Opere Inedite, Vladimir D’Amora

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino
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Vladimir D’Amora ha 36 anni, napoletano mi scrive, “Non amo Napoli, e non solo perché la pizza è ormai di gomma”. Si definisce indeciso tra Cruyff e Maradona ‘separato’ mi scrive “vendo quelle scritture la cui morte è fantasma, ancora”.
Vladimir l’ho conosciuto a Napoli, nel 1986. Ero amica dei suoi genitori Paola e Pino, prematuramente scomparsi a distanza di pochi anni l’uno dall’altra. Loro sì, inseparabili.  Per Vladimir e suo fratello, ‘due bei lutti’ dai quali credo, sia davvero difficile ‘separarsi’.  Vladimir mi descrive quei corpi : “come corpi morti di animali, intrattabili, col coro di sfibranti mormorii e martello.” E poi aggiunge: “Convivo, ora, con una femmina ossuta, di quella distonia che sì giova al feticismo erotico, ed un fratello camuso e quasi ventenne e bello come i gelati. Quando guadagno, mangio e bevo e leggo, il vino nero, chiuso, sincero. Ma vendo parole, operazioni di parole, spiritica verticalità, con un pizzetto indecente, terso e rado.
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