Mario De Santis, La polvere nell’acqua

 

de_santis_coverE nascere di nuovo ragnatela o pioggia
di Chiara De Luca

Su La polvere nell’acqua di Mario De Santis (Crocetti 2012)

L’acqua è uno dei soggetti più affascinanti da osservare, ma è anche uno dei più sfuggenti e sorprendenti. Ritrarla fedelmente per come appare, o per come il nostro sguardo interiore la vede e vorrebbe rappresentarla, è una delle sfide più ardue. L’acqua non sta ferma un secondo, muta da un istante all’altro, si trasforma. Nell’acqua, sulla sua superficie, così come nei suoi abissi, avviene sempre qualcosa, qualcosa muore, qualcosa nasce, qualcosa si metamorfosa e origina altra vita o agonizza in un ibrido di vita eternamente quiescente. La polvere che si deposita sull’acqua non resta ferma, si sparpaglia e ricompone in nuove forme, traccia nuovi disegni. Perfino l’acqua stagnante non è mai ferma come sembra, ma accoglie un mondo brulicante, un movimento incessante. Anche il fango sul fondo forgia e disfa di continuo l’informe. Continua a leggere

Intervista a Mario De Santis

Nello scaffale, Mario De Santis
a cura di Luigia Sorrentino

“La polvere nell’acqua” di Mario De Santis (Crocetti, 2012) ha in esergo un verso di Paul Celan, “Vi è un’ora che fa della polvere il tuo seguito”. Siamo di fronte a un’opera fluttuante, liquida, che cerca di disegnare una forma poetica, che si muove tra realismo e visione per disegnare la Storia, il paesaggio, della nostra epoca.

Intervista di Luigia Sorrentino
24 febbraio 2013

Mario De Santis qual è l’ora che fa della polvere il nostro seguito?

“L’ora della consapevolezza estrema, dello squarcio disperato che la storia ci ha consegnato ed è quella di un taglio dei ponti sia con il passato che con il futuro. Celan, che alla polvere non poteva guardare solo come metafora, avendo egli nella polvere dei forni perso la sua storia personale e biologica, ne rifà metafora di una polvere che resta polvere, osservando il proprio futuro come polvere, ovvero ciò che sarebbe seguito e a cui nessun alito divino poteva ridare vita. Per me un presente dilatato di questa fase di 900 terminale e di inizio del XXI secolo in cui stiamo alla Storia come ci può stare l’orfano senza genealogia e senza futuro.” Continua a leggere