Al via TeramoPoesia, Milena Vukotic legge Sylvia Plath

A cura di Luigia Sorrentino

La sesta edizione della rassegna del capoluogo abruzzese si aprirà mercoledì 29 febbraio alle 18.30 nella Sala San Carlo con i sonetti e le favole di Carlo Alberto Salustri, alias Trilussa, lette da Lillo, attore del noto duo comico televisivo.

Tre degli incontri in programma sono, inoltre, dedicati alla poesia nord-americana. Si comincia con Sylvia Plath, la cui scrittura e sentimento d’inadeguatezza saranno commentati giovedì 8 marzo da Melania Mazzucco; i suoi versi invece saranno letti dall’attrice Milena Vukotic.

Giovedì 19 aprile toccherà a Wallace Stevens, interpretato da Fabrizio Gifuni, accanto all’intervento critico di Valerio Magrelli. Il 26 aprile sarà la volta di Walt Whitman con l’intervento dello scrittore Edoardo Albinati, mentre a dar voce all’opera whitmaniana sarà Sandro Lombardi.

Altri due appuntamenti, in programma giovedì 22 marzo e mercoledì 4 aprile, vedranno insieme rispettivamente Bruno Galluccio, Gabriele Frasca e Marco Giovenale in “Poeti e poetiche”, a cui seguirà “Bestia di gioia” con Mariangela Gualtieri.

Racconto un aneddoto legato alla poesia Lady Lazarus di Sylvia Plath.

La poesia della Plath è uno dei testi che lessi a Vittorio Gassman nel sostenere il terzo e ultimo provino a Roma, (dopo le precedenti due preselezioni presidedute, tra gli altri, da Paolo Giuranna e Vittorio Esposito) al Teatro Trastevere (ndr. oggi Cinema Trastevere Multisala) per entrare alla ‘Bottega’ di Firenze, diretta da proprio da Vittorio Gassman. 

A Vittorio piacque molto quella mia lettura, tant’è che mi prese nel gruppo di 30 allievi attori. Il particolare che mi colpì e che vi racconto, sta nel fatto che Vittorio, prima che iniziassi la lettura, mi chiese se conoscevo il nome del traduttore.  «Naturalmente»  risposi  «la traduzione è di Giovanni Giudici, ed è una poesia della Plath pubblicata postuma e contenuta nella raccolta Ariel ». 

Credo che quella risposta sia stata fondamentale per superare l’esame.  «Bene» mi rispose, e poi, con quel suo inconfondibile tono mi chiamò affettuosamente:  «P a r t e n o p e a!»

Alla fine del provino, e a sorpresa, Gassman mi chiese di leggergli una delle mie poesie, e io gli lessi “C’è un padre” che avevo già scritto (ndr. la maggior parte delle poesie contenute in quel libro pubblicato nel 2003, infatti, sono poesie giovanili che avevo già scritto alla fine degli anni Ottanta).

Ebbene ora posso dirlo:  Vittorio mi scelse perché avevo già  «la conoscenza della notte».

(Nella foto l’attrice Milena Vukotic).

Lady Lazarus

L’ho rifatto
Un anno ogni dieci
Ci riesco

Una specie di miracolo ambulante, la mia pelle
Splendente come un paralume nazi,
Il mio Piede destro,

Un fermacarte
La mia faccia un anonimo, pefetto
Lino ebraico.

Via il drappo,
O mio nemico!
Faccio forse paura?

Il naso, le occhiaie, la chiostra dei denti?
Il fiato puzzolente
In un giorno svanirà.

Presto, ben presto la carne
Che il sepolcro ha mangiato si sarà
Abituata a me

E io sarò una donna che sorride.
No ho che trent’anni.
E come il gatto ho nove vite da morire.

Questa è la Numero Tre.
Quale ciarpame
Da far fuori a ogni decennio.

Che miriade di filamenti.
La folla sgranocchiante nocioline
Si accalca per vedere

Che mi sbendano mano e piede
Il grande sporgliarello.
Signori e signore, ecco qui

Queste sono le mie mani,
I miei ginocchi.
Sarò anche pelle e ossa,
Ma pure sono la stessa, identica donna.
La prima volta sucesse che avevo dieci anni.
Fu un incidente.

Ma la seconda volta ero decisa
A insistere, a non recedere assolutamente.
Mi dondolavo chiusa

Come una conchiglia.
Dovettero chiamare e chiamare
E staccarmi via i vermi come perle appiccicose.

Sylvia Plath (1965)
Trad. Giovanni Giudici

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