
Gianluca D’Andrea/ Credits ph. Dino Ignani
La luna e la belva
Inverno, pallido sfregio di cellule,
in quale giorno sfacelando smisi
stanco lo scanto accettando la crisi?
La luna, argentea danza di libellule,
fissa e mobile in stanze nere osserva
la fine assiderata della belva
le ultime movenze, il suo respiro
vapore astratto, rapido ritiro.
Ghiacci e fuoco
Quale fuoco arde forte o si confonde
con gli ultimi calori stinti e fonde
ghiacci di candide fibre accrocchiate?
In acqua trasformati infine estinti
i vecchi luoghi noti e variopinti.
Le piaghe nuove bruciano eccitate
da quel fuoco che abbampa tutto il cielo,
il suo rosso tremore o malo gelo.
Il falso vuoto
Il vento crudo investe la materia,
la crosta assorbe la luce e s’inseria
in pianeti molteplici e poi varia
la veste bruna che indorata interra
il falso vuoto e un pieno dissotterra
di residui. Scintilla, e tutta l’aria
è un segreto di munnizza scordata,
un’alba dolce astrale abbandonata.
Gianluca D’Andrea, Nella spirale (Stagioni di una catastrofe), Industria & Letteratura