“Ritratti di Poesia”, una giornata con la parola poetica

Si svolgerà a Roma il prossimo 26 gennaio, al Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, la sesta edizione di “Ritratti di Poesia”, la manifestazione promossa dalla Fondazione Roma che nel corso degli anni si è imposta come uno dei principali eventi culturali dell’inverno capitolino, grazie alla partecipazione di importanti autori, italiani ed internazionali, e giovani promesse. Quest’anno, tra i protagonisti, il premio Pulitzer Jorie Graham (nella foto) e Francesco De Gregori.

La rassegna, organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con InventaEventi, si snoderà nell’arco dell’intera giornata e sarà dedicata al tema della lettura, vista sia come occasione di riflessione intima ed individuale, sia come momento di ascolto e di fruizione collettiva. Il fitto programma mostrerà quanto la poesia possa essere accessibile al grande pubblico, approfondendo i nessi con le altre forme d’arte, dalla musica al teatro, dalla fotografia alla pittura. Continua a leggere

Le ‘Mille e una notte a colori’ di Marc Chagall

Dopo le ‘Favole’ di La Fontaine e la ‘Genesi’, le ‘Mille e una notte a coloro’ chiudono un trittico prezioso di opere letterarie, le più grandi di tutti i tempi, illustrate da Marc Chagall.
Era stato l’amico Ambroise Vollard, gallerista editore e mecenate, a proporre a Chagall di illustrare le favole di La Fontaine e i libri della Bibbia. E fu ancora Vollard, alla fine degli anni venti, a suggerirgli di affrontare anche la sfida delle ‘Mille e una notte’.
Dopo un primo abbozzo, all’inizio degli anni trenta, il progetto si interruppe. L’artista era insoddisfatto dei procedimenti di stampa a colori allora disponibili. E fu solo una quindicina di anni dopo, negli Stati Uniti, grazie all’incontro con lo stampatore newyorkese Albert Carman, che Chagall riuscì a realizzare la vecchia idea, portandola a compimento nel 1948.

 

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Robert Frost, “Conoscenza della notte” & altre poesie

Robert Frost (1874-1963). Nato in California, dopo la morte del padre si trasferì a undici anni nel New England. Si accostò, fin dall’infanzia alla poesia di Burns, Wordsworth, Bryant e Poe, per poi specializzarsi nello studio delle lettere classiche. Si diplomò a Lawrence, in Massachusetts, (negli Stati Uniti), frequentò il Dartmouth College e Harward senza mai conseguire la laurea. Gli anni dopo il matrimonio con Elinor White furono travagliati da gravi problemi psicologici ed economici. Nel 1912 decise di dedicarsi completamente alla poesia e si trasferì in Inghilterra, dove pubblicò le prime raccolte molto apprezzate da Ezra Pound: “A Boy’s Will” (1913) e “North of Boston” (1914). Frost si distinguerà per la dialettica, spesso irrisolta, tra modernismo e trascendentismo che lo resero il poeta più popolare fra i contemporanei di lingua inglese. Continua a leggere

Michael Cunningham, ‘Al limite della notte’

E’ in libreria dal 20 ottobre l’ultimo romanzo di Michael Cunningham ‘Al limite della notte’ (traduzione di Andrea Silvestri, Collana Narratori Stranieri, Pagine 280, Prezzo € 17,50).

Il romanzo inizia con un sacrificio paradossale: i newyorkesi nel traffico di Broadway si trovano davanti al corpo sanguinante di un cavallo investito da una macchina. Quasi un opera d’arte alla Damien Hirst.

‘Al limite della notte’ racconta la storia di due ricchi quarantenni, Peter e Rebecca Harris, nati e cresciuti a New York, al culmine delle loro carriere – gallerista lui, editor lei – con una figlia universitaria a Boston, pieni di amici, ammirati e invidiati da tutti: sembrano felici. Quando però va a stare da loro il fratello di Rebecca, Ethan (detto in famiglia Erry, “l’errore”), qualcosa si muove in questo mondo dorato. Il ragazzo è un bellissimo ventitreenne, con una storia di droga alle spalle, in cerca di una strada. Accanto a lui, Peter inizia a interrogarsi sull’arte, la passione, gli artisti, il lavoro, il successo – il suo mondo, insomma, che tanto faticosamente si è costruito – e, mentre la confusione aumenta, inizia a sentirsi sempre più attratto da lui. Al limite della notte è un romanzo classico, come ha sottolineato in una bella recensione Jeanette Winterson sul New York Times, dove detta legge quella tipica confusione shakespeariana intorno al ‘genere’ , dove ‘un ragazzo che è una ragazza è un ragazzo che è una ragazza’. Così Ethan, che è la bellezza allo stato sorgivo, sembra agli occhi di Peter, Rebecca da giovanissima, che però sembrava già Ethan oggi. Ma Ethan sembra anche una scultura di Rodin, che ci insegna che la bellezza, scrive Cunningham è ‘ in realtà la normale condizione umana, e non la più rara tra le sue mutazioni’. Il premio Pulitzer, autore di Le ore, torna con un romanzo che è un viaggio nei bisogni e nei desideri più profondi dell’uomo: qual è il posto dell’amore e della bellezza nelle nostre vite? Il romanzo esce in contemporanea con gli Stati Uniti.

MICHAEL CUNNINGHAM è cresciuto a Los Angeles e vive a New York. Per Bompiani sono usciti: Le ore (1999), tradotto in ventisette lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera, Carne e sangue (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, Una casa alla fine del mondo (2001), Mr Brother (2002), Dove la terra finisce (2003) e Giorni memorabili (2007). Dal romanzo Le ore è stato tratto il celebre film interpretato da Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, mentre da Una casa alla fine del mondo è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers.

Notte della Cultura a Cesena

Sarà la poesia ad aprire la Notte della Cultura, con Mariangela Gualtieri che reciterà versi tratti da ‘Bestia di gioia’, la sua ultima raccolta pubblicata da Einaudi nel 2010. L’attore Fabrizio Gifuni e lo scrittore Emanuele Trevi insieme a lei, porranno l’attenzione su quel bene sommo che è la nostra cultura: la più vigorosa barricata contro la volgarità e l’abbruttimento attuali. ‘Ogni cosa tesa, nel tentativo di nutrire ciò che nel profondo di noi ora trema di paura e di fame’.
Dalle poesie di ‘Bestia di gioia’ prende il via quello che la Gualtieri chiama un ‘rito sonoro’. La tessitura si basa su un filo lirico, nel quale la natura e le potenze arcaiche della natura sono in primo piano. “Ciò che non muta/ io canto/ la nuvola, la cima, il gambo/…il coraggio dell’animale nella tana/ quando gli esce il nato fra le zampe…”, senza paura vengono cantate le cose più semplici, con l’intento di riportarle alla loro misteriosa, antica potenza. Accanto a questo lirismo si osa a tratti un noi accorato, straziato, rotto o severo, esortativo, secondo lo spirito epico delle più vive opere da lei scritte per il Teatro Valdoca.

Appuntamenti con Mariangela Gualtieri:
Sabato 2 ottobre presso il Chiostro di San Francesco di Cesena
per info:
www.cesenotte.com

venerdì 15 ottobre  presso il Fienile Fluo di Bologna
per info:
www.crexida.it