Antonio Spagnuolo

foto-antonioDa: “Non ritorni” (I libri di poesia, 2016)

VOCI

Scomparsa tra le voci sei anche musica.
La tua vivacità tenta risposte
che l’imprudenza cuce alleoccasioni:
sembra appena ieri che ti inseguivo
dai coturni madreperla, che rincorrevo
i volteggi d’amore,
ed ora le candele sono spente
nell’inutile attesa.
Quando sarai sparita io sulle labbra
sigillerò l’estrema tentazione.

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Adele Desideri, “La figlia della memoria”

adeleDalla nota di Franco Loi

L’infanzia e l’adolescenza, risorgenti in noi durante l’intera vita come un sogno, sono la radice stessa dell’esistere. Spesso non si sa dove e come si siano nascoste, se mai ci siano state. Spesso ci richiamano, in un alternarsi di luce e buio significativi. È il tempo in cui intuiamo e pratichiamo l’essenza stessa di ogni cosa e ci nutriamo della gioia e dei più profondi dolori. È anche il tempo in cui ci si guarda e si riflette: ogni istante diventa uno specchio – nei rapporti con la natura, con le persone, col nostro corpo. Non c’è nessuno a cui riferire le nostre emozioni, le esperienze. Sentiamo che non saremo capiti. Abbiamo una precoce sensazione dell’inadeguatezza degli adulti, soprattutto nelle nostre esperienze più profonde. Scrive infatti Adele: «Come avrei potuto spiegare a mamma (…) che il mio corpo era diventato “i miei corpi”: uno sopra, come una nuvola, e uno sotto, immobilizzato?». È quello anche il tempo in cui si vedono i fantasmi, si sentono le voci, si prevede il domani. Continua a leggere

D’Alfonso: “Occorre imparare a essere generosi con il poeta moderno. Non è più la lingua nella quale scrive che lo definisce, ma la lingua che egli rifiuta di parlare”

dalfonsodi Alessandro Agostinelli

È un piccolo libretto ma denso di interessanti considerazioni questo breve saggio di Antonio D’Alfonso sul “plurilinguismo”. Lo scrittore e saggista canadese di origine italiana descrive bene come nel continente americano si traduca poco delle letterature di altri paesi e quando si traduce non si dà importanza a quei prodotti (a meno che non siano prodotti che l’industria culturale vuole/deve promuovere). Mentre la traduzione Continua a leggere

Katia Olivieri, “Piove col sole”

piovecolsole

Dalla Prefazione di Davide Rondoni

Forza e dolcezza di donna, di figlia, di raccontatrice – ecco, cosa colpisce in questo libro. La urgenza di dire le cose in versi coglie l’autrice nel punto vivo del suo essere.
Non si assiste a nessuna preoccupazione letteraria, non si sente il tavolino dello scrittore, ma il vento della vita.
Entro questo vento appaiono la madre, Ugo, e altri, e luoghi. Katia deve dire la vita, non può più tacere e cerca nel ritmo dei versi il ritmo che la porta e la fa sbandare verso il senso delle cose.
[…]  A volte la parola entra nell’intimo dei rapporti cruciali. Lo fa con una sorta di pudore che è al tempo stesso fortissimo e incantato, e che costituisce, a mio avviso, la qualità più alta della voce di Katia.

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