Benedetta Cibrario, “Lo scurnuso”

La statuetta del Presepe che raffigura uno storpio, vergognoso così come la malattia l’ha ridotto, attraversa intatta il romanzo di Benedetta Cibrario, passando dalla Napoli borbonica fastosa e miserabile a quella sfigurata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, fino alla Napoli di oggi, dentro una casa che odora di ‘libri, cera d’api e lavanda’. Lo seguiamo, nella sua immutata e dolorosa bellezza, per vicoli e palazzi, umide stamberghe e salotti sontuosi.

Dalle mani dell’apprendista Sebastiano, orfano di straordinario talento che lo modella scavando nella creta il suo amore per il padre adottivo, il pastoraio Tommaso Iannacone, finisce un secolo e mezzo dopo nel palazzo del duca di Albaneta e fra le mani del fedele Giovanni Scotti, impiegato postale e restauratore, che rimodella assorto arti spezzati, ravviva un incarnato, raddrizza un piede. Per poi arrivare fino alla giovane Vicky, in una villa della penisola Sorrentina, come ‘regalo di benvenuto’ di suo padre: rituale immutabile e promessa di una eternità impossibile. E’ un omaggio alla bellezza, ‘Lo Scurnuso’, alla “curiosità e al rispetto per ogni forma d’arte” e alla “felicità di essere nati napoletani”. Continua a leggere

Fabrizio Fantoni su ‘La nascita, solo la nascita’

Ricevo e pubblico per questo blog, la recensione di Fabrizio Fantoni per L’almanacco del Ramo d’oro su “La nascita, solo la nascita” di Luigia Sorrentino (nella foto di Dino Ignani). Nel video – realizzato da Romapoesia PoEtiche a cura di Franca Rovigatti e Maria Teresa Carbone – Luigia Sorrentino legge il poemetto “Lo slancio della rosa” contenuto nel libro.

di Fabrizio Fantoni

«”Ha la forma di uno scudo l’ala/ che si spinge esternamente su ciascun/ lato a millimetri, in quella vertebra/cerca un incavo al suo margine/ricorrente il gesto che stringe / fino a togliere il respiro/divampa come una forbice/si stende producendo la necessaria / vibrazione/ma di taglio non si riduce/la pena nella venuta,/ lo stare qui in mezzo/ come granello/ infinitamente o pulviscolo/ confusamente, al freddo”.

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