Museo | Biblioteca | Foyer italo-tedesco | Via del Corso 18 (Piazza del Popolo) Roma | www.casadigoethe.it
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Lunedì, 20 ottobre 2014 In lingua italiana
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Lunedì, 20 ottobre 2014 In lingua italiana
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Antonio Pellegrino è nato a Sesto San Giovanni nel 1979 e vive a Cologno Monzese.
È tra gli autori delle antologie La riqualificazione urbana. Nuove poesie (Coen Tanugi, 2006) e sul ponte sconfinato di Limey e altre poesie (Lampi di stampa, 2008).
Suoi testi sono presenti sulle riviste Ellin Selae (n. 79), Bloc notes (n. 57) e Poesia (n. 223).
Maria Vittoria Cammarella (Milano, 1984) è diplomata all’Accademia di Brera e appassionata disegnatrice sin dall’infanzia.
Antonio e Maria Vittoria hanno realizzato insieme la plaquette li sai trovare (Edizioni Pulcinoelefante, aprile 2014).
Antologia di poeti in dialetto e altre lingue minoritarie tra Novecento e Duemila
“L’Italia a pezzi” è il primo risultato di una lunga ricerca iniziata nel 2008 dalla rivista Argo e proseguita per cinque anni con un folto gruppo di giovani critici, dalla quale è scaturita una mappatura della produzione poetica neodialettale e postdialettale dell’ultima fase del Novecento e dei primi anni del Duemila. L’antologia rappresenta un nuovo approdo e un punto di partenza per la poesia e per la letteratura contemporanea in Italia. Questo lavoro colma un vuoto creatosi negli ultimi quindici anni, durante i quali, dopo le approfondite esplorazioni compiute da Franco Brevini, si è registrata una quasi totale mancanza di accoglienza per le voci neodialettali da parte della grande editoria, a fronte di una produzione sempre più ricca e qualitativamente notevole. “L’Italia a pezzi” propone al lettore una campionatura di autori per i quali il ricorso alla scrittura dialettale non si configura come ripiegamento sul piccolo mondo antico, ma come un necessario incontro con la realtà/contemporaneità, che in molti poeti antologizzati produce scarti linguistici dalla norma. Continua a leggere
Nota di Germano Bonaveri
Poesie d’anima e di vissuto sono racchiuse in Un’ombra in due (L’Arca Felice, 2014, pp. 24), collegate da un filo invisibile che si dipana tra la certezza di leggere storie di vite altrui e il dubbio di scorgere tra le pagine la propria. Matteo Bianchi impiega un linguaggio che si muove con proprietà, esplorando la penombra che lambisce e accomuna le due pulsioni dell’enantiodromia: Eros e Tanathos, senza paludarsi in autocelebrazioni, anzi, mostrando un pudore espressivo che spesso nasconde altro, un sussurro che sentiamo lontanissimo, ma ricalca fedelmente il sentire comune dell’umano di fronte al mistero.
Non tutti sanno che Patrick Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014, ha scritto, insieme a Jean-Jacques Sempé, “Caterina Certezza”, il suo esordio nella letteratura per l’infanzia, scritto nel 1988, e appena pubblicato in Italia dall’editore Donzelli ( € 14,00)
Il libro racconta la storia di una bambina che proprio come il suo papà, che vive insieme a lei a Parigi, porta gli occhiali. E che come la sua mamma, che vive a New York, vorrebbe tanto diventare una ballerina. Costretta a levarsi gli occhiali per danzare, Caterina scopre a un tratto il vantaggio di poter vivere in due mondi diversi: quello reale, che vede quando porta le lenti, e l’altro, quello fatto di sfumature in cui vive quando non le porta. Di fronte alle stranezze e ai misteri degli adulti, sarà lei a decidere di volta in volta come sfruttare questo potere che hanno solo i bambini con gli occhiali: guardare in faccia la realtà così com’è… oppure no.
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