Nota di Fabrizio Fantoni
“Viaggio mentre morivo” di Sonia Gentili ( Nino Aragno editore, 2015) è un lungo percorso che si snoda nel solco dell’esperienza umana popolata da subitanee parvenze che si rimandano da un testo all’altro attraverso un gioco di echi e riprese. È un’opera che appare concepita come un continuum che scorre proponendo una serie di presenze e movimenti, oscurità e improvvise illuminazioni che dimostrano la necessità, avvertita dall’autrice, di una meditazione totale e ininterrotta, dove il testo si pone come specchio di un fluire del tutto, di un coesistere degli opposti in una varietà di registri e materiali linguistici. Leggendo il libro si ha l’effetto di compiere un percorso di ampio respiro e di elevata tensione intellettuale che disegna le coordinate di una metafisica essenziale raggiunta dall’autrice attraverso le figure di un paesaggio atemporale che vive nel persistente presente della creazione artistica.