Le sonate a Kreutzer e La primavera di Beethoven

Primo appuntamento dell’anno con l’Accademia Filarmonica Romana giovedì 19 gennaio al Teatro Argentina alle 21:15 con due protagonisti contemporanei: la violinista Sonig Tchakerian (nella foto con il suo prezioso violino di Gennaro Gagliano, costruito a Napoli nel 1760) e il pianista Roberto Prosseda, che proseguono il ciclo dedicato alle Sonate di Beethoven per violino e pianoforte con una novità – in prima assoluta -commissione della Filarmonica Romana: “Erbario spontaneo veneziano” di Claudio Ambrosini, vincitore del Premio Abbiati 2010.
Il concerto sarà registrato da Rai-Radio3 e sarà preceduto nel foyer del Teatro alle 20:45 dall’incontro degli artisti con il pubblico, coordinato da Sandro Cappelletto, direttore artistico della Filarmonica. I due musicisti affrontano in questo concerto le più celebri sonate per violino e pianoforte di Beethoven e forse le più famose di tutta la letteratura scritta per questa formazione cameristica. Continua a leggere

Ol’ga Sedakova, nella traduzione di Francesca Chessa

La traduzione di poesia: Ol’ga Sedakova
a cura di Luigia Sorrentino

Ol’ga Sedakova è nata a Mosca nel 1949. Si è laureata in Lettere all’Università Statale di Mosca (MGU) e all’Istituto di Studi Slavi e Baltici nel 1983. E’ poeta, filologa, traduttrice, saggista e dottoressa di teologia honoris causa. Vive a Mosca. La raccolta delle sue opere in due volumi è stata pubblicata a Mosca nel 2001, nell’edizione russa En Ef K’ju/Tu Print: (O. Sedakova, Proza, Stichi, Moskva, 2001, voll. I-II.). Il primo volume, dedicato all’opera in versi, comprende cinquecento pagine di poesie. Il secondo volume, dedicato alla prosa, si apre con un racconto autobiografico (già tradotto in Francia), che riassume e annuncia tutta l’attività letteraria della Sedakova: Pochvala poezii (Elogio della poesia). Il testo diffuso alla fine degli anni ottanta tra i lettori di Mosca e Leningrado, circolava in edizioni dattiloscritte, Samizdat. L’opera della Sedakova è stata curata da A. Velikanova. Continua a leggere

Opere Inedite, Fernanda Ferraresso

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino


Oggi leggiamo le Aedicola di Fernanda Ferraresso, che lei stessa definisce “l’insieme delle parole-casa” in cui ci si colloca per la lettura. A volte i poeti – solo certi poeti – mostrano l’anima di quella dimora. Per Fernanda “la sostanza di quella casa” è il disegno inciso nelle pagine del libro. Fernanda spiega poi che “Pangere in latino significa ficcare, infiggere, fissare, congiungere. Ed è da lì che nasce pagina, stanza di una casa, luogo tra le tras-parenze e le innumerevoli distanze abitate e adibite all’essere. A noi non resta che attraversarle, lasciandoci scrivere e riscrivere, sulla faccia/facciata, ciò che all’inizio sembra solo una cornice o un codice di parola…”

di Fernanda Ferraresso

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