La vostra voce, Mariapia Altamore
a cura di Luigia Sorrentino
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Autopresentazione
Maria Pia Altamore nasce come attrice comica già sui banchi della scuola elementare e a furia di sentirsi dire “sei una buffona”, piano-piano si è insinuato in lei il desiderio di imparare a fare l’attrice. Nei primi anni Ottanta si dedica alla formazione: corso di teatro e recitazione con Vito Elio Petrucci, impostazione della voce con Tonino Conte al Teatro della Tosse. Altro corso Continua a leggere
Monthly Archives: luglio 2012
René Char, “Ricerca della base e della vetta”
Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino
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René Char, Ricerca della base e della vetta (Mimesis Edizioni), 2011
Come l’uomo dovrebbe “abitare” la terra? Nella ricerca estetica e anche etica della base e della vetta. Attraverso queste metafore, il poeta René Char dimostra di credere nel linguaggio come alleanza armonica tra immaginazione e natura. Un libro visionario e letterario, in cui il lettore è coinvolto attivamente. Autobuiografia, parola civile, celebrazione della pittura e della poesia, sono gli strumenti della poetica di un autore sia abissale che militante. Char mostra infatti tutto il potere etico della bellezza. In questo compito gli sono vicini i migliori artisti del suo tempo. Da Braque a Mirò, da Balthus, a Gaugin che questo libro descrive affettuosamente come suoi “alleati”. Continua a leggere
Salvatore Sblando, “Due granelli nella clessidra”
Nello scaffale, Salvatore Sblando
“Due granelli nella clessidra”
a cura di Luigia Sorrentino
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Devo ringraziare tutti coloro che mi inviano i loro libri di poesie – di poesia mi inondano – come questo “Due granelli nella clessidra” che mi arriva con il nome di un nuovo giovane poeta, Salvatore Sblando. Dirvi grazie, è davvero poco, meritate molto, molto di più, ma faccio quel che posso per far ascoltare la vostra voce. Mi dà conforto, sentire che una parte di questa nostra Italia è contaminata dalla poesia: alla poesia chiede, alla poesia dà. Mi consola sapere che c’è chi, come Salvatore, si interroga sul destino del mondo, e interroga il tempo – il nostro tempo qui – e lo fa con amore per la vita, seppure nella consapevolezza della nostra imperfezione. Continua a leggere
Opere Inedite, Lorenzo Pezzato
Opere Inedite, Lorenzo Pezzato
a cura di Luigia Sorrentino
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Il progetto “Feisbuuc”
<<Il social network ha la capacità di modificare anche la struttura, il sistema dell’editoria moderna, il rapporto tra autore, editore e lettore. Ieri un autore doveva cercare un editore per torvare un pubblico. Oggi un autore può cercare un pubblico per trovare un editore.>>
di Lorenzo Pezzato
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Ancora una poesia di Anna Maria Carpi

24 DICEMBRE, i quotidiani
danno spazio ai temi “spirituali”.
Nessuno dice no. Non si sa mai.Ne parlano due illustri
già sugli ottanta e oltre,
su quell’ultimo tratto della vita
così sbiadito da non poter più sbagliare.
In reciproca stima stabiliscono:
ci unisce il domandarci
chi siamo e dove andiamo, ci divide
Cristo.
Figlio di Dio per l’uno, ma per l’altro
solo creduto tale
e noi soltanto un infimo episodio
della materia in evoluzione:
ci estingueremo
e con noi ogni immagine,
Solo immani silenzi.
Cos’era il tutto? Nulla.
Senza senso.
E’ la notte dei tempi che ritorna.
Scuote la testa il primo:
la creazione è amore,
amore, amore e noi vi siamo immersi,
il dolore è finito e l’io placato,
noi tutti insieme come nevi eterne,
in un fulgore che non avrà fine.
Ma anche questo io non so se mi piace.
Pentiti, intima il commendatore
a Don Giovanni, per tre volte pentiti,
e lui “no”, grida, “no” e ancora “no”.
Solo in quell’uno che vuol far diverso
c’è un senso, una gioiosa
sanguinosa traccia di un dio.
A ME, PERCHE’ ? Di così poco emergo,
nulla è il mio nome,
e non so più neanche se m’importa.
Mandano poesia edita, inedita
e in umiltà mi chiedono un parere.
Umiltà?
Soltanto in qualche donna
(“mio tremante respiro, mio me stessa”).
Io mentire non voglio e se ho riserve
le avanzo gentilmente:
“forse sbaglio”, “mi pare”, “non mi badi”.
Ma i brontosauri ergono la cresta
verde rossa celeste,
mormorano un primordiale “io non vengo capito”.
Ma questi due di oggi fanno pena,
sono anziani insegnanti,
vive l’uno in Toscana, l’altro nel milanese.
Si fanno avanti:
opera prima l’uno, l’altro
è una vita
che scrive e stampa e non gli danno retta.
Quanto ci ho lavorato,
mi legga, dica:
non sono meglio io di tanti altri?
Non c’è domanda più disperata.
Ma in che sarei diversa io da loro?
Anche Zanzotto canta in Vocativo:
o miei mozzi trastulli,
pensieri in cui mi credo e vedo,
ingordo vocativo,
decebrato anelito.