Silvia Avallone, il mestiere di scrittrice & video

In occasione del Festival ‘Letterature’ di Roma in corso fino al 21 giugno alla Basilica di Massenzio, Luigia Sorrentino ha incontrato la scrittrice Silvia Avallone di 28 anni che già nel 2010 con il suo romanzo d’esordio ‘Acciaio’ ha ottenuto un successo strepitoso. Il libro, infatti, è stato tradotto in 10 paesi del mondo e ha fatto registrare un record d’incassi. Silvia Avallone, amatissima dai giovanissimi (e non solo), ci spiega il ‘mestiere’ di scrittrice, un lavoro, al tempo stesso, semplice e complesso.

Dal 16 maggio al 21 giugno presso la Basilica di Massenzio al Foro Romano, sarà riproposta la formula già consolidata: gli autori invitati leggeranno testi inediti elaborati scegliendo ognuno la propria cifra stilistica (fiction narrativa, poesia o saggio) e ispirati, tutti, al tema che il Festival propone in questa edizione, ‘Semplice/complesso’.

Nel corso delle dieci serate, di cui saranno protagonisti gli scrittori e i loro testi, ascolteremo riflessioni sul rapporto e sull’intreccio tra la dimensione della complessità e quella della semplicità nel pensiero e nella scrittura. Sarà possibile scoprire in quali e quanti modi la letteratura possa esprimere la sua forza e affermare la sua visione della memoria, della realtà, della vita, riuscendo a stabilire una forte relazione tra gli autori e il pubblico dei lettori.

Ascoltiamola in questa video-intervista.

http://www.rainews24.it/ran24/clips/2012/05/avallone_21052012.mp4
Condividi
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

  1. Una intervista, con domande ben mirate alla realtà del valore della letteratura nel presente così lacerato e disorientante. Le risposte sono profonde e semplici insieme, in coerenza con la realtà. Tutte da condividere. La scrittrice mostra di avere compreso la storia del nostro presente, e mostra idee chiare su che cosa debba essere la letteratura: la chiarificazione della complessità della vita con l’intento di ridarla semplificata e leggibile anche ai meno dotati. Mi piace anche l’idea che la letteratura, oggi più che mai, debba rifuggire dall’astrazione e dall’arte per l’arte, per interessarsi di persone, di cose, di fatti: una letteratura che legge la storia e la racconta ai lettori semplificata e chiarita. E’ una persona vera che non si dà aria di intelettuale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *