Vi ripropongo l’intervista ad Adonis, pseudonimo di Ali’ Ahmad Said Esber, nato a Kassabin, in Siria, nel 1930, che per scelta, considera la sua vera patria il Libano. Attualmente Adonis vive a Parigi. E’ uno dei maggiori poeti nel mondo. La bellezza dei suoi versi è tutta nella meraviglia delle immagini, nell’intreccio di metafore, nelle “metamorfosi”, autentiche “migrazioni” nella storia del mondo arabo e islamico. L’intervista è stata realizzata in Italia in occasione dell’uscita del poema Storia lacerata nel corpo di una donna – nell’eccellente traduzione di Fawzi Al Delmi – pubblicato da Guanda. Temi centrali dell’intervista: la donna, l’uguaglianza, la libertà di stampa.
Sotto il video dell’intervista (maggio, 2009)
http://www.rainews24.it/ran24/clips/2009/06/adonis_12092009.flv
Fabriano, maggio 2009
Intervista di Luigia Sorrentino
Adonis, qual è il tema di questo nuovo poema?
E’ un poema che parla di Agar che era la concubina di Abramo il padre di tutti i profeti. Questa donna fu cacciata via nel deserto con il proprio figlio. Il poema parla della condizione di questa donna che poi rispecchia la condizione della donna attuale.
Perché ha posto la donna al centro della sua prospettiva poetica?
Ci sono diverse idee che percorrono questo poema, ma cercherò di sintetizzarle in due. La prima idea riguarda le religioni, soprattutto le religioni monoteiste. E’ un tema che va trattato, che va risolto perché diversamente non si possono risolvere i problemi attuali. La seconda idea riguarda la liberazione della donna. La donna non viene dalla costola di Adamo, ma deve essere considerata pari a lui. Alla base del pensiero dominante nella religione la femminilità costituisce un problema, e questa idea deve essere cambiata. Per questo motivo faccio di Agar il primo modello di donna ribelle. Ed è impossibile che questa rivoluzione possa essere attuata nel suo percorso se non si riconsidera e se non vengono rivisitate le religioni monoteiste.
Il tema della donna è infatti presente in molti aspetti della sua scrittura…
E’ presente in tutti gli aspetti della mia scrittura. Io guardo all’uomo e alla donna non in quanto esseri appartenenti a una religione, ma a una società civile. La religione, invece, deve essere assolutamente individuale, perché quando diventa estensione sociale si rovina tutto.
Adonis, quali sono gli ostacoli che vanificano il dialogo tra l’Islam e l’Occidente?
Perché possa esserci un dialogo noi dobbiamo riconoscere l’altro in modo che quando parla possiamo anche ascoltarlo. Le religioni monoteiste non riconoscono l’altro, lo rifiutano. Si dice che vi è un solo dio. In realtà ve ne sono tre: il dio nella Torah ha una sua peculiarità. E il dio nel Cristianesimo è all’opposto di quello che è il dio nella Torah. E il dio islamico è ancora opposto agli altri due. Quindi, se andiamo in profondità, nessuno riconosce l’altro.
Crede che stiamo andando nella direzione giusta? Verso un mondo riconciliato e tollerante?
Non credo. Le cose stanno andando sempre peggio e io personalmente rifiuto la tolleranza. La tolleranza è un altro razzismo mascherato. Sono per l’eguaglianza. L’uomo è per l’eguaglianza e non per la tolleranza.
Adonis, il problema della libertà di stampa è al centro del dibattito internazionale. Perché gli scrittori vengono messi in difficoltà? Perché non possono esprimere liberamente le proprie idee?
Ha ragione, è un problema di carattere internazionale. E’ un problema che non riguarda soltanto il mondo islamico, ma anche l’occidente. L’unica differenza è il grado di limitazione di questa libertà. La libertà di stampa è molto limitata nel mondo islamico e noi scrittori combattiamo per avere maggiore libertà. Ma questo problema riguarda anche l’Occidente. Quindi anche in Occidente la libertà di stampa è molto limitata. Vi sono delle situazioni in cui è vietato parlare. In occidente si commette un errore se si parla solo della limitazione della libertà di stampa nei paesi musulmani, perché nel mondo occidentale si ha lo stesso problema. Per esempio, perché si parla di fondamentalismo islamico e non di fondamentalismo ebraico, o cristiano?
Quali sono i paesi in occidente che limitano la libertà di stampa?
C’è da fare una precisazione che riguarda in particolare, la poesia. La poesia araba è sempre stata contro la religione, e oggi è ancora così. Ci sono degli argomenti di cui non si può parlare in Francia, in Italia, in Germania e in Spagna.
Di che cosa non si può parlare?
Per esempio di tutto quello che riguarda la storia ebraica.
