Goya, in mostra alla National Gallery di Londra

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Francisco de Goya y Lucientes (1746–1828) è uno degli artisti spagnoli più celebrati. Fu un incisivo critico sociale e un pittore estremamente dotato, che è riuscito a portare a nuovi livelli il genere del ritratto. Goya riusciva a vedere oltre l’apparenza di coloro che gli posavano di fronte, riuscendo a svelare sottilmente nei suoi ritratti aspetti del loro carattere e della loro psicologia.  [Self Portrait before an Easel (particolare) Francisco de Goya 1792-5 © Museo de la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid].

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Charles Simic alla Saint Stephen’s School

 

EN_01047112_4597Appuntamento da non perdere. Il poeta statunitense,  di origine serba Charles Simic, sarà a Roma, martedì 27 ottobre 2015 alle 19.00,  per una lettura di poesie all’Auditorium della Saint Stephen’s School (Via Aventina, 3). Le sue principali opere sono state pubblicate nelle edizioni Adelphi di Roberto Calasso.

http://www.adelphi.it/catalogo/autore/1410

Leggiamo alcune poesie tratte da Maestro dei travestimenti e da Il lunatico nella versione di Damiano Abeni e Moira Egan.
(Nella foto Charles Simic, Pordenone 21.10.12, photo. Graziano Arici/eyevine/East News).

http://culture.pl/en/article/charles-simic-wins-the-zbigniew-herbert-prize-2014

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Cristina Annino “Chronic Hearing: Selected Poems 1977–2012”

 

cristina_anninoCristina Annino: “Ed ho un bell’udito cronico per la vita”
 

 Nota di Adria Bernardi

      L’udito cronico, il titolo del volume, Chronic Hearing: Selected Poems 1977–2012, è preso, non da una delle raccolte pubblicate negli anni recenti, l’antologia, Magnificat, oppure, Chanson Turca, con le loro invocazioni del corale, che potrebbero forse offrire una tela più ampia, o, forse, potrebbero suggerire un gesto verso il richiamo universale per introdurre le sue opere; il volume prende il titolo, invece, dalla seconda raccolta di poesie, L’udito cronico, pubblicato, trent’anni fa, un volume curato da Water Siti e il terzo volume di una collana pubblicato da Einaudi intitolati, Nuovi Poeti Italiani. L’io poetico della poesia dallo stesso titolo dice: Continua a leggere

Stefano Bortolussi, “Califia”

 

bortolussiCalifia è un libro che la nostra poesia d’oggi aspettava. Necessario, augurale. Bortolussi qui fonde lirica ed epica in un poema potente, di ampia e profonda risonanza. Califia è il primo nome dato alla California da Cortés, toccando le rive di quella terra, convinto che fosse un’isola: la battezzò così in onore di una leggendaria regina di donne guerriere in un’isola immaginaria dell’oceano indiano.

Califia è una sorta di “viaggio a Occidente” mentale e poetico, un “tutto” poematico e in parte drammaturgico, un’immersione nel profondo di una terra vista e vissuta come luogo di meraviglie e ierofanie, in cui mito e contemporaneo si fondono: il surfer, il povero migrante messicano vittima sacrificale dal coguaro,  la musica West Coast anni Sessanta il grande regista Billy Wilder che assume la voce di Coyote, nella realtà atemporale, incantante di questa Atlantide americana. Le Metamorfosi di Ovidio, lo sciamanesimo degli indiani d’America, l’ombra di Hart Crane, il poeta del ponte di Brooklin, la lezione di Ritsos, Walcott, pochissimi altri autori “poematici” del nostro tempo, animano, in un respiro internazionale, una versificazione pacata e ardente, ventosa e narrante: un’indicazione di rotta per i poeti delle nuove generazioni: “-perché come mi ha dettato questa terra,/come di questa terra hanno scritto i suoi poeti,/ io sarò il viaggio, il viaggio sarà me.”

 

ROBERTO MUSSAPI

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