paul Celan: ottobre 1969-aprile 1970”, Quodlibet, di Ilana Shmueli (Un racconto appassionante dei giorni passati da Paul Celan in Israele).
• 2005, “Vita a Fronte”, Quodlibet Studio, saggio su Paul Celan di Camilla Miglio (Un importante saggio di grande introspezione del poeta).
• 1976, “Paul Celan POESIE”, Lo specchio di Mondadori, a cura di Moshe Kahn e Marcella Bagnasco.
• 2010, “Ingeborg Bachmann, Paul Celan. Troviamo le parole. Lettere 1948-1973”, Nottetempo (Edizione italiana a cura di Francesco Maione).
• 2010, “Oscurato”, Einaudi, a cura di Dario Borso, con un saggio di Giorgio Orelli.
• 2001, “Letture Celaniane”, Le Lettere, di Giuseppe Bevilacqua.

Giosetta Fioroni nasce a Roma, dove vive e lavora attualmente, da una famiglia di artisti. Allieva di Toti Scialoja all’Accademia di Belle Arti della capitale, è l’unica donna a far parte della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, insieme ad artisti come Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli. Nel 1956 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia.
Ha collaborato inoltre con numerosi scrittori italiani, illustrandone i libri, pubblicato poesie, memorie, fiabe e raccolte di immagini. Le sue opere sono nei principali musei italiani.

La mostra si inaugura mercoledì 24 novembre (ore 18.30) presso la diagonale/Libreria dove sarà allestita sino al 15 gennaio 2011.

la diagonale / libreria
Via dei Chiavari 75
00186 Roma
tel. 0645432226 – 3334559125
info@ladiagonale
www.ladiagonale.it

Orari: martedì – sabato 11-13 15-20