Seamus Heany, Catena Umana

Human Chain è la nuova raccolta di Seamus Heaney, premio Nobel nel 1995, apparsa in lingua originale da Faber&Faber, e ora tradotta in eccellenti versi italiani da Luca Guerneri con la nuova grafica della collana dello Specchio Mondadori (€ 15,00).
Continuando al più alto livello la sua ricerca, caratterizzata dalla grande ampiezza del respiro e dall’energia dell’espressione, oltre che dal fortissimo legame con la propria terra, Seamus Heaney ragiona liricamente in questo libro sulla continuità e solidarietà nei rapporti interpersonali, tra marito e moglie, figli e genitori, sulla trasmissione del sapere nel tempo, producendo nuove immagini quotidiane e suggestive, che ne confermano il posto di assoluto rilievo nella poesia mondiale del nostro tempo.

“E’ un libro animato da un’urgenza estrema, quanto mai vivida, perchè arrivata a intaccare il corpo fino a ottunderlo.” (dalla quarta di copertina)

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La traduzione di poesia, Birgitta Trotzig

Figura centrale nell’ambito della letteratura svedese contemporanea, autrice tra le più originali e profonde del la poesia europea di questi decenni, Birgitta Trotzig esprime la forza del suo pensiero in un costante, complesso rapporto tra spiritualità e vivo senso della corporeità e della materia. Lo fa attraverso una poesia che trova spesso nella forma del componimento ritmico in prosa il proprio spazio espressivo più adeguato e che si lega ad alcuni dei maggiori esempi della tradizione novecentesca, come Osip Mandel’stam e Rainer Maria Rilke, ma che trova forti motivi di consonanza anche in autori come Nelly Sachs ed Edmond Jabès. Quella di Birgitta Trotzig, del resto, è una poesia raffinata e coltissima, nella cui forte tensione metafisica possiamo trovare tracce del pensiero di Sant’Agostino e di un grande teologo medievale come Meister Eckhart , al quale del resto la scrittrice svedese (autrice anche di racconti e romanzi) ha dedicato un saggio. La lettura dei suoi testi, dunque, ci introduce in un mondo stratificato e ricco di implicazioni , dove agisce un forte sentimento religioso e si agita l’ossessione del male accanto ai temi dell’ingiustizia umana e del dolore. Le improvvise aperture visionarie, i potenti stacchi verticali, la percezione inquieta del nulla e della morte conferiscono tensione continua alle prose e ai versi della Trotzig, proposta in un’ampia antologia curata e tradotta da Daniela Marcheschi. (Nella foto Birgitta Trotzig , di EWA RUDLING/SCANPIX) Continua a leggere

Video, Derek Walcott legge “Preludio”, “Prelude”

Parliamo ancora di Derek Walcott e quindi, di Iosif Brodskij, che scrisse un saggio su Walcott pubblicato in  “Mappa del nuovo mondo”, Adelphi, 2008 (euro 10,00). 

Ne parliamo dopo la serata del 22 marzo scorso all’Istituto Svizzero di Roma, riprendendo un breve stralcio del saggio di Brodskij (Premio Nobel nel 1981) che scriveva a proposito di Walcott (premio Nobel nel 1992):  “Le vere biografie dei poeti sono come quelle degli uccelli, quasi identiche – i veri dati vanno ricercati nei suoni che emettono.  La biografia di un poeta è nelle sue vocali e sibilanti, nella sua metrica, nelle rime e nelle metafore. L’opera complessiva  di un poeta è una testimonianza resa al miracolo dell’esistenza ed è sempre, in un certo senso, un vangelo, i cui versetti convertono il loro stesso autore più radicalmente di quanto non convertano il suo pubblico. Nei poeti la scelta delle parole è invariabilmente più rivelatrice di qualsiasi elemento narrativo; ecco perchè i migliori tremano all’idea che qualcuno scriva la loro biografia.”

