Le stagioni
Le stagioni cambiano
come il pensiero della gente
e io sono qui a guardare
i passanti, quasi fossero
nuvole passeggere in un cielo
che non sento come il ricordo
più lontano.
Gennaio 2012

Disegno di Alberto Rebori
Le stagioni
Le stagioni cambiano
come il pensiero della gente
e io sono qui a guardare
i passanti, quasi fossero
nuvole passeggere in un cielo
che non sento come il ricordo
più lontano.
Gennaio 2012
Disegno di Alberto Rebori
Oscar Mondadori a cura di Giorgio Ficara
Erede della tradizione del primo Montale e di Sbarbaro, attenta ai modelli di Goethe, Whitman, Lawrence e Borges, la scrittura poetica di Giuseppe Conte si è consolidata nel tempo seguendo i sentieri paralleli della prosa, come dimostrano l’insieme dell’opera romanzesca e gli scritti di viaggio raccolti in Terre del mito (1991). Con L’Oceano e il Ragazzo (1983) – salutato da Calvino e Citati come un libro di svolta nella poesia italiana – e Le stagioni (1988), fino alle ultime Ferite e rifioriture (Premio Viareggio 2006), si profila dunque una soggettività forte, estranea a qualunque minimalismo o sperimentalismo, capace di mediare fra la passione della forma e la profonda conoscenza e frequentazione di culture e mitologie lontane, orientali e occidentali, e di coniugare una vena erotica con una vena metafisica e con la passione civile. Continua a leggere