“Caino”, di Mariangela Gualtieri

Sarà in scena al teatro Palladium di Roma il 10, 11, 12 febbraio 2011 (alle ore 20.30) e il 13 febbraio (alle ore 17.00) “Caino. Il buio era me stesso” di Mariangela Gualtieri, per la regia di Cesare Ronconi.
Il libro, con il testo scritto, è appena uscito (gennaio 2011) nella Collezione di Teatro Einaudi (10 euro).
E, proprio in realazione al testo, la Gualtieri precisa: “Mi sono tenuta a una certa distanza dalla pagina biblica, lontana da qualunque tentativo esegetico, attratta piuttosto dal silenzio che regna intorno alla figura di Caino e dalla potenza di questa icona: si staglia solissimo in un deserto abbagliante, a muso duro, con un fratricidio che pesa sulle spalle, la maledizione della terra, la lontananza dal volto della divinità. E poi eccolo dare inizio, con la costruzione della prima città, alle nere arti della tecnologia rese nere più che altro dallo smarrimento dell’etica che non ha seguito l’immenso sviluppo tecnico. […]
L’enigma del male, il mysterium iniquitatis, è un fondale che non possiamo non indagare, anche se non siamo capaci dell’immensa apnea che richiede. Questo è il mio primo tentativo, ancora impregnato dell’ombra che ho cercato di attraversare, colpita dalla reticenza di questo tema ad avere una parola definitiva. Non la si potrà mai pronunciare, per fortuna. Nessuno la possiede per intero: chi ha creduto di possederla ha troppo spesso seminato dolore. Io ho potuto solo balbettare.” 

Nella tradizione biblica Caino è stato il primo a nascere da una donna, il primo a uccidere, il primo a essere marchiato a vista, il primo dannato per l’eternità, il primo a fondare una città: ultima creazione della Compagnia del Teatro Valdoca, “Caino” esplora una delle figure simbolo della cultura occidentale. La produzione sulla quale la Compagnia è impegnata da tempo, è diretta da Cesare Ronconi e scritta da Mariangela Gualtieri. Il testo inquadra come “Caino in modo quasi profetico somigli proprio a noi, uomini e donne di questo tempo. Come lui siamo andati lontanissimo dalla terra feconda, dal volto di Dio, e ora anche l’idea di avere ‘un prossimo’ si va sempre più scolorendo”.

Cesare Ronconi, tra i fondatori di Valdoca, propone una lettura registica che sovrappone diversi piani di racconto, moltiplicando i punti di vista di una storia narrata anche nel Corano e che è stata ripresa dagli scrittori di ogni tempo.

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Francesco Napoli, “Poesia presente”

Francesco Napoli ci presenta una nuova antologia della poesia contemporanea, dal titolo “Poesia Presente” Raffaelli Editore 2011 (euro 18,00) . Un libro che oltre a percorrere e analizzare gli ultimi decenni della poesia italiana contemporanea dal 1975 al 2010, indaga, preliminarmente, alcune domande: “A quando far risalire l’inizio del Novecento? A quando una sua eventuale fine? […]” Come spiega Francesco Napoli, “il ‘vuoto letterario’, di cui parla nella rivista Nuovi Orizzonti Pasolini (1971), aprì gli anni Settanta, segnati da una Koiné letteraria e linguistica: la ripresa dell’allegoria, l’allargamento ad altre aree, soprattutto a quella anglofona, e la rottura con la Neoavanguardia. […] L’ingresso degli anni Ottanta ha mosso invece i temi del neo-volgare, ‘dell’interdialettalità della lingua’, e della necessità di assorbire la prosa nella poesia […] Lo sguardo va poi agli anni Novanta, visti come un periodo poetante nell’Essere, rivolto al mondo e al trascendente, fino a toccare le soglie del nostro tempo dove i poeti appaiono un’espressione fertile e in costante evoluzione: una presenza attiva.”

Gli autori di “Poesia Presente” sono: per gli anni Settanta Umberto Piersanti (1941), Giuseppe Conte (1945), Maurizio Cucchi (1945), Patrizia Cavalli (1947), Cesare Viviani (1947), Milo De Angelis (1951), Mario Sant’Agostini (1951), Roberto Mussapi (1952), Giancarlo Pontiggia (1952), Gianni D’Elia (1953), Valerio Magrelli (1957). Per gli anni Ottanta Eugenio De Signoribus (1947), Loretto Rafanelli (1948), Rosita Copioli (1948), Roberto Carifi (1948), Umberto Fiori (1949), Tiziano Broggiato (1953), Giovanna Sicari (1954-2003), Giancarlo Cavallo (1955), Alessandro Ceni (1957). Per gli anni Novanta Mario Benedetti (1955), Franco Marcoaldi (1955), Antonella Anedda (1958), Gianfranco Lauretano (1962), Antonio Riccardi (1962), Massimo Morasso (1964), Davide Rondoni (1964).

