La poesia portoghese contemporanea

 

 

Nuno_Judice_Foto_Joana_AlegreNuno Júdice

Nota e traduzione di Chiara De Luca

“Mi costringo a scrivere ogni giorno, come un impiegato. Scrivere è la mia vita. Mi piace farlo, non mi dà da vivere, però è la mia maniera di essere”, dice Nuno Júdice a Antonio Jiménez Barca su «El Pais». Eppure nessuna delle sue poesie appare in alcun modo esito di costrizione o forzatura, né ha il sapore di un testo d’occasione o di un esercizio virtuosistico. Il poeta è simile piuttosto al pellegrino, che talvolta non vorrebbe partire per luoghi sconosciuti, poi fa leva su se stesso e si mette in viaggio verso una meta che non ha, per approdare al vuoto (lo stesso che occasiona la poesia), e scoprirvi cose inaspettate, tornando carico di tesori al punto di partenza, all’intersezione tra più mondi. Apprestandosi al viaggio del comporre, Júdice si lascia trasportare dalla propria stessa scrittura, interroga le parole, le lascia risuonare, riverberare nell’eco di se stesse, poi prova nuove combinazioni alla ricerca di quella “musica delle parole” che costruisce anche – a livello incosciente, talvolta, ma pienamente dominato nella tradizione poetica, una musica del senso” (La poesia nel mondo). Dalle sue poesie traspare un raffinato gusto del linguaggio, il poeta pare divertirsi nel manipolare la lingua a piacimento, cercando di forzarne i limiti, pur sapendo di non poterli mai del tutto valicare. Continua a leggere

La poesia portoghese, Manuel Alegre

 

Manuel_Alegre_©Foto_Luiz_CarvalhoA cura di
Luigia Sorrentino
Traduzione di Chiara De Luca

___
Manuel Alegre de Melo Duarte (© Foto Luiz Carvalho) nasce il 12 maggio del 1936 a 
Águeda. Studia a Lisbona, a Porto e alla Facoltà di Diritto dell’Università di Coimbra. È stato campione di nuoto e attore del teatro universitario di Coimbra (TEUC). Nel 1961 è arruolato per l’Angola. Fatto prigioniero dalla PIDE, trascorre sei mesi della Fortezza di S. Paulo, a Luanda, capitale dell’Angola, dove scrive gran parte delle poesie del suo primo libro, Praça da Canção. Nell’ottobre del 1964 è eletto membro del Comitato nazionale del Fronte Patriottico di Liberazione Nazionale e si trasferisce ad Angel, dove lavora per l’emittente Voz da Libertade. Torna in Portogallo dopo il 25 aprile del 1975. Dirigente storico del Partito Socialista dal 1974, è stato vice presidente dell’Assemblea della Repubblica dal 1995 al 2009 ed è membro del Consiglio di Stato. La sua vasta opera letteraria, che comprende romanzi, racconti, saggi, ma soprattutto poesie, è stata ampiamente diffusa e riconosciuta. Manuel Alegre ha ricevuto tutti i più importanti riconoscimenti letterari, tra il quali ricordiamo: il Gran premio della Poesia della APE-CTT, il Premio della Critica Letteraria della AICL. Il Premio Fernando Namora e il Premio Pessoa nel 1999. La sua precedente raccolta poetica, Doze Naus, ha ricevuto il Premio Dom  Dinis. Continua a leggere

La poesia messicana, Coral Bracho

Coral Bracho[1]

E’ nelle librerie italiane, Coral Bracho, con la raccolta di poesie: Quello spazio, quel giardino, Edizioni Kolibris 2014 – Collana Quetzal, Traduzione di Chiara De Luca, (14 euro)
Coral Bracho è nata a Città del Messico nel 1951. Tra i suoi libri di poesia ricordiamo: Peces de piel fugaz [Pesci di pelle fugace, 1977], El ser que va a morir [L’essere che va a morire,1982], Bajo el destello líquido [Sotto lo scintillio liquido,1998, che raccoglie i suoi libri precedenti], Tierra de entraña ardiente [Terra dalle viscere ardenti, 1992, in collaborazione con la pittrice Irma Palacios), il volume che riunisce i titoli precedenti Huellas de luz [Orme di luce, 1994] e La voluntad del ámbar [La volontà dell’ambra,1991] Ese espacio, ese jardín [Quello spazio, quel giardino, 2003], che ha ricevuto lo Xavier Villaurrutia Prize e Cuarto de hotel [Stanza d’albergo, 2007]. Nel 1981 le è stato assegnato il Premio Nazionale di Poesia Aguascalientes per El ser que va a morir. Fa parte del Sistema Nacional de Creadores de Arte ed ha ricevuto una borsa di studio della Fondazione Guggenheim

Continua a leggere

Miroslav Kosuta, “La ragazza
 dal fiore pervinca”

kosuta_fotoIn libreria dal 18 febbraio 2015

L’antologia poetica, “La ragazza dal fiore pervinca”, pubblicata da DelVecchioEditore, copre tutto l’arco della produzione poetica di Miroslav Kosuta, che si evolve da ormai cinque decenni in un costante processo creativo, e ricopre un posto fondamentale nella produzione lirica slovena contemporanea.

Kosuta, originario di un villaggio nei pressi di Trieste si colloca in quella generazione di artisti della parola fiorita dopo la Seconda Guerra Mondiale, in intimo contatto con la cultura letteraria slovena del tempo: privilegio di cui la generazione precedente, cresciuta sotto il fascismo, non aveva potuto fruire. Continua a leggere