La cosa che mi piace anzitutto ricordare della scrittura dei romanzi è un appunto che ho visto incollato al muro della stanza di un’amica all’università magistrale: «Non vi ha chiesto nessuno di scrivere quel romanzo». Quindi scrivere romanzi è una scelta: potete sempre fermarvi, sempre continuare. Siete liberi di fare tutto quello che volete. Molti romanzieri cominciano a scrivere romanzi perché sono stati fervidi lettori. Quasi tutti i romanzi, in quanto voluminosi e difficili da tenere sotto controllo, sono imperfetti. Normalmente, ciò che è «perfetto» e ciò che è «ambizioso» non sanno coesistere in uno stesso romanzo. Per cui il grosso dei lettori ha una miriade di opinioni su come perfino un romanzo stupendo, amato, da brivido possa essere leggermente meglio. E allora facciamo una prova. E andiamo a scoprire come scrivere i romanzi sia più difficile e più facile di quel che sembri. Ecco alcuni suggerimenti:
- Siate la tartaruga, non la lepre. Si impara molto prendendo tempo, prestando attenzione a quel che succede intorno a sé e indugiarvi. Ogni stesura è anzitutto e soprattutto un’esplorazione prima ancora di essere un’opera d’arte. Bisogna finire di esplorare prima di dar forma, per cui è di assoluta importanza che arriviate alla fine della prima stesura.
- Leggete molto. Farete vostre parecchie informazioni senza che ne abbiate intenzione. La familiarità e il piacere generano l’agio. Quando leggete altri romanzi assimilate i modelli di ciò che va fatto e di ciò che non va fatto. Quando leggete altri tipi di letteratura, l’idea di cosa sia un romanzo si forma da sé per contrasto. E ogni tematica richiede qualche sorta di ricerca, se non altro per stimolare le vostre idee.
- Guardate e ascoltate. Non indugiate mai ad osservare le persone, ad origliare, a porre domande ‘innocenti’. Vi è necessario sapere come gli individui si comportino. I romanzi sbocciano nell’energia della vita reale. I personaggi dei romanzi cercano di emulare la varietà umana. Non potete conoscere la varietà umana e al contempo fare le persone garbate.
- Esaurite la vostra curiosità per il progetto prima di mostrarlo a qualcun altro. Lasciate che le vostre idee arrivino a svilupparsi senza ricevere indicazioni da altri; poi, quando mostrerete loro la vostra opera, utilizzate le loro risposte come indicazioni che vi spingano avanti. Può richiedere parecchie stesure e molto tempo per raggiungere l’abilità che vi permetta di far vostro un dato argomento, e quando ci riuscirete potrete rimanere soddisfatti o insoddisfatti del vostro risultato. Se sarete insoddisfatti, le indicazioni altrui vi offriranno idee su come dar forma ulteriore al vostro romanzo. Se sarete soddisfatti, le indicazioni altrui vi faranno sapere se il vostro romanzo è leggibile e fruibile.
- Concentratevi sul godimento dell’attività in sé e lasciate che le ricompense, per quel che sono o potrebbero essere, badino ai fatti propri. Se amerete l’attività in sé, sarete felici. Se rivolgerete l’attenzione alle ricompense, sarete infelici.
Quindi, seppure nessuno vi abbia chiesto di scrivere quel romanzo, potete, dovreste farlo, e allora buona fortuna!
(Traduzione di Nicola d’Ugo)
Jane Smiley è una romanziera e saggista, nata a Los Angeles nel 1949 e cresciuta a Saint Louis. È internazionalmente riconosciuta come uno dei maggiori scrittori americani viventi. Ha ricevuto molti onori per la propria opera, tra i quali il Premio Pulitzer per la narrativa e il National Book Critics Circle Award per il romanzo “La casa delle tre sorelle” (1991), edito in Italia per i tipi Frassinelli. Da tale romanzo nel 1997 è stato tratto il film “Segreti” di Jocelyn Moorhouse, con Jessica Lange, Michelle Pfeiffer, Jennifer Jason Leigh e Colin Firth.
Sempre in Italia è uscito il romanzo “Dieci giorni sulle colline” (2007), edito da Giano. Jane Smiley è autrice di sedici romanzi, di cinque romanzi per ragazzi e di cinque libri di saggistica, tra i quali “Thirteen Ways of Looking at the Novel” (Tredici modi di guardare il romanzo), un’analisi storica della forma romanzesca. Esperta di letteratura medievale è stata per molti anni professore di inglese allo Iowa State University.
Tra i suoi romanzi più apprezzati si ricordano “The Greenlanders” (I Groenlandesi), del 1988, e la recente trilogia “Last Hundred Years: A Family Saga“ (Gli ultimi cento anni. Una saga di famiglia), che comprende “Some Luck” (Un po’ di fortuna), del 2014, “Early Warning” (Allerta precoce) e “Golden Age” (L’età d’oro), rispettivamente pubblicati ad aprile e ad ottobre di quest’anno: un’ambiziosa opera che ripercorre cronologicamente le vicende dell’ultimo secolo della storia e cultura americana, dal 1920 fino al futuro 2019.