Thomas Edward Lawrence, A S.A

Riletture
a cura di Luigia Sorrentino

Nota di lettura di Giorgio Galli

“Per oltre trentacinque anni le più accese controversie si sono disputate sul nome di T. E. Lawrence. Chi era veramente? Era un eroe? Era un ciarlatano?” Nei cinema di mezzo mondo, nel 1962, questa domanda annunciava l’uscita imminente del kolossal di David Lean Lawrence d’Arabia. La risposta l’aveva data molti anni prima lo stesso T. E. Lawrence, nelle pagine dei Sette pilastri della saggezza che descrivono il suo incontro col generale Allenby: “Non avrebbe mai potuto distinguere in me il ciarlatano dall’uomo d’azione”. Forse non li distingueva neanche lo stesso Lawrence. Continua a leggere

Stig Dagerman, “Racconti”

Nello scaffale, Stig Dagerman
a cura di Luigia Sorrentino

Stig Dagerman è stato accostato ad autori del Novecento come Camus, ma se le convenzioni letterarie hanno gioco in questo avvicinare, per contenuti e qualità di scrittura Dagerman ha un carattere solo suo. Nei decenni scorsi sono apparsi in italiano vari titoli dello scrittore scandinavo, editi da Iperborea, tra cui Bambino bruciato, Il viaggiatore e Il nostro bisogno di consolazione.

Lo stile di Dagerman è asciutto e nello stesso tempo la pagina brucia, porta un intero mondo. L’angoscia che spesso traspare, nucleo di un umanità che non trova risposte, così come l’amarezza di cui soffrono i suoi personaggi, specchio dell’interiorità di Dagerman, possono in parte spiegare anche lo sconforto cui infine cedette. Ne II nostro bisogno di consolazione scriveva: Continua a leggere

Liliana Zinetti, “I cipressi di Van Gogh”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino
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Li avete mai visti da vicino i cipressi di Van Gogh? Trasmettono un’energia fortissima, che solleva da terra.
A febbraio del 2011, nella mostra allestita al Vittoriano di Roma, dove sono state esposte alcune delle sue opere più famose, vi erano anche i cipressi. La forza di quelle cime svettanti è rimasta impressa nei miei occhi, e ha lasciato un segno indelebile.

Liliana Zinetti, I cipressi di Van Gogh
di Nadia Agustoni

Liliana Zinetti con I cipressi di Van Gogh (Giuliano Ladolfi Editore 2011) aggiunge un tassello importante alla propria opera poetica. Il libro è diviso in due sezioni e diversi testi della seconda parte formano un discorso sugli affetti famigliari. Alberto Bertoni scrive nella prefazione: ” … di un lungo e fecondo processo di apprendistato, che porta qui l’autrice a una sintesi compiuta di varietà linguistica, competente memoria storica, efficacia figurale, riuscito equilibrio ritmico prosodico.” (Pag. 5) Continua a leggere

Renzo Favaron, “Un de tri tri de un”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Un de tri tri de un di Renzo Favaron,  recensione di Arnaldo Aderle

Accompagnato da una breve postfazione di Giovanni Tesio e da un saggio di Lorenzo Gobbi, questo nuovo libro, Un de tri tri de un (Atì Editore, 15 euro) di Renzo Favaron, uno dei maggiori poeti italiani in dialetto, riunisce le sue raccolte più significative a cominciare da Presenze e comparse (1991) fino a In cualche preghiera (2009). A fine libro compaiono anche le traduzioni in italiano eseguite dallo stesso autore. È dunque un´antologia della produzione in dialetto veneto (Favaron scrive anche in italiano), che è la lingua dalla quale emergono tutte le qualità del poeta, e soprattutto la sua forza espressiva nell´essenzialità che caratterizza la sua scrittura. Continua a leggere

“Il sogno e la sua infinitezza”

Ninnj di Stefano Busà, L’arc-en-ciel
di Sandro Angelucci

Nell’immaginario di chi sta scrivendo, Il sogno e la sua infinitezza di si è rivelato un subitaneo manifestarsi, l’immediato formarsi di un arcobaleno. L’itinerario tracciato dall’autrice ha, in effetti, nei suoi punti di partenza e d’arrivo, e nel suo svilupparsi, i tratti caratteristici di un luminosissimo arc-en-ciel.
Ci spieghiamo meglio: la raccolta si apre (già prima del suo vero e proprio inizio) con un esergo, dell’autrice stessa, che recita così: “La Poesia è nel destino. / Sinapsi ascensionale che sublima. / (Come a un cielo l’ala), / dagli abissi del male, spicca il volo / e il mondo viene avvolto / di assoluto.”. Bene, ci è parso di scorgere in questa “sinapsi ascensionale”, in questa congiunzione – come anche l’ètimo suggerisce – lo sfocato contorno, perché “avvolto di assoluto” e, dunque, di mistero, della genesi di un che d’inafferrabile ma sufficiente a legare la terra al cielo: allo stesso modo del sorgere dell’iride, così nasce il sogno di questa scrittura.
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