E’ la questione palestinese? Che significa per lei?
Se si ricorda ai tempi del comunismo bastava che un poliziotto guardasse uno scrittore per dire che lo scrittore oggetto del suo sguardo era limitato nella libertà di espressione! Oggi Israele distrugge un paese intero, distrugge le case, gli ospedali, le scuole, e nessuno osa parlarne. Ci sono delle verità religiose, perché c’è un ritorno impressionante alla religione. Ho notato che si può criticare l’Islam, ma che nessuno osa criticare l’ebraismo… Come fa uno scrittore civilizzato di oggi accettare la nascita di uno stato religioso? Perché criticare lo stato islamico e i paesi islamici se non si ha il coraggio di criticare lo stato religioso da secoli? C’è soltanto da capire che il problema della libertà di espressione è un problema più generalizzato. Dico, ancora una volta, che l’Europa sta perdendo la sua dimensione etica.
Barak Obama. Il nuovo presidente degli Stati Uniti. Come vede questa nuova Era degli Stati Uniti?
Può darsi che Obama sia migliore di altri presidenti che l’hanno preceduto, come individuo… Ma l’individuo vive all’interno delle sua Istituzione. Secondo me il conflitto più importante che sta affrontando Obama non è un conflitto esterno, ma interno. Un paese come gli Stati Uniti dove ci sono state anche rivoluzioni a livello tecnologico e scientifico, invece di trasformare il mondo in un’università, si sta trasformando in una caserma.
Adonis, qual è la forza della poesia?
E’ la forza della poesia che mi fa dire queste cose. La forza della poesia viene anche dalla forza dell’amore. Quindi c’è questo triangolo tra poesia, amore, cultura e amicizia che terranno solido questo mondo.
Ci sarà, secondo lei uno Stato palestinese?
Non credo che possa esistere uno stato palestinese malgrado tutto quello che si sta dicendo. Israele cerca di guadagnare tempo, continuamente. Israele non rifiuta soltanto uno Stato palestinese, ma cercherà di cancellare addirittura, il nome Palestina. E ucciderà i palestinesi a uno a uno. Questa è una grande responsabilità etica che riguarda l’Occidente. L’Occidente sta assistendo alla cancellazione di un paese intero. Li stanno annientando già da cinquant’anni. Mandano aiuti, pane, grano… La questione palestinese non è una questione di assistenza e di aiuti umanitari, ma è la questione di un popolo, di uno stato.
E il terrorismo palestinese, i kamikaze?
Il terrorismo palestinese è una reazione. Io sono contro il terrorismo naturalmente, ma per combattere il terrorismo dobbiamo chiederci ‘perché?’ Se io vengo a casa sua e distruggo la sua casa… lei che cosa fa? Non si può eliminare il terrorismo se non vengono eliminate le cause, i motivi. Quindi, dobbiamo pensare alla cause.
La questione irachena è risolta, secondo lei?
Sono sempre stato contro Saddam Hussein e contro ogni dittatura. Speravo che l’eliminazione di Saddam Hussein potesse avvenire per mano degli iracheni stessi, senza l’intervento delle forze statunitensi. Oggi le forze americane dovrebbero uscire dall’Iraq. Il popolo iracheno troverà il modo per ristabilire la propria libertà e l’indipendenza del proprio futuro. Le questioni che riguardano le divisioni confessionali sono un’invenzione, sono una cosa non reale alimentata dall’esterno. Ci sono più conflitti tra protestanti e cattolici che fra sciiti e sunniti. Perché le varie confessioni cristiane riescono a convivere in pace? Perché tra i musulmani questo non è possibile? Il motivo, quindi, è quello di un colonialismo che viene dall’esterno.
Veniamo alla questione del nucleare. Che cosa pensa del presidente iraniano, Ahmadinejad?
Innanzitutto sono contro qualsiasi stato teologico. Quindi sono contro Akmadinejad in quanto presidente di uno stato religioso, ma sono alcuni principi… Però io credo nei principi… perché, ad esempio, Israele può avere la bomba nucleare e un paese come l’Iran non può averla? E quindi, come principio, dobbiamo combattere l’argomento nucleare. E dobbiamo combattere e annullare del tutto qualsiasi armamento nucleare.
Lei è nato in Siria, ma ha scelto come seconda patria il Libano. Come ha vissuto le due ultime guerre in Libano, guardandole dal di fuori, perché lei vive a Parigi…
Quasi per nulla Israele ha distrutto un paese intero…
Lei potrebbe essere il futuro Nobel per la Letteratura… Lo so, non bisogna dirlo … Allora mi dica come fa a dire le cose che dice e a non correre rischi per la sua vita?
