Alle scuderie del Quirinale Johannes Vermeer

Anticipazione

Le Scuderie del Quirinale apriranno a settembre con l’attesissima mostra “Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese”, per la prima volta in Italia dal 27 settembre 2012 al 20 gennaio 2013 una rassegna su Johannes Vermeer.

Una mostra complessa già nella sua realizzazione, infatti delle 37 opere di Johannes Vermeer conosciute nel mondo, nessuna appartiene ad una collezione Italia e solo 26 dei suoi capolavori possono essere movimentati. Otto saranno i Vermeer presenti nell’esposizione delle Scuderie del Quirinale, dalle donne “ideali” alla celebre Stradina, affiancati da cinquanta capolavori degli artisti suoi contemporanei, icone della pittura olandese del secolo d’oro, tutti accomunati da una particolare abilità per le diverse tecniche di rappresentazione della luce su materiali e superfici differenti. Continua a leggere

Tintoretto, l’artista più terribile e moderno

Arte e Poesia
a cura di Luigia Sorrentino

E’ maestosa la mostra sul Tintoretto in corso a Roma alle Scuderie del Quirinale.  ‘Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura’. Così Giorgio Vasari ritrasse Jacopo Robusti (o Canal) detto il Tintoretto (1519- 1594). Artista rivoluzionario, è tra i principali interpreti della pittura italiana del Cinquecento a non aver avuto in Italia una mostra monografica significativa. Se si esclude quella tematica dedicata ai Ritratti  tenutasi a Venezia nel 1994, l’ultima mostra sul maestro veneto risale al 1937, anche per l’obiettiva impossibilità di spostare i grandi teleri veneziani.

Tintoretto ha sempre suscitato in poeti, letterati e filosofi, una forte partecipazione emotiva. Goethe e Reynolds, Turner e Dalacroix, Stendhal e Ruskin, Prouste James, Gobetti e Sartre hanno scritto pagine penetranti sull’artista visto come un ispirato precursore della pittura moderna. Il Miracolo dello Schiavo  accoglie il visitatore. Tutta la luce cade sull’uomo nudo al quale stanno per essere cavati gli occhi e spezzati i denti. Un momento di straordinaria emozione. Interviene il santo, Marco scende su di lui per porre fine alla tortura. Un’opera che ispirerà Caravaggio ripetendola a modo suo nel Martirio di San Matteo. Continua a leggere

Lorenzo Lotto alle Scuderie del Quirinale

Dal 2 marzo al 12 giugno 2011 Le Scuderie del Quirinale ospiteranno tutta la produzione di Lorenzo Lotto con un serrato percorso che contempla tutta l’opera di questo straordinario artista, dalle pale devozionali alle grandi pale d’altare.
La mostra arriva dopo le grandi monografiche dedicate a Lorenzo Lotto – da Venezia nel 1963 e da Bergamo, Parigi e Washington nel 1998 – .  La mostra è a cura di Giovanni Carlo Federico Villa.
Nel 1509 giunge a Roma, chiamato da papa Giulio II, il talentuoso ma schivo trentenne Lorenzo Lotto. Si è lasciato alle spalle la tranquilla provincia veneta e marchigiana per il grande cantiere del classicismo rinascimentale in cui erano attivi i lombardi Bramante, Bramantino e Cesare da Sesto, i senesi Sodoma e Domenico Beccafumi, l’eccelso Michelangelo e, soprattutto, Raffaello con i suoi allievi, a fianco del quale il veneziano avrebbe dovuto lavorare.
Dopo neppure un anno, però, colui che si racconterà sessantaduenne “solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente”, abbandonerà ogni incarico, riprendendo quel vagabondare che lo condurrà all’emarginazione, subita in parte ma anche provocata, fino a spegnersi da oblato nella Santa Casa di Loreto, nelle Marche. Intanto la grande impresa vaticana era stata affidata per intero alla responsabilità di Raffaello.

Come già per Antonello da Messina, per Giovanni Bellini e per Caravaggio, la mostra sarà anche occasione per un ampio riesame degli stati conservativi e della tecnica delle opere di Lotto. Nel periodo di transizione tra le prassi pittoriche quattrocentesche e quelle che saranno le novità cinquecentesche nell’Italia settentrionale, caratterizzate da personalità quali Leonardo e Giorgione, come pure dall’ultimo Giovanni Bellini, frequenti appaiono infatti le sperimentazioni tecniche. Novità sia in merito all’uso del disegno sottostante, impiegato come base per la costruzione del dettato figurativo, sia, soprattutto, in relazione ai materiali adoperati nella pittura. Studi recenti, condotti su diverse opere di Lorenzo Lotto in collezioni pubbliche in prevalenza straniere, hanno mostrato non solo un uso disinvolto di impasti cromatici atti a ottenere colorazioni “nuove” ma anche l’impiego di pigmenti mai prima documentati in pittura, quali un giallo di antimonio in forma, ancora poco nota, di vetro macinato: probabilmente il “zalolin de vazari” citato nel Libro delle spese diverse ove Lotto annota un po’ di tutto, in un’umile cronaca fatta di commissioni di lavoro, di quadri fatti e venduti, di soldi ricevuti e da ricevere.
Analoghe considerazioni si ritiene possano farsi, alla luce di ampie e nuove campagne di analisi, per altri pigmenti quali il blu di smalto, le lacche rosse, ulteriori qualità di azzurrite e altri pigmenti che gli artisti più attenti provavano sulle loro tavolozze. Pigmenti che saranno parte delle cromie per certi versi rivoluzionarie proprio di Lotto e poi Tiziano, Tintoretto e Veronese.