Giornata Mondiale della Poesia

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Sabato 21 marzo 2015 alle ore 20.00  all’ Istituto Polacco di Roma (Via Vittoria Colonna, 1) quattordici poeti da quattordici paesi diversi si sono dati appuntamento nella capitale per la Giornata Mondiale della Poesia UNESCO del 21 marzo 2015, organizzata dall’EUNIC Cluster di Roma in collaborazione con la Federazione Unitaria Italiana Scrittorie la Casa delle Letterature. Un’unica e imperdibile occasione di conoscere meglio la poesia contemporanea europea.

Tra i partecipanti: Alexander Peer per l’Austria, Elin Rahnev per la Bulgaria, Sarah Zuhta Lukanic per la Croazia, Nora Bossong per la Germania, Silvia Bre per l’Italia, Krystyna Dąbrowska per la Polonia, Ana Luísa Amaral per il Portogallo, Ruxandra Cesereanu per la Romania, Ivan Strpka per la Slovacchia, Aleš Šteger per la Slovenia, Erika Martinez per la Spagna, Eva Ström per la Svezia, Dragica Rajčić per la Svizzera e András Ferenc Kovács per l’Ungheria. L’incontro, moderato da Maria Ida Gaeta, sarà accompagnato dalle musiche di Michele Sganga eseguite al pianoforte dal compositore.  Continua a leggere

Mariapia Quintavalla, quattro poesie


QUINTAVALLAMaria Pia Quintavalla
, nasce a Parma, ma dal 1983 vive e lavora a Milano. Poetessa e narratrice, si occupa anche di critica letteraria e collabora con l’Università Statale di Milano.

Tra le sue opere di poesia: “Cantare semplice”, (Tam Tam Geiger, India-USA 1984); “Lettere giovani” (Campanotto Editore, Pasian di Prato 1990); “II Cantare” (Campanotto Editore, Pasian di Prato 1991); “Le Moradas” (Empiria, Roma 1996); “Estranea” (canzone) (Piero Manni, San Cesario di Lecce 2000); “Corpus solum” (Archivi del ‘900, Milano 2002); “Canzone, Una poesia” (Pulcinoelefante, Osnago 2002 e 2005); “Napoletana” (Copertine di M.me Webb, Domodossola 2003); “Le nubi sopra Parma” (Battei, Parma 2004); “Album feriale” (Rosellina Archinto, Milano 2005); “Selected poems” (Gradiva, New York 2008); “China. Breve storia di Gina tra città e pianura” (Edizioni Effigie, Milano 2010); “I Compianti” (Edizioni Effigie, Milano 2013).

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Milo De Angelis, tre poesie

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Era buio. Il centro di agosto era buio

come il corpo nudo. Non potevo

trovare riposo né movimento: solo il battere

del sangue sulle labbra. Il buio

giungeva dal respiro aperto, dalla freccia alata

che entra nel mondo. Il buio

era lì. Era lì, nel vertice

della prima caduta, era me stesso,

questo freddo che, oltre i secoli, mi parla.

 

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Alessandro De Santis, “Metro C”

 

MetroC_cover alta definizione[1]Nota di Aurelio Picca

Non so più cosa sia la poesia. Sarà che da ragazzo l’ho cercata come una preghiera o una punizione che

mi facesse male. Oppure mi rendesse invisibile, non per sparire ma per ripararmi da un mondo di anime morte eppure provviste di forma, liquidi, pensieri. Non volevo essere il migliore, non avevo ambizioni, se non quella di scrivere il mio nome senza il tremore della mano: in realtà la maggiore delle ambizioni. Però quando la poesia c’è, nel senso che contiene quel poco di vita che si fa poesia, non vorrei ma ci inciampo sopra perché in petto mi monta un frastuono di battaglia: un urlo muto epperò di ossa frantumate e di sangue scolato come piscio agli angoli dei muri. Continua a leggere