Fototessera del Realismo Terminale

Guido Oldani, (nella foto di Dino Ignani).

Cosa succede a far tempo dall’inizio del terzo millennio? Accade che si rendono riconoscibili macroscopicamente i termini della poetica, o forse della legge del realismo terminale.

Nelle città, gli oggetti che le colmano, attraggono risucchiandoli, come una legge di Newton antropologica, tutti i popoli della terra, progressivamente, a rovesciarsi dentro l’urbe, su di loro oggetti e a distanza zero. Nasce un realismo fatto di accatastate mescolanze di corpi umani viventi e prodotti. Il viaggio democratico di tutte le razze, a buttarsi sulle cose in città, è quasi concluso (4 miliardi di umani su 7), cioè è terminale e va completandosi a rotta di collo. Ciò, mentre gli oggetti Continua a leggere

La vostra voce, Elisa Capitani

La vostra voce, Elisa Capitani
a cura di Luigia Sorrentino

Elisa Capitani ‘traduce’ il suo stato d’animo nella poesia per sua stessa ammissione, per sentirsi libera o, per tornare libera. E’ un buon inizio. Tuttavia l’esperienza dello scrivere non può – non deve – fermarsi lì, deve andare oltre quel limite iniziale. Dice bene Elisa che scrive: “… appena quell’inchiostro macchiò quel foglio bianco mi sentii subito meglio, come fossi riuscita a tirare fuori tutta la rabbia e il rancore che avevo dentro. Ora c’era spazio per me.”

Ecco, lo spazio per sé diventa una conquista. Ma la conquista del proprio tempo – del qui e ora – deve originare una condivisione, un’esperienza comune, che si fa poesia. Continua a leggere