Tamara Kamenszain, L’eco di mia madre

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“E il cuore quando d’un ultimo battito / avrà fatto cadere il muro d’ombra / per condurmi, Madre, sino al Signore, / come una volta mi darai la mano […]” scrive Giuseppe Ungaretti nella sua indimenticabile poesia alla Madre. Ed è all’Ungaretti del Taccuino del vecchio che Tamara Kamenszain chiede aiuto per cantare lo sconfinato dolore derivato dal taglio delle radici, della definitiva separazione che la lascia orfana dell’alterità che l’ha generata e la contiene.

L’eco di mia madre sembra nascere dalla confluenza di una polifonia di echi, che ne fanno canto corale, come spesso avviene nella poesia della Kamenszain. Il fiume in piena della voce della poetessa scorre verso la foce del silenzio, accogliendo in sé le voci d’altri poeti – amici e sodali, sconosciuti e distanti – condividendo il viaggio oscuro del tentativo di contenere in parole ciò che ne esonda, per pronunciare la sottrazione, la presente assenza esperita dalla figlia desmadrada dalla malattia, che l’ha privata della madre prima ancora che quest’ultima morisse.

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“Dacci la grazia della tenerezza”

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Jorge Bergoglio “Dacci la grazia della tenerezza”, a cura di Marco Andreolli e Valerio Rossi, traduzione di Marina Vaggi, Interlinea, 2013, pp. 72, euro 8, Collana “Nativitas”.

La tenerezza, la carezza di Dio: sono le espressioni che ritornano più volte in questi discorsi e scritti che, in occasione del Natale, il cardinale Bergoglio rivolge al suo popolo di Buenos Aires. Un invito a ridestare nel cuore lo stupore davanti alla promessa che quel bambino, il figlio, sarà compagno nel cammino, sarà sempre accanto a ogni uomo per lenire il dolore delle sue piaghe. L’annuncio di un Dio vicino, che «si innamora della nostra piccolezza, che si fa tenerezza per accarezzarci meglio». Continua a leggere

Raffaele Viviani, io Massimo Ranieri

Appuntamento

“E’ passato oltre un secolo dalla nascita del Varietà come genere e, nella più assoluta imprevedibilità, quasi all’insaputa sua e nostra, è diventato nel volgere degli anni, passando anche accanto alle grandi Avanguardie del Novecento europeo (Futurismo compreso), un fenomeno culturale autonomo per originalità di idee, stimolanti confronti e provocazioni, commistioni di linguaggi (segnatamente di prosa e musica) che hanno talvolta cambiato la fisionomia del teatro in Europa – si legge nelle note di regia di Maurizio Scaparro – Se potessimo accanto a ricordi, nostalgie, rimpianti inevitabili nei confronti del “varietà”, cogliere anche quei fermenti, quelle sorprese, quelle vitalità di una storia ancora incompiuta, il risultato del nostro lavoro di palcoscenico, delle nostre “prove”, potrebbe essere certo utile, forse anche felice, perché consentirebbe alcune riflessioni parallele al “divertimento”. Continua a leggere

A Buenos Aires letture dedicate a scrittori italiani

Oggi, mercoledì 10 agosto, all’Istituto Italiano di cultura a Buenos Aires, in Argentina, si terrà un ciclo di letture dedicate ad alcuni scrittori italiani dal Rinascimento all’Italia del benessere.

In rassegna passeranno Alessandro Manzoni, Giacomo Leopardi, Ippolito Nievo, Giovanni Verga, Gabriele D’Annunzio, Alberto Moravia e Vitaliano Brancati. Continua a leggere

Ernesto Sabato, morire a cent’anni

Lutto nel mondo della letteratura per la scomparsa dello scrittore argentino Ernesto Sabato, morto nella sua casa di Santos Lugares, nella provincia di Buenos Aires. Avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 24 giugno. “Quindici giorni fa si era ammalato di bronchite e alla sua età è una cosa terribile”, ha spiegato la vedova Elvira Gonzalez Fraga.

Nato a Roma nel 1911 da genitori di origini calabresi immigrati in Argentina. Dopo aver conseguito il dottorato in fisica e seguito i corsi di filosofia all’Università de La Plata, Sabato ha lavorato sulle radiazioni atomiche presso il Laboratorio Curie. Ma nel 1945 ha scelto la letteratura e ha dedicato tutta la sua vita all’arte della scrittura Continua a leggere