A “Notti d’autore” Valeria Parrella

Protagonista di “Notti d’autore” il 21 febbraio 2013 alle 0.30 su Radio1 Rai è è Valeria Parrella, una giovane scrittrice napoletana che è già molto affermata nel panorama della narrativa italiana e internazionale. E’ nata nel 1974 e vive a Napoli. Ha già pubblicato numerosi romanzi, racconti, testi per il teatro; ha scritto anche un libretto d’opera per il Teatro San Carlo, ‘Terra’ musicato da Luca Francesconi in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Le sue opere sono state tradotte in Germania, Francia e negli Stati Uniti. Il suo esordio narrativo nel 2003 con una raccolta di sei racconti “Mosca più balena” con la quale ha vinto il Premio Campiello Opera Prima. Il suo primo romanzo è “Lo spazio bianco” del 2008, dal quale Francesca Comencini ha tratto l’omonimo film da lei diretto e interpretato dall’attrice Margherita Buy.

Una delle caratteristiche del carattere di Valeria Parrella è questa: è una donna che affronta la vita con passione e determinazione. Per lei non c’è non c’è nulla che non si possa risolvere, perché a tutto c’è una soluzione.

L’intervista a Valeria Parrella di Luigia Sorrentino

Valeria Parrella intervistata da Luigia Sorrentino offre a “Notti d’autore” la sua testimonianza esemplare: soltanto qualche anno fa lavorava come commessa alla Feltrinelli, poi la svolta, con la pubblicazione di “Per grazia ricevuta” (entrato nella cinquina dello Strega nel 2004). E’ stato allora che è scattata in lei la molla che ha fatto diventare la scrittura il suo mestiere .
Valeria Parrella non manca di interrogarsi su tematiche civili seguendo un principio laico ed etico, come fa nella sua “Antigone”. Chi sarebbe Antigone oggi? Se nella tragedia di Sofocle Antigone fronteggia il tiranno per dare o negare la sepoltura al fratello, Polinice, nella sua riscrittura carica d’intensità e di poesia, è il diritto “alla giusta morte” a essere al centro del racconto.

Valeria Rossella, “La città di Kitež”

Nello scaffale: Valeria Rossella
a cura di Luigia Sorrentino

Il soggetto della poesia che ha per titolo Kitež ( della quale qui sotto offriamo un frammento) si riferisce alla leggenda russa secondo la quale la città sarebbe collocata sulle rive del lago Svetlojar, che per sfuggire all’invasione dei Tartari si era resa invisibile, e appariva solo in immagine, capovolta nell’acqua. Molti pellegrini partivano alla ricerca della città miracolosa, sperando di vedere il suo riflesso sul fondo del lago o di sentire il suono delle sue campane. Si diceva che taluni vi avessero soggiornato, che circolavano delle lettere, e che mettendosi in viaggio il pellegrino non avrebbe mai dovuto svelare la sua meta.  Continua a leggere