Wilde, dopo 120 anni ‘Dorian Gray’ senza censure

A 120 anni di distanza dalla sua condanna perchè “scandaloso”, “volgare” e “impuro”, esce una versione non censurata di “Il ritratto di Dorian Gray”, il romanzo capolavoro dello scrittore irlandese Oscar Wilde (1854-1900).

L’edizione pubblicata dalla Harvard University Press ha ripristinato i ‘discutibili’ tagli operati in epoca vittoriana sulla storia del giovane di straordinaria bellezza innamorato del suo ritratto, censurato dal suo primo editore in accordo con lo stesso Wilde perchè pieno di “veleni”, capace di gettare un’ombra di “discredito” sui valori morali e anche sul suo autore già in odore di omosessualità.

La nuova edizione del libro, informa la stampa inglese ed in particolare “The Guardian”, è stata resa possibile dalla consultazione del manoscritto originale da parte di Nicholas Frankel, professore di letteratura inglese alla Virginia Commonwealth University. Continua a leggere

Giovanni Parrini, Nell’oltre delle cose

Giovanni Parrini, riunisce in Nell’oltre delle cose  Interlinea Edizioni 2011 (euro 12) una nuova silloge in cui ripropone una conoscenza disposta a cantare l’oggettiva consistenza del visibile, ripercorrendo a ritroso la sua parcellizzazione nell’infinitamente piccolo, per poi cogliere nel silenzio del «suo fitto gerundio» l’imprevisto irrompere di una diversa meccanica, che sfugge alle misurazioni scientifiche. Proprio dal ciclo universale della vita, nel modo di comportarsi di atomi lucreziani, scaturisce così un’altra forma di visione dell’invisibile, che sussulta per la bellezza del creato, non rispetta le coordinate spazio-temporali e non cessa di interrogarsi sul mistero del vivere e del morire. Circoscritto nel cerchio di questa identità speculare, il libro si annuncia già nel titolo come il frutto di questo continuo scarto tra l’esatta e dimostrabile consistenza scientifica delle «cose» e il suo sconfinare di là dalla siepe che dell’ultimo orizzonte il guardo esclude: «proprio qui, / nell’oltre, / l’infinito».
(dalla presentazione di Giovanna Ioli) Continua a leggere

Video, Derek Walcott legge ‘Nomi’

http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/04/walcott-2.flv

                                                   a cura di Luigia Sorrentino

Nel video Derek Walcott legge ‘Nomi’
Accademia Americana di Roma 17 marzo 2011

da “Isole – Poesie scelte (1948-2004)” di Derek Walcott, Adelphi Edizioni, 2009, trad. Matteo Campagnoli

La mia razza iniziò come iniziò il mare,
senza nomi e senza orizzonte,
con ciottoli sotto la mia lingua,
con un diverso sguardo alle stelle.

Ma ora la mia razza è qui,
nell’olio triste di occhi levantini,
nelle bandiere di campi indiani.

Iniziai senza memoria,
iniziai senza futuro,
ma cercai l’istante in cui la mente
fu tagliata in due da un orizzonte.

Non trovai mai l’istante in cui la mente
fu tagliata in due da un orizzonte –
per l’orafo di Benares,
per il tagliapietre di Canton,
quando una lenza affonda, l’orizzonte
affonda nelle memoria.

*

«La mia razza iniziò come iniziò il mare» dice Walcott nella poesia Nomi
Ma qual è la razza di Derek Walcott? E quando iniziò il mare?
Walcott: «Quando dico la mia razza intendo la razza caraibica che è una mescolanza di razze diverse. Nei Caraibi, sono rappresentati tutti i continenti del mondo: ci sono cinesi, siriani, francesi, africani. Dunque quando è iniziato il mare, la scopertaè iniziata anche la razza. La mia razza è la summa di tutti gli altri elementi.»

Ida Travi, Tà

Ida Travi in “Tà, Poesia dello spiraglio e della neve” Moretti e Vitali, 2011 ci mette di fronte a un mondo poetico abitato da esseri umani.  Questi esseri umani, scrive la Travi: <<Sono esseri comuni, sono post. Post-studenti, ex-lavoratori, viandanti. Uomini e donne trasfigurati dalla poesia vivono in un luogo austero. Forse una casa, forse una ex-fabbrica… una futura scuola o lo scantinato d’un teatro. Forse un vecchio monastero. È un luogo limitato da assi, chiuso da lenzuola… A cavallo del tempo c’è una fastidiosa nebbia, c’è molta umidità.

“Tà, come la lancetta che si sposta. , come un taglio nella tenda.
C’è una fessura nel legno. Se guardi bene vedi un pugno di terra. Se ascolti bene senti un colpo di bastone. C’è qualcosa che cade e non rotola. C’è una goccia che non disseta. C’è un sasso proprio in mezzo alla stanza. C’è una spoliazione in atto. C’è un albero, uno sfrondamento.”

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Anniversario, Charlotte Brontë

Il 21 aprile del 1861 nasce a Thorton la scrittrice inglese Charlotte Brontë.

“In tutte le donne c’è la follia di covare in sé un amore segreto che, se non corrisposto e ignorato, divora la vita che lo nutre; se scoperto e corrisposto conduce come un fuoco fatuo in paludi selvagge, senza salvezza.”
da Jane Eyre di Charlotte Brontë

Molte delle esperienze dell’autrice ricorrono nei romanzi che scrisse, dei quali Jane Eyre è sicuramente il più celebre.

Nell’Inghilterra del primo Ottocento Jane, una giovane governante, esplicito alter ego della scrittrice, dopo anni di stenti e di solitudine, diventa istitutrice presso la famiglia Rochester nello Yorkshire. Mister Rochester, cinico, viene conquistato dalla personalità della ragazza. Jane scopre però che il suo padrone, di cui si è perdutamente innamorata, nasconde un terribile segreto: la moglie di Rochester, creduta morta, è ancora viva, prigioniera della pazzia.  Jane quindi fugge abbandonando l’uomo che le aveva chiesto di sposarlo. Sarà, alla fine, un presentimento a farla tornare indietro e a preparare lo sviluppo finale del romanzo.  

Jane Eyre è diventato anche un film uscito in Gran Bretagna nel 2011. Il regista è Cary Fukunaga, con Mia Wasikowska, Michael Fassbender, Sally Hawkins, Jamie Bell, Judi Dench, Craig Roberts, Jayne Wisener, Emily Haigh, Sophie Ward, Valentina Cervi.  Prodotto in Gran Bretagna.

Charlotte Brontë 1816 – 1855, inglese, cresce da sola, in compagnia dei suoi fratelli. Si costruiscono un mondo di storie, con orchi, elfi e fate. Diventeranno tutti scrittori. La sorella Emily pubblica nello stesso anno in cui esce Jane Eyre, nel 1847, il suo unico romanzo, Cime tempestose. Volitiva, Charlotte imparerà il tedesco e il francese. Con Jane Eyre inventa un personaggio che porta il desiderio nel romanzo. Muore di bronchite, incinta del primo figlio. “Devo morire anch’io? Che peccato morire ora. Sono così felice!”