Se l’uomo crede davvero nella verità deve pagare il prezzo… O perlomeno, deve essere disposto a pagare il prezzo… E io sono disposto a pagare il prezzo per la libertà.
Perché andò via dalla Siria?
Ho lasciato la repressione. Ho lasciato la Siria già dal 1956. Era un regime totalitario inaccettabile. Per vent’anni non sono riuscito a ritornare in Siria, ora invece, posso ritornare….
Da: Storia lacerata nel corpo di una donna, di Adonis, Guanda 2009, Trad. Fawzi Al Delmi
La donna
(appare con suo figlio, sofferente come se avesse
appresso soltanto la morte)
La terra che una volta era silenzio e sonno,
ecco ora parla,
apre gli occhi,
si infila sotto le mie vesti,
il mio petto pulsa col suo.
Mi alzo, mi pettino i capelli,
giro il volto verso il mio amore.
Le radici che affondano in questa terra,
sono le mie radici.
L’acqua di Zamzam scorre nelle mie vene
come un altro sangue.
Ora l’universo mi si è chiuso in faccia:
il mio bambino è un crepuscolo totale
in cui mi frammento,
osservo un astro, sento come se dormissi
fra le sue braccia.
Testimonio ora che la natura
è la prima e l’ultima cosa a cui appartengo.
(silenzio)
Che cosa dico ora ai miei avi?
E’ meglio che restino come sono, fratelli degli astri.
Che le loro viscere intonino il canto della natura.
Che offrano a Iside il Nilo, la terra e le parole.
No, non sto delirando, ma
non sarò io la preda: ascolto e cancello
il volto di Iside e degli astri. E dimentico,
su di me girano coppe senza ebbrezza.
E senza giudizio “Qui siamo giunti,
e il Signore dei soldati guida i nostri passi.
Abbiamo bruciato il loro raccolto, distrutto
tutto ciò che hanno costruito,
annientato la loro progenie”.
Che cosa dirò, ora, ai miei avi?
Se c’è un Dio
veramente unico, perché
non dice ai suoi figli:
siete tutti uguali?
E perché gli dice: uccidete questi?
Perché
preferisce questo a quello? Dà a questo
la casa di quello? E consente a questo
di dominare e ordina a quello
di essere servo e schiavo?
Dovrei forse, come sussurra la luce, toccare i miei seni,
la vagina, l’interno delle cosce,
per distinguere il senso della creazione?
I miei occhi sono sabbia,
il mio volto è sole
per un Sud che è Nord,
per un Oriente che va a Occidente.
O mistero, sei forse sabbia?
Il seno è forse il primo canto della polvere?
Che cosa è questa creazione?
Che cosa è questa lingua astuta?
Prendimi la mano, o amore, prendimi
per potermi liberare dalle catene delle sue orbite.
L’intervista a Adonis è stata realizzata da Luigia Sorrentino il 24 maggio del 2009 a Fabriano nel corso della Seconda Edizione del Festival di Poesia, Arte, Musica e Cinema, Poiesis “Anima Faber” curato da Francesca Merloni.
Adonis è superlativo, un vero tempio di poesia.
E tu Luigia, come ti sei sentita ad intervistare un personaggio simile ?
Caro Bruno, è vero, Adonis in se stesso rappresenta la poesia, e, la rappresenta, in tutto il mondo arabo العالم العربي
Adonis è un poeta molto illuminato e molto disponibile.
Ama molto parlare del suo lavoro sulla poesia che si fonda sempre su tematiche attuali e di ampio respiro.
In Storia lacerata nel corpo di una donna Adonis parla, ad esempio, della condizione della donna nei paesi arabi, ma anche del principio di uguaglianza tra gli esseri, (egli stesso dichiara nell’intervista che rifiuta la tolleranza definendola una forma di razzismo), e della tibertà di stampa.
Temi di enorme attualità, eppure l’intervista è di due anni fa.
La grandezza dei poeti, Bruno, sta nella straordinaria capacità di lavorare sul proprio tempo, e, talvolta anche nella capacità di precedere il proprio tempo.
Davanti a Adonis, al ‘suo tempio’, come dici tu, mi sentivo ‘a casa’. Si, perchè le parole del poeta e della poesia riportano l’individuo a una dimensione umana.
Chi ti parla di umano, di ‘questione umana’ oggi, Bruno?
Forse, solo i poeti. Per questo sono convinta che dovrebbero essere ascoltati di più, letti, di più.
La grandezza del poeta, dimenticavo, sta anche nella capacità di ascoltare e di farsi ascoltare…
Due meravigjie poetike siriane: Nizar Qabbani e Adonis, il primo rivoluzionario del’amore nel mondo arabo e l’altro rivoluzionario del pernsiero umano e del’ ugualianza umana. Quanto mi piacerebbe metterli insieme!