Amara Lakhous

Amara Lakhous presenta al pubblico le due versioni, in italiano e in arabo, del suo nuovo romanzo ‘Divorzio all’islamica a viale Marconi’ (edizioni E/O).
L’appuntamento è per mercoledi 27 ottobre alle 18:00 alla Biblioteca Guglielmo Marconi, via G. Cardano, 135 di Roma.  Intervengono: Ihab Hashem, giornalista, direttore del mensile di lingua araba ‘Nur’, Zouhir Louassini, scrittore e giornalista Rai, Francesco Leggio, docente di Lingua e traduzione araba – Università San Pio V di Roma. Coordina Gabriella Sanna, del Servizio Intercultura Biblioteche di Roma.

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Amara Lakhous è nato ad Algeri nel 1970 e vive a Roma dal 1995. Laureato in filosofia all’Università di Algeri e in antropologia culturale alla Sapienza di Roma, in questa stessa università ha conseguito il suo dottorato di ricerca con una tesi dal titolo “Vivere l’Islam in condizione di minoranza. Il caso della prima generazione degli immigrati musulmani arabi in Italia”. Nel 1999 ha pubblicato il suo primo romanzo, “Le cimici e il pirata” (Arlem editore) in versione bilingue arabo/italiano, e nel 2003 ha pubblicato in Algeria il secondo romanzo in arabo, “Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda,” successivamente riscritto in italiano con il titolo “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio” (Edizioni E/O 2006). Con questo romanzo, tradotto in varie lingue, ha vinto, nel 2006, il premio Flaiano per la narrativa e il premio Racalmare – Leonardo Sciascia. Nel maggio 2010 è uscito l’omonimo film, diretto da Isotta Toso.

Inedito Mario Schifano al Macro di Roma

Con l’esposizione ‘Laboratorio Schifano’, il Macro di Roma presenta una vera e propria immersione nel cuore della creatività di una delle figure più innovative del panorama artistico internazionale della seconda metà del XX secolo.

Per la prima volta e grazie alla collaborazione fra il Museo e l’Archivio dedicato a Mario Schifano, più di duemila immagini, esposte secondo uno speciale allestimento, coinvolgeranno il pubblico, da domani fino al 6 febbraio, nell’inarrestabile flusso creativo dell’artista: un grande labirinto trasparente e percorribile, nel
quale si susseguiranno sospese inedite polaroid, fotografie e fotocopie a colori, insieme a immagini manipolate tratte da giornali e riviste e fogli di appunti, nonchè filmati inediti realizzati con materiali audiovisivi originali.

Per Schifano la fotografia fu strumento e fine di esplorazione dei nuovi linguaggi e statuti dell’informazione e della comunicazione, secondo la straordinaria attualità e contemporaneità della sua visione, espressa dalle immagini manipolate attraverso la pittura e il loro intrecciarsi e ripetersi variando.

In occasione della mostra, sarà pubblicato da Electa Mondadori un catalogo bilingue (italiano e inglese), con un testo di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola, un’intervista a Achille Bonito Oliva e un contributo dell’Archivio Mario Schifano.

Herta Muller, ‘attraverso la poesia’

Sellerio editore Palermo torna a pubblicare il premio Nobel per la Letteratura del 2009 Herta Muller, 57 anni, emigrata nel 1987 a Berlino dal Banato svevo. Questa volta nel libro ‘In trappola’, (Sellerio editore Palermo, 92 pagg., 9 euro), vengono pubblicati tre scritti di Herta Muller, che possono essere definiti incontri con una poesia intesa come vita, come pane quotidiano, come unico mezzo per sopravvivere. L’autrice riflette infatti su tre poeti e racconta del loro esprimersi in poesia, cercando nella loro esperienza la “immagine dell’essere umano”.

Attraverso la poesia, l’autrice scava stati dell’animo come emergono dalle parole clandestine di tre menti vietate, deportate, dimenticate o suicide. Riflette anche sulla condizione di chi è costretto a dover scegliere sempre tra tre categorie di appartenenza: chi collabora volontariamente, chi puo’ essere chiamato a collaborare e chi rifiuterà di collaborare lasciandosi come unica possibilità la poesia, detta o taciuta, emersa o sepolta per sempre.

La traduzione della nuova opera di Herta Muller è di Federica Venier che firma anche la Prefazione ‘E niente letteratura’, in cui scrive: “Quando tradussi il primo dei tre saggi, Herta Muller era praticamente sconosciuta in Italia. Il caso mi aveva portata a incontrarla: una piovosa domenica invernale del 1996 in Germania” e il
Premio Nobel lesse proprio ‘In der Falle’. La traduttrice ne venne subito colpita. E la stessa Venier a spiegare che nei tre brani in cui si snoda ‘In trappola’ “e’ piu’ evidente che negli altri la durezza di questa guerra.

