Opere Inedite, Alessia Scacchi

Alessia Scacchi definisce la poesia “l’unica strada per la conoscenza del reale, in simbiosi con l’immaginario.”

“Quella leggera tempesta d’inverno che agiva costante, all’intersezione tra la persiana di una casa romana di pochi metri e un cielo colorato da cento e più luci di un giallo elettrico, s’impresse al mio sguardo come può il verde brillante di un prato che in primavera si agghinda di fiori, i bianchi narcisi; bassi, nel folto di un’erba incorrotta, essi si affacciano al sole, prudenti.
Io ero, in quel candido aprile, nel mezzo delle gramigne e mi soffermavo, assorta, al lento frusciare dei faggi di una lontana isola di medioevo che ancora racchiude e protegge un’infanzia felice e sfacciatamente contadina.
Questi ricordi mi portano al primo pensiero poetico quando, piccina – seppure di forte corporatura, guardavo e parlavo ad un olmo, un fulgido e umbratile olmo dalle fruscianti foglie; all’ondeggiar del vento parevano pormi i saluti di una natura, quella della Talenti degli anni Ottanta, sopravvissuta all’onta della cementificazione. È come se il ritmo di quelle leggiadre fronde mi avesse sospeso nel tempo e avesse abituato il mio corpo ad osservare i particolari inattesi, le controversie di un reale inspiegabile se non negli schemi di una schiacciante normalità.
Io ero a-normale: avevo una splendida madre trentenne, che sola cresceva una bimba sognante; avevo un padre che assomigliava ad un babbo natale con accento napoletano; convivevo con una zia – seconda mamma – che studiava e piangeva alle difficoltà di un’università occupata; abitavo una casa che assomigliava alle dimore dei Lillipuziani, in una Roma borghese che ostentava un incerto potere economico; ma, oltre questo, avevo uno sguardo attento e intollerante alla presunta normalità…”
di Alessia Scacchi  Continua a leggere

Arte e poesia, parole & figure

parole & figure è una mostra che può essere considerata “libro con le pagine aperte sulle pareti“. In programma al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona di Chieti dal 17 aprile al 17 luglio 2011, la nuova esposizione del museo svizzero pone al centro della propria indagine la relazione fra l’immagine e il testo.

La rassegna, ospitata nell’affascinate dimora ottocentesca – oggi divenuta museo attento ai linguaggi dell’arte contemporanea – percorre lo spazio in cui confluiscono la pittura e la scrittura. Un territorio dai contorni ambivalenti in cui dipinti, collages, disegni, libri d’artista e altri inaspettati supporti rivelano l’avvincente dialogo che si crea quando l’immagine diventa parola espressiva e la parola si fa immagine. La scrittura, infatti, se sottratta dal suo ruolo puramente verbale, può assumere lo stesso valore della figura. Entrambe possono essere considerate materie simili; modalità espressive in grado di convivere e capaci di generare immagini nuove.
Henri Michaux [Senza titolo] 1994

Con una selezione di oltre un centinaio di opere, si compone nelle sale del museo un flusso improvviso di figure, lettere e cifre. Risalta la mano dell’artista che dipinge, disegna, traccia, scrive liberando il gesto che scioglie le linee; che fa nascere figure e lettere con l’effetto di colori ravvivanti.parole & figure è curata da Matteo Bianchi che – dopo il successo di arte e natura (2009) e collage (2011) – conclude il trittico di rassegne collettive a tema realizzate per il Museo Villa dei Cedri. Continua a leggere

Alberto Pellegatta, L’ombra della salute

Lo Specchio Mondadori dedica un nuovo spazio ai giovani poeti emergenti pubblicando quattro delle voci più giovani della poesia contemporanea: Fabrizio Bernini, con L’apprendimento elementare, Carlo Carabba con Canti dell’abbandono, Alberto Pellegatta con L’ombra della salute e Andrea Ponso con I ferri del mestiere.
Dopo Fabrizio Bernini e Carlo Carabba, oggi è la volta di Alberto Pellegatta.

“Nel suo segno sottile e impeccabile, Alberto Pellegatta riesce a esprimere il senso di un’esperienza esistenziale sensibilissima, partendo spesso da grandi esperienze pittoriche. Tra queste, per esempio, gli oli veneziani di Turner, quelli che rappresentano la chiesa della Salute. Ma la sua lirica si addensa e arricchisce nella ricerca di corrispondenze con altre discipline ancora, dalla letteratura scientifica alla filosofia, oltre che dai maggiori modelli della poesia del Novecento. L’esito è quello di una precocissima maturità, segnata da un non comune, elevato rigore intellettuale e da un senso della parola che conferisce vari strati di profondità acuta al suo percorso.”
(dalla quarta di copertina) Continua a leggere

Opere Inedite, Daniele Beghè

Daniele Beghè mi scrive questa lettera che pubblico integralmente.
Mi piace molto ciò che scrive Daniele . Daniele non si rivolge soltanto a me, ma ai lettori del blog. Ed è per questa ragione che rendo pubblica la sua lettera.

Daniele merita una risposta da noi tutti.  

Naturalmente, ringrazio Daniele per avermi scritto.

Per prima cosa dico a Daniele: “Lei deve continuare a scrivere, non posso però dirle ‘come‘. Deve scoprire lei, piano piano, la ‘sua’ voce.”

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Dante Maffia, la donna che parlava ai libri

La donna che parlava ai libri, di Dante Maffia, EdiLet, Edilazio Letteraria, 2010

«Grazie del libro prezioso che Ricci non mi aveva fatto ancora avere… Maria Esther Vasquez e Horacio Armani mi hanno riferito che hai un bagno nella tua casa con le tigri sulle mattonelle. Un omaggio a me. Maria afferma che tu sei il Borges europeo. Non so se augurartelo…»

“È lo stralcio d’una lettera che non avrebbe nessuna rilevanza se Dante Maffìa non avesse dato prova di avere delle reali affinità con il grande Argentino. Intanto anch’egli è dotato di una memoria prodigiosa, anzi sbalorditiva, anch’egli ha letto e riletto migliaia di opere, anch’egli crede nelle “finzioni” letterarie. Prova ne è questo libro di racconti che non si esagera a definire capolavori per l’invenzione, il ritmo narrativo, la pastosità linguistica, la poesia che sgorga improvvisa da illuminazioni, annotazioni, sconfinamenti oscillanti tra metafisica e realismo.
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