La prima domanda che pone Walcott a chiunque gli si rivolga è: “Lei è mai stata ai Caraibi”?
Quella domanda, in realtà, contiene in sè tutta la risposta, perché la poesia di Walcott assorbe dalle acque dello splendido mare dei Caraibi che lo ha cullato nell’infanzia e, nel contempo, attinge alle massime espressioni della poesia di ogni tempo e paese. Il risultato di questo viaggio nel mondo alla ricerca della autenticità della poesia è stupefacente. Walcott incanta perché descrive l’inesauribile bellezza del mondo, ma anche la perduta bellezza del mondo.

Walcott e Brodskij si incontrarono a Boston per la prima volta nel 1977 al funerale di Robert Lowell. Seduti nello stesso banco della chiesa, si guardarono senza parlare, ma ebbero lo stesso pensiero: «Se lui non piange, non piango nemmeno io». Sarebbero diventati fratelli per sempre.

Nella serata all’Istituto Svizzero di Roma Walcott ha letto dalla sua più recente raccolta “Isole” Adelphi Editore 2009, ha dialogato con il suo pubblico e con Vanni Bianconi, responsabile di Babel, il Festival di Letteratura e traduzione di Bellinzona.
Nel video qui sotto vi propongo un brevissimo stralcio della serata con la prima poesia letta da Walcott, Preludio, del 1948.  Il video è stato girato da me con una videocamera non professionale.
In primo piano, la lettura di Derek Walcott e i suoi lettori, moltissimi, in tutto il mondo.

 http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/03/walcott_23032011.mp4 Continua a leggere

Josif Brodskij: Un’immodesta proposta

“Un’ora fa, più o meno, era vuoto il palcoscenico sul quale mi trovo, e vuoti tutti gli scanni che voi occupate. Tra un’ora saranno vuoti di nuovo. Questo posto rimane deserto, immagino, quasi tutto il giorno; il vuoto è il suo stato naturale. Se avesse avuto in dono una coscienza propria, giudicherebbe la nostra presenza una seccatura. E’ un modo come un altro per illustrare la rilevanza di un essere umano o, certamente, in ogni caso, la rilevanza di questa nostra riunione. Qualunque sia il motivo che ci porta qui, le cifre non giocano a nostro favore. Possiamo anche essere soddisfatti del nostro numero, ma in termini spaziali è un numero di importanza infinitesimale. Continua a leggere

Tibuto a Brodskij, la letteratura davanti a ogni cosa

Due appuntamenti da non perdere.
Scrittori di fama internazionale come Roberto Calasso (Italia), Boris Khersonsky (Russia), Mary Jo Salter (USA), Mark Strand (USA), Derek Walcott (St. Lucia) e Adam Zagajewski (Polonia) saranno giovedi 17 marzo alle 19:00 alla John Cabot University (Via della Lungara, 233) e venerdi 18 alle 20:30 a Villa Aurelia, alla sede dell’American Accademy in Rome (Largo di Porta San Pancrazio) per ricordare, Iosif Brodskij, e la sua opera di poeta e prosatore “come si può supporre che vorrebbe lo scrittore stesso” . Così Roberto Calasso, che esprime, inoltre, la necessità di parlare oggi di ciò che non è stato scritto, ma che appartiene alla tradizione orale, che, secondo Calasso “è la più labile ed esposta a disgregarsi“. Due serate per parlare di qualcosa che c’era in Brodskij, ma non solo, due serate per ricordare qualcosa che “emanava da lui in nembi luminosi, spesso travolgenti, ma che non ho più ritrovato altrove, negli anni passati dalla sua morte”, come anticipa Roberto Calasso.

FARFALLA
I
Dirò: sei morta?
Con una vita di ventiquattr’ore!
Troppa amarezza
in questo scherzo del creatore.
Riesco con sforzo
a pronunciare <<vita>>
nell’unità di data
di nascita e di consunzione
fra le mie dita;
mi confonde sottrarre
una di quelle due grandezze
nello spazio di un giorno
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