Vesna Parun, tra lacrime e desiderio

La scrittrice croata Vesna Parun, considerata una delle maggiori poetesse dell’ex Jugoslavia, è morta oggi in una clinica di Stubicke Toplice, nel nord della Croazia, all’eta’ di 88 anni.

Nata nel 1922 a Zlarin, una piccola isola della Dalmazia, vicino a Sibenik, Vesna Parun fu costretta a interrompere l’Università a Zagabria per via della guerra. Nel 1941 si schierò con i partigiani di Tito e abbandonò definitivamente gli studi per la scrittura. I suoi “Tre canti per la Repubblica”, apparsi nel 1945,
resero Parun immediatamente celebre nella neonata Jugoslavia comunista. Alla prima raccolta poetica, “Albe e tempeste” (1947), sono seguiti una trentina di altri testi poetici, opere per bambini ed opere teatrali. Tradotta in molte lingue, nel 1995 Vesna Parun è stata candidata al Premio Nobel per la letteratura.

La decana della poesia serbo-croata è stata tradotta per la prima volta in lingua italiana nel 1998 da Jacqueline Spaccini dell’Università della Sorbona di Parigi, curatrice di “Nè sogno, nè cigno”, pubblicato dalle edizioni Spring. Il libro, che riporta la prefazione dello scrittore Predrag Matvejevic, offre una poesia-documento di violenze e di guerra in un paese amato, ma al tempo stesso da rifuggire, alla ricerca di un luogo più illuminato dal sole. E’ il messaggio storico-politico di una poetessa inquieta che ha prediletto vivere ai margini della civiltà, indecisa tra lacrime e desiderio.

Giorgio Bassani

Dieci anni fa, il 13 aprile del 2000, moriva Giorgio Bassani. Per chiudere le celebrazioni, la Fondazione Camillo Caetani ha deciso di commemorarne la figura. attraverso la sua particolare attività di critico letterario, di editore e di redattore di riviste, con due giornate di studi, 28 e 29 ottobre, che si terranno nella sua sede di via Botteghe Oscure a Roma.

Nel pomeriggio di giovedì 28, Gian Carlo Ferretti, Stefano Guerriero e Giulia Iannuzzi discuteranno dell’esperienza di Bassani presso Feltrinelli, e della sua collana di letteratura (in cui, tra l’altro, ebbe il merito di pubblicare ‘Il gattopardo’), attraverso la quale lo scrittore ferrarese tentò un rinnovamento del panorama letterario italiano.

Molto attiva, e se ne parlerà la mattina del 29, è stata anche la collaborazione di Bassani con le riviste letterarie: sin dagli anni trenta, quando fu redattore del ‘Corriere Padano’ (ne renderà conto Cristiano Spila), e quaranta, quando partecipò ad ‘Aretusa’ e altri periodici napoletani (Domenico Scarpa), e poi più tardi, nel secondo dopoguerra, quando diresse insieme a Marguerite Caetani ‘Botteghe Oscure’ (Massimiliano Tortora), e prese parte a ‘Paragone’ di Longhi (Paola Italia).

Il venerdì pomeriggio concluderanno i lavori del convegno Antonello Perli, Francesco Bausi e Alessio Milani, che indagheranno la figura di Bassani critico, e le sue interpretazioni della letteratura italiana ed europea.

Nato a Bologna nel 1916, Bassani trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Ferrara e nonostante le leggi razziali si laureò nel 1939 con una tesi su Niccolò Tommaseo all’Università di Bologna. Le sue prime opere uscirono sotto lo pseudonimo di Giacomo Marchi. Trasferitosi a Roma, fu attivo nella Resistenza, e poi, oltre alla sua attività editoriale e nelle riviste, fu sceneggiatore di film e, tra l’altro, vicepresidente della Rai negli anni Cinquanta.

Dopo alcune raccolte di versi (‘In rima e senza’ raccoglie nel 1982 tutte le sue poesie) e la pubblicazione in un unico volume delle ‘Cinque storie ferraresi’ nel 1956 con cui vinse il Premio Strega, Bassani raggiunse il grande successo di pubblicò con ‘Il giardino dei Finzi Contini’ del 1962, che nel 1970 avrà una fortunata trasposizione cinematografica firmata da De Sica.

Le principali opere successive dello scrittore, sviluppate tutte intorno al grande tema geografico-sentimentale di Ferrara, sono ‘Dietro la porta’ (1964); ‘L’Airone’ (1968); ‘L’odore del fieno’ (1973), riunite nel 1974 in un unico volume, insieme con il romanzo breve ‘Gli occhiali d’oro’, (1958), dall’emblematico titolo ‘Il romanzo di Ferrara’.