Eliza Macadan, da “Pioggia lontano”


Pioggia lontano sento sulla pelle
trema l’aria
nelle mie ossa
narici stranite
gonfiano ancora
respiri nemmeno per sempre.

*

Il mattino mi crolla
addosso
tendo la mano per aprire gli alberi
dall’armadio tiro fuori
un panno arrivato per mare
per un mantello pesante che copra il mio corpo
di terra
fino a terra c’è un cammino troppo breve
fino al cielo un freddo universale
ci riscaldiamo nei caffè
con tè portato per mare da navi a vela
gonfiate dal vento
con equipaggi contaminati di morte
oltre i secoli una sposa getta verso di me
il suo bouquet
e io crollo nelle tue braccia.

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