Opere Inedite, Salvatore Carvelli

Pensieri sulla poesia
di Salvatore Carvelli

«Credo sia come quando all’ improvviso, ti trafigge la tristezza o ti rallegra il buon umore. Non sai comprenderne sempre il momento o il perché, ma ti arrivano in petto come se fossero invisibili frecce lanciate da l’etereo arciere. Questo è quello che mi capita quando mi vien da far poesia. Il cuore e l’anima sono predisposti a ricevere tristezza ed allegria così come il cuore e l’animo di un poeta sono predisposti a creare versi. C’è, tuttavia, un momento che prediligo più di altri quando scrivo, ed è il mattino presto. Sono ore di estrema quiete. Così come la lettura, anche se spesso posso leggere di pomeriggio o di sera perché il lavoro mi occupa tutto il giorno. In prevalenza mi piace leggere di storia e di poesia, alternando con quotidiani ( specialmente in rete ) e informazioni di natura politica. Amo raccontare il mondo ai miei figli e raccontargli del mio lavoro e delle mie passioni che credo siano chiare. Il mio lavoro è tecnico. Faccio il geometra.»  Continua a leggere

Opere Inedite, Michela Zanarella

Michela Zanarella ha cercato la poesia subito dopo un grave incidente stradale al quale è sopravvissuta. Non a caso Michela mi scrive che da quel momento ha capito che la poesia è un bene prezioso. Mi ha scritto: “La poesia è un’arte profonda e delicata. Va nutrita e curata come si cura un fiore, giorno per giorno.”
Ora, se tutti provassimo a sostituire la parola ‘poesia’ con la parola ‘vita’ la frase scritta da Michela diventerebbe questa: “La vita è un’arte profonda e delicata. Va nutrita e curata, così come si cura un fiore, giorno per giorno.”
E allora la domanda è questa: di cosa ci parla Michela? Della vita o della poesia? A voi la risposta.
Michela racconta di una luce che è entrata nella sua vita e che non l’ha mai più abbandonata. Scrive di aver ‘voluto, desiderato’  la poesia dopo il trauma, improvviso e incancellabile.  Michela racconta che quell’evento drammatico ha potenziato il suo amore per la vita, (a partire ‘da’  un certo giorno – indimenticato), e ha reso possibile l’incontro con la poesia.  

E ora ditemi:  come si fa a non ascoltare Michela?

 

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Opere Inedite, Elisa Mastromatteo

Elisa Mastromatteo spiega con questi recentissimi versi il suo rapporto con la poesia: “Immobile al dovere/ quando il verbo mi infiamma:/ pervasa dal calore di parola/ esce dalle mie labbra un vento strano/ che non asciugherebbe le lenzuola/ ma gonfia l’aria intorno di splendore.”

Poi Elisa mi scrive: “Per me la poesia è una necessità, anche un modo di sperare, perché le parole sanno accarezzare in un modo così leggero e sottile, pur se netto, come nessun’altra cosa che io conosca sa fare”.

“L’ispirazione mi nasce di solito quando sono sola, in tranquillità, quindi mi capita di comporre spesso in treno, quando osservo il mondo che passa dietro ai finestrini, o la gente intorno, e nelle stazioni, quando ascolto il loro parlare, il mio pensare. Spesso compongo anche la mattina, quando sono sola in casa, ma di solito compongo di notte, quando vengo cullata dalla mia stessa solitudine, in soggiorno, nella luce crepuscolare delle lampade, con l’orecchio al respiro del mio uomo in camera, avvolta dal silenzio intorno, dalla luce della luna e dei lampioni fuori dalle finestre di fronte a me.”

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Opere Inedite, Giuseppe Mantovani

Giuseppe Mantovani mi scrive “non ricordo con precisione il momento in cui è scattata la scintilla. Alcuni amano scrivere ancora prima di imparare a camminare, la mia è una storia al contrario. Ho divorato molti libri fin dall’infanzia da Dumas a Calvino, passione direi appagante e rivelatrice di aspetti che poi, nella vita, ho ritrovato sotto molteplici forme. La poesia è entrata direi tardi nel mio mondo. Almeno consapevolmente. In realtà vi ho sempre convissuto, ma si sa, da ragazzini non si apprezza ciò che a scuola ci viene presentato come una noiosa, letteraria, interpretazione della realtà. Sorrido al pensiero, oggi, scrivendo io stesso frasi, poesie di cui mai avrei immaginato poter essere l’autore.” 

“La poesia mi fa esternare ciò che altrimenti (immagino) non riuscirei a fare. Bisogna lasciare più spazio all’immaginazione. Ognuno dovrebbe concedersi la libertà di scrivere e leggere poesie.”

di Giuseppe Mantovani
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Opere Inedite, Cristiana Cafini

Cristiana Cafini l’ho conosciuta qui dove lavoro, a Rainews. Il suo aiuto è stato prezioso e indispensabile in molti momenti della mia vita lavorativa. Cristiana è una donna generosa e speciale, e non solo perchè occupa nel mio cuore un posto speciale… Ho scoperto di recente i suoi versi, e così ho compreso “perchè Cristiana è Cristiana”. La sua è una poesia che desidera “Desidero la notte madre,/ accarezza la mano/ del sogno ninna nanna,/ appena sussurrato il bacio,/ bianco foglio,/ spazio vuoto,/ dove scrivere il mio nome” ed è poesia che è desiderata […] “tu sei irraggiungibile / su quell’alta montagna/ esitante e fremente / mi muovo alla sua cima,/ ma sempre ti allontani, muta/ distante, dai miei sguardi.”

In questo gioco d’amore, di avvicinamento – con occhiali – e di allontanamento  – senza occhiali – si annida la poesia di Cristiana che dice: “Sono./Non sono.”
(Luigia Sorrentino)

Cristiana (lei lo ricorderà sicuramente) una volta mi ha detto : “La poesia mi ha insegnato a vedere l’invisibile. Direi, anche, l’essenziale. Ha asciugato le lacrime dai miei occhi“.

di Cristiana Cafini 

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