Mercoledì 17 settembre 2014, alle ore 17:30, si inaugura al PAN (palazzo delle arti di Napoli, via dei Mille 60) la manifestazione “Napoli per Gabo” dedicata al grande scrittore Gabriel Garcia Marquez, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1982. L’iniziativa – ideata da Clorinda Irace, Tony Stefanucci e Alexandra Abbate – è promossa dall’associazione Tempo Libero e si avvale del contributo di artisti, attori e musicisti provenienti da tutto il mondo.
Durante l’inaugurazione, presieduta dal sindaco De Magistris e dall’assessore alla cultura di Napoli Nino Daniele, le più belle pagine dello scrittore verranno lette dagli attori napoletani Raffaele di Florio, Peppe Lanzetta, Antonella Stefanucci, Carlo Verre accompagnati dalla fisarmonica e dal pianoforte di Sasà Mendoza e del Quartetto D’Arte Martucci.
Alla manifestazione parteciperanno anche le note artiste napoletane Anna e Rosaria Corcione, che esporranno una loro installazione ispirata al libro “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez.
Già da tempo abbiamo avuto modo di apprezzare le opere delle sorelle Corcione che si segnalano non solo per la raffinatezza tecnica con cui sono realizzate ma soprattutto per il carattere sottilmente onirico che le artiste vi imprimono. Le immagini delle Corcione – siano esse scolpite o dipinte – paiono provenire dall’inconscio, dai sogni più reconditi e ci parlano dell’ombra, della pioggia, delle pieghe nascoste del pensiero.
INTERVISTA A ANNA E ROSARIA CORCIONE
di Fabrizio Fantoni
Osservando le vostre opere non si può fare a meno di notare la poliedricità del vostro lavoro contrassegnato da metodi di espressione differenti realizzati con i più svariati materiali. Come nasce il vostro percorso artistico?
Il nostro lavoro nasce dalla combinazione sperimentale di elementi e linguaggi diversi, scultura, disegno, pittura, incisione, installazioni, progetti di design e realizzazione di gioielli.
Alla ricerca del punto di incontro tra forma e contenuto sperimentando riusciamo a raccontare quello che a parole non potrebbe mai essere detto, per affrontare temi come quello del disagio sociale, della figura della donna del razzismo, identità, dei miti e delle nostre preoccupazioni ambientali politiche e sociali della cultura contemporanea.
Osservando le vostre opere scultoree si nota, tuttavia, la vostra preferenza x la terracotta. Tale scelta riporta alla memoria importanti artisti del 900 come Vincenzo Gemito, Medardo Rosso e Giacomo Manzù.
Il vostro lavoro sembra, quindi, il prodotto di una mediazione culturale che trae nutrimento dai classici dell’arte moderna per approdare ad un nuovo risultato. E cosi?
Il bisogno di riaffermare il valore della memoria, la volontà di guardare indietro per trovare una logica comune senza tempo ci spinge a creare opere che aspirano ad avere un armonia, perfezione, misura, sapienza.
Cosi come quelle dei grandi maestri che hai citato , attraverso lo studio della loro arte e del loro metodo costruiamo il nostro immaginario che oggi proiettiamo nell’arte contemporanea.
In effetti il vostro desiderio di andare verso un altrove appare evidente dai vostri ultimi lavori. Mi riferisco, in particolare, al progetto Heart in via di realizzazione: cuori realizzati nelle più disparate tecniche che trasmettono all’osservatore un senso di sospensione come se la vita, tutta la vita, fosse concentrata nello spazio temporale tra un battito e l’altro. E’ giusta questa lettura?
Il progetto Heart è una raccolta di 50 opere molte delle quali ancora inedite.
Il tema del cuore viene sviluppato ripercorrendo tutte le tappe dell’estetica occidentale, fino all’arte concettuale e alla <scienzarte>, in cui – recuperando la lezione dei pittori anatomisti del 500 – l’organo viene rappresentato come una iperrealtà anatomica.
Per noi il cuore non è solo un simbolo, racchiude nell’arte il palpito stesso della Natura, partendo dall’uomo vitruviano per arrivare ai sussulti e agli strappi sempre più violenti della modernità.
E’ questa voglia di raccontare il tutto attraverso un simbolo essenziale, la scintilla dell’incessante ricerca verso le emozioni e i sentimenti che sta alla base del nostro progetto Heart che ci ha portato alla realizzazione di opere che rappresentano l’inizio di questo articolato progetto.
Punto di arrivo ideale, un momento di perfetto equilibrio tra uomo e ambiente, tra Io ed esteriorità, tra passato e futuro che si cristallizzano nella perfetta imperfezione del presente.
Quest’idea, spesso diciamo, ce l’ha suggerita il nostro stesso cuore, sentire il nostro battito ci ha riportato a qualcosa di armonico, matematico e al tempo stesso ci ha ricordato quanto sia bello ascoltare la vita ed infine abbiamo dato vita alla nostra opera inserendo alcuni elementi estrapolati dalla natura stessa come il legno e il corallo.
Tra le varie descrizioni estetiche quella che più ci ha colpito è “il cuore ha le dimensioni di un pugno” : l’idea che il cuore potesse essere rappresentato da un pugno ci faceva immaginare un interessante parallelismo tra motore della vita umano e motore della vita artistica attraverso il gesto semplice della mano.
Qual è l’opera che presenterete alla manifestazione che si svolgerà al PAM in onore di Gabriele Garcia Marquez?
Per la mostra collettiva abbiamo lavorato ad un opera dal titolo “l’infinito” dedicata allo scrittore Marquez e nello specifico al suo romanzo “Cent’anni di solitudine”. Quest’opera è un lavoro concettuale e nasce da una ricerca che ha l’ispirazione e l’aria di uno studio rinascimentale sembra un codice che ricorda quelli di Leonardo fino a toccare pero al cuore la sensibilità dell’uomo moderno.
Un installazione di 3 metri, l’8 coricato segno dell’infinito il susseguirsi di cerchi come simbolo di ritorno un rimando al DNA fatto di colori e di sfumature con delle incisioni, che rappresenta un grafico colorato delle 7 generazioni.
I protagonisti sono tutti collegati tra di loro come i nostri cerchi, da cui tentano ostinatamente di riemergere cosi come succede con i cuori incisi che li rappresentano e danno loro sfumature incisive differenti nate però dalla stessa matrice e colore.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Per un futuro spero vicino stiamo lavorando per una mostra su Roma siamo molto entusiaste al pensiero di poter raccogliere tutte le opere del progetto Hart e poterle esporre in una unica mostra.
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NAPOLI PER GABO
Opening: Mercoledì 17 settembre 2014
ore 17:30
PAN – palazzo delle arti di Napoli
Via dei Mille, 60