Qual è il valore di un inedito di Charlotte Bronte?

Un inedito manoscritto della giovanissima Charlotte Bronte (1816-1855), una poesia scritta all’età di 13 anni, è stato venduto all’asta dalla casa Bonhams di Londra per 92 mila 450 sterline (circa 107mila euro). Un prezzo da record stellare, più che doppio rispetto alla stima (40 mila). Un anonimo collezionista privato inglese pur di aggiudicarsi il minuscolo pezzo di carta su cui è scritto il componimento, che si può leggere solo con una lente di ingrandimento, non ha badato a spese ed ha ingaggiato una gara al rialzo con altri tre pretendenti.

Il poema intitolato “I’ve been wandering in the greenwoods” (Io ho vagato nelle foreste) è firmato “C. Bronte” ed è datato 14 dicembre 1829. L’autografo dell’autrice di “Jane Eyre” è stato battuto dalla casa Bonhams insieme ad oltre 260 manoscritti raccolti in 40 anni dal collezionista Roy Davis di Oxford. Continua a leggere

A “Notti d’autore” Emanuele Trevi

Giovedì 11 aprile 2013 a NOTTI D’AUTORE alle 0:30 su Rai Radio 1 Luigia Sorrentino incontra Emanuele Trevi, scrittore e critico italiano tra i più famosi e apprezzati. Nato a Roma nel 1964, Emanuele Trevi pubblica il suo primo romanzo nel 2003: “I cani del nulla”. Un libro considerato ormai un cult : in esso Trevi evidenzia il tratto di un nuovo modo di fare letteratura nel quale si è riconosciuta un’intera generazione, quella nata negli anni Sessanta.
La particolarità di Emanuele Trevi è quella di unire nella scrittura, vari registri narrativi: il romanzo, il saggio, la poesia, l’arte visiva, la fotografia. “Qualcosa di scritto”,  la storia di un incontro impossibile con Pier Paolo Pasolini, del 2012, è il suo ultimo libro. Forse quest’opera più di tutte le altre, evidenzia l’indeterminatezza “di genere” di Emanuele Trevi che spesso dice: “A me piacciono i libri che più che raccontare, più che dare una trama, sono la traccia di una trasformazione.”

L’AUDIO DELL’INTERVISTA A EMANUELE TREVI di Luigia Sorrentino

Emanuele Trevi in “I cani del nulla” scrive che lo scrittore italiano più vicino a Gabriele D’Annunzio – del quale quest’anno ricorre il 150esimo anniversario dalla nascita – è Pier Paolo Pasolini: entrambi avevano una visione estrema dell’essere e vivevano la sessualità come qualcosa di estremo e di sublime. Per Trevi, dunque, D’Annunzio e Pasolini erano uomini da nulla, ma puri d’animo… in fondo onesti.

In “Qualcosa di scritto”, l’ultimo romanzo, Trevi approfondisce l’amicizia tra Pier Paolo Pasolini e l’attrice e cantante Laura Betti. Trevi  racconta così della sua iniziazione alla scrittura, contagiata dalla presenza di Pasolini attraverso l’attrice di “Teorema” definita “una pazza” dall’autore. In realtà con “Qualcosa di scritto” Emanuele Trevi si congeda da Pasolini, dall’adolescenza e da un’intera generazione.