Oggi, a Opere Inedite, leggiamo la poesia di Marina Pizzi.
Credo che questa foto esprima tutta la poesia di Marina. Le avevo infatti chiesto di inviarmi una foto che la rappresentasse, che rappresentasse il suo rapporto con la poesia. E questa è la foto che Marina ha scelto e mi ha inviato.
A guardarla, Marina sembra lontana, quasi in secondo piano rispetto a ciò che la circonda. Eppure in quello stesso spazio Marina è immersa, e da quello spazio Marina “parla” del rapporto con la sua poesia.
Sembra quindi, a chi vi scrive, che il suo ‘io poetico’ si ponga in una sorta di “tana” della parola, una tana che la circonda e l’abbraccia, che la sovrasta, anche, la fa piccola, lontana.
La sua è una voce che – per usare una sua espressione – arriva dalla “galassia del distacco”, e piange “la rotta di non saper la rotta/ né la perfetta eresia del vento.”
(Luigia Sorrentino) Continua a leggere