Francesco Napoli poi fa riferamento ai poeti che sono “Alle soglie” del nuovo secolo, il Duemila e scrive: […] “Si può dire che la situazione non è ‘definitivamente terminale’ nè di ‘momentanea sospensione’  per adottare una formula di Stefano Giovanardi. Piuttosto appare come una fertile espressione, in costante evoluzione, una presenza attiva. Cosa potrà restare di questi ultimi, […] certo non è dato sapere, ma che resterà qualcosa è sicuro. Non penso che svanirà nel nulla: il dover cantare la vita nella sua totalità di Gabriel Del Sarto (1972); la fresca e incisiva dicitura di Mario Fresa (1973); la riuscita e equilibrata inclinazione al poema storico-epico di Alessandro Rivali (1977); la ‘lingua attenta, stupita (…) come un prodigio’ di Alberto Pellegatta (1978); o slanci e rifiuti, grida e richiami di Vladimiro Cislaghi (1970); la riuscita distensione poematica di Gabriela Fantato (1960); il già fermo e ben costrutto poetare di Luigia Sorrentino; la ricerca dell’equilibrio possibile tra ‘i pensieri di dio’ e ‘quelli degli uomini’ di Anna Buoninsegni; la riflessione in versi sulla relazione tra l’io e il ‘tu-Padre’ di Adele Desideri; l’energia dei versi di Francesca Serragnoli (1972).”

Francesco Napoli (1959), è critico letterario, consulente editoriale e giornalista, ha pubblicato numerosi saggi sulla poesia italiana contemporanea in riviste specializzate quali “Prospettive Settanta”, “Otto e Novecento”, “ClanDestino”, “Atelier” e “Poesia” e in volume ha curato per Leonardo Editore “Milano racconta”, “Napoli racconta” (1993) e “Milano visione” (1997). Per Alfredo Guida Editore il volume “Viaggio nel mezzogiorno” di Giuseppe Ungaretti (1995). Per Jaca Book l’antologia “Poesie di Alfonso Gatto” (1998). Ha pubblicato, sempre per Jaca Book, il volume di conversazioni critiche sui poeti contemporanei “Novecento prossimo venturo” (2005).

www.raffaellieditore.com

Opere Inedite, Monica Martinelli

Monica Martinelli ci detta “a cuore aperto” le modalità del suo “fare poesia”: “un rapporto fatto di pieni e di vuoti, in quanto ‘scatta’ per riempire un vuoto, una mancanza; così la poesia si sostituisce a me, mi subentra o agisce, a mia insaputa.” Come Monica dice, la sua poesia nasce da una mancanza,  da qualcosa che, anche se non c’è, vuole disperatamente esserci. Ed è a questo punto che, a seconda dei casi, la sua poesia assume la forma di ciò che deve essere ‘riempito’ – la poesia svuota ed è svuotata – o di ciò che deve essere ‘svuotato’ – la poesia riempie ed è riempita. Ecco che Monica ci dice: “C’è quando io non ci sono, oppure quando mi sottraggo.” Per Monica la poesia diventa, in qualche modo, un rapporto insiemistico, che aggiunge e, insieme, toglie. Poi Monica dice: “la poesia è soprattutto una trasmissione e uno scambio di emozioni con chi legge. Ed è un risultato concreto, perché è qualcosa che resta, per chi viene dopo.” Continua a leggere

Maurizio Cucchi, “Cronache di poesia del Novecento”

“Cronache di poesia del Novecento” a cura di Valeria Poggi, è l’ultima pubblicazione del poeta Maurizio Cucchi (Gaffi Editore, euro 18,00).
Si tratta di un libro che raccoglie per la prima volta in un unico volume, saggi, introduzioni, “ritratti” e recensioni scritte da uno dei più noti poeti italiani del Novecento. Un lavoro iniziato dal giovanissimo Maurizio Cucchi negli anni Settanta fino ad arrivare ai giorni nostri. Nel corso di quasi quarant’anni Cucchi ha studiato e scritto di poesia forse più di ogni altro autore della sua generazione – e di questo gli siamo grati – pubblicando saggi in riviste letterarie, accademiche o militanti, introducendo opere di autori di generazioni e tendenze diverse. Molte le sue recensioni uscite su vari quotidiani e settimanali: La Stampa, Belfagor, L’Unità, Panorama, QN, Linus, Il Giornale, Paragone, (solo per citarne alcune).

In “Cronache di poesia del Novecento” viene raccolta per la prima volta un’ampia scelta dei suoi interventi che coinvolgono i protagonisti italiani del Novecento: Bertolucci, Caproni, Sereni, Luzi, ma anche grandi figure del secolo, come Saba, Ungaretti, Rebora.
Spiccano, dal resoconto di Cucchi anche figure di primissimo piano del secondo Novecento, come quella di Zanzotto, Raboni e Risi, per proseguire con la scoperta di poeti giovani come Umberto Fiori, Giuseppe Piccoli, Antonio Riccardi e la rilettura di autori celebri come Umberto Bellintani, Giancarlo Majorino, senza dimenticare gli “identikit” di Milo De Angelis, Valentino Zeichen e Giovanni Giudici.

Presentazione a Milano
La prima presentazione di “Cronache di poesia del Novecento” sarà a Milano, giovedì 10 febbraio 2011, ore 21:00 alla Casa della Poesia – Palazzina Liberty, Largo marinai d’Italia 1. La serata è a cura di Giancarlo Majorino.
Intervengono: Maurizio Cucchi, Giancarlo Majorino, Amos Mattio, Valeria Poggi e Antonio Riccardi.

www.lacasadellapoesia.com