Opere Inedite, Mario Benedetti

Oggi a Opere Inedite leggiamo la poesia di Mario Benedetti. Un poeta già affermato nel panorama della poesia italiana del secondo Novecento di cui ho scritto in questo blog qualche tempo fa quando è uscito il suo libro Materiali di un’identità (potrete rileggere cliccando qui).

Mario Benedetti mi scrive una nota sulla poesia che riporto fedelmente, integralmente e volutamente, senza alcun commento: “Riesco a scrivere soltanto una breve nota perché la condizione del poeta e della poesia merita una riflessione lunga, complessa di cui possiedo unicamente barlumi offuscati. Premetto che non posso ritenermi uno scrittore già bellamente avviato ad una carriera, a qualunque livello essa sia considerata. Potrei riconoscermi un poco nelle biografie del poeta russo Sergei Esenin o dell’artista figurativo Alfred Kubin: diciamo grandi ‘talenti’, e poi grandi risultati, loro di certo, irregolari. Io, nella mia misura, ho avuto una inclinazione diciamo “nascosta’, troppo precaria e ‘sofferta’ per cui sento che potrei smettere davvero di scrivere. Oggi dubito di tutto. Continua a leggere

Fabrizio Centofanti, Non superare le dosi consigliate

Non superare le dosi consigliate, di Fabrizio Centofanti, Effatà Editrice 2008

Dalla prefazione di Giuseppe Panella
DI CERTE COSE CHE SI DICONO MEGLIO IN PROSA
Le “dosi” letterarie di Fabrizio Centofanti

1. Pagine del libro della vita
Quasi ogni giorno, oberato o no che sia di lavoro fisico e mentale, affaticato oppure assonnato, sia che riposi nella calma di una pausa strappata alla sua vita frenetica o sia pur sempre preso dalla fretta dell’esistenza materiale e in preda alle animose necessità della vita quotidiana e della sua opera pastorale, Fabrizio Centofanti trova il tempo di scrivere una pagina di meditazione attenta e sofferta sul mondo e sulle sue vicende liete e/o avverse. Sono dosi brevi ma corpose e spesso aspre di “medicina letteraria”. Sono pagine per la vita e parole in attesa di qualcosa di meglio e di più consolante rispetto alle fragorose e temibili vicende scandite dal tempo dell’oggi. Continua a leggere

Arte e poesia, Woyzeck

Woyzeck, lo spettacolo di teatro carcere in scena il 6 giugno prossimo a Ferrara, realizzato grazie all’impegno del coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna. Un esempio, un momento per riflettere su quanto si può fare per il recupero e il reinserimento dei detenuti, una problematica sociale che in pochi hanno il coraggio di accettare e di affrontare.

L’appuntamento è per lunedì 6 giugno ore 21.00 al Teatro comunale di Ferrara – Teatro Nucleo e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, presentano Woyzeck di Georg Büchner, Laboratorio teatrale della CASA CIRCONDARIALE di Ferrara, regia Horacio Czertok, collaborazione alla regia Andrea Amaducci, scena e costumi Remi Boinot, immagini Marinella Rescigno, con il sostegno del Comune di Ferrara e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara. Continua a leggere

Tutte le poesie di Anna Cascella Luciani

Martedi 7 giugno alle 20.30, al Centro Culturale Bibli di Via dei Fienaroli, 28 (Roma) Giulio Ferroni e Elio Pecora presentano Tutte le poesie (1973-2009) di Anna Cascella Luciani, Gaffi Editore 2011 (€ 23,75).

Le poesie di Anna Cascella Luciani (nella foto di Dino Ignani) – disperse in libri da tempo esauriti, edizioni d’arte, antologie, riviste, incisioni radiofoniche, circondate da un autentico culto di critica e pubblico, insieme a numerosissimi inediti – vengono ora alla luce in un’edizione rivista personalmente dall’autrice. Una voce che sa declinare il tema d’amore, dell’impegno civile, del ricordo come dell’invettiva, in una scrittura tesa, appassionata, ironica, allusiva. Il saggio critico di Massimo Onofri che introduce il volume ripercorre la rigorosa e appartata vicenda poetica di Anna Cascella Luciani, e ne mette in luce definitivamente la forza del pensiero e dello stile.
 I gesti della poesia, nei versi di Anna Cascella Luciani
di Domenico Vuoto

“Se si può parlare di necessità riguardo alla poesia, essa consiste nel conferire senso agli oggetti del reale e ai grandi valori antropologici: nel rinominarli sottraendoli alla nominazioni o rinominazioni correnti, agli usurati criteri dell’utile, alle convenzioni, al consumismo culturale che si nutre anche ( paradossalmente) di un fare poetico dominato da compunti o lacrimevoli lirismi, da studiate semplificazioni della parola e del verso o, al contrario, da un neo-neoavanguardismo che tutto mescola e tritura in poltiglie fragorose (una tecno-poesia), o dai cascami di un neoermetismo che si affida a un gioco di inintellegibili cortocircuiti verbali.
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Gli indimenticabili, Tommaso Landolfi e Giorgio Manganelli

Mercoledì 8 giugno alle ore 18,00
alla Casa delle Letterature (Piazza dell’Orologio 3, Roma) Andrea Cortellessa, Giovanni Maccari, Raffaele Manica, Salvatore S. Nigro e Emanuele Trevi parleranno di Viola di morte di Tommaso Landolfi e Ti ucciderò, mia capitale di Giorgio Manganelli, entrambi editi da «Biblioteca Adelphi». (Nella foto da sinistra a destra,Tommaso Landolfi e Giorgio Manganelli)
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