Flannery O’ Connor, “Diario di preghiera”

 

o_connPrefazione di Mariapia Veladiano

Questo piccolo diario di Flannery O’Connor è la preghiera più piena che si possa concepire. Non c’è spazio per niente che non sia quello che in lei è già chiarissimo, talmente luminoso che tutto il resto è sfondo, anche la po-
tente scena del mondo che poi abiterà la sua scrittura come forma di ossessiva fedeltà.

Non è preghiera del vuoto, Signore sono qui, fa’ di me ciò che vuoi. Ciò che vuole, Flannery lo scrive senza il velo del bon ton borghese: “Per favore aiutami caro Dio a essere una brava scrittrice e a riuscire a far accettare qualche altra mia opera”; “Vorrei tanto riuscire a avere successo in questo mondo riguardo ciò che voglio fare”; “Ti prego, fa che i princìpi cristiani pervadano la mia scrittura e fa’ che i miei scritti (pubblicati) siano numerosi abbastanza per diffonderli”. Continua a leggere

Cinzia Marulli, “Percorsi”

cinzia_marulli_2Cinzia Marulli o la sfericità dell’essere

C’è leggerezza nelle poesie di Cinzia Marulli, non quella delle parole, ma del vento, delle nuvole, della nebbia. Ciò apre il cammino alla chiarezza. Al biancore. Sgretola l’oscurità, la rinchiude nell’ombra. Invita al viaggio. Ci mette in cammino sul sentiero. E riabilita, non la strada percorsa, ma, dopo di essa, il ritorno. Mi viene da pensare al poeta Piere Joris quando scrive “se ritorni, riporta il cammino con te”. Questo è un libro del ritorno, dunque, del ritorno eterno, Ma verso dove? Verso che cosa? Verso chi?
La poesia, secondo definizione, quasi, pone delle domande. E, soprattutto, è circolare. Su qualsiasi punto della sua circonferenza, essa è unita a un centro che non abbandona mai, poiché dimenticarlo sarebbe come dimenticare se stessa, divenire sciame di parole nell’eclissi delle nuvole. Queste poesie, questi “Percorsi” sono come aquiloni. Volano, si avvicinano alle nuvole, ma nessuna mano le abbandona. Ed è così, la mano del poeta, distribuisce i fili dal centro dell’esistenza. Il labirinto è lì, ma Icaro è lontano. Il poeta ha appreso la lezione della cera. Continua a leggere

C​atherine Millot, “La vie avec Lacan/ Vita con Lacan”

lacan“Ci fu un tempo in cui avevo la sensazione di aver afferrato l’essenza di Lacan dall’interno. Pensavo di avere la percezione della sua relazione con il mondo, un accesso misterioso al posto più intimo dal quale emanava il suo rapporto con gli esseri e con le cose, perfino con se stesso, era come se fossi scivolata dentro di lui.

Questa sensazione di afferrarlo dall’interno andava di pari passo con l’impressione di far parte di un senso compiuto incluso nella sua comprensione, alla cui ampiezza non riuscivo a credere.

Il suo spirito – la sua grandezza, la sua profondità – il suo universo mentale inglobava il mio come una sfera che ne contiene una più piccola.

Ho scoperto un’idea simile nella lettera in cui Madame Teste parla di suo marito. Proprio come lei, mi sentivo trasparente davanti a Lacan, convinta che conoscesse tutto di me.

Non dover dissimulare, non avere misteri da alimentare, mi faceva sentire completamente libera con lui, ma non solo. Una parte essenziale del mio essere era affidata a lui, che la proteggeva, mentre io non ne ero più gravata. Ho vissuto accanto a lui per anni in questa leggerezza.”

Catherine Millot

(Traduzione di Desiree Berlangieri di Rainews24)

Continua a leggere

David Nirenberg, “Antigiudaismo”

 

 

antigiudaismo2Nella Giornata della Memoria vi proponiamo un libro appena uscito in Italia nella traduzione di Giuliana Adamo e Paolo Cherchi di  David Nirenberg “Antigiudaismo”, sottotitolo,La tradizione occidentale” , collana La storia Viella Editrice, 2016.

L’antigiudaismo che esamina David Nirenberg in questo libro non è solo l’insieme dei pregiudizi e delle persecuzioni contro gli ebrei: è una delle modalità fondamentali con cui il pensiero occidentale ha definito se stesso e il proprio modo di interpretare il mondo in contrapposizione a una tradizione diversa.

Come spiega l’autore, «L’antigiudaismo non va inteso come un anfratto arcaico e irrazionale nel vasto edificio del pensiero occidentale, ma come uno dei principali strumenti con cui tale edificio è stato costruito». Continua a leggere

Cinque suggerimenti sulla scrittura dei romanzi

 

 

jane_smiley2di Jane Smiley

 

La cosa che mi piace anzitutto ricordare della scrittura dei romanzi è un appunto che ho visto incollato al muro della stanza di un’amica all’università magistrale: «Non vi ha chiesto nessuno di scrivere quel romanzo». Quindi scrivere romanzi è una scelta: potete sempre fermarvi, sempre continuare. Siete liberi di fare tutto quello che volete. Molti romanzieri cominciano a scrivere romanzi perché sono stati fervidi lettori. Quasi tutti i romanzi, in quanto voluminosi e difficili da tenere sotto controllo, sono imperfetti. Continua a leggere