Giovanni Ingino, “Il marchio del tempo”

Giovanni Ingino

 

di Maurizio Cucchi

Il punto di partenza di Giovanni Ingino – qui al suo primo libro – , la sua iniziale idea di poesia, parrebbe risiedere in una normale rivisitazione della lirica, come genere primario, come cifra essenziale allo scrivere versi, anche quando il testo si muova poi in altre direzioni. Ma questo punto di partenza, pur nella sua mai del tutto esclusa presenza, non è che un modo per prendere slancio, per aprirsi, per muovere su altre e più libere e prosastiche direzioni stilistiche. Lo si vede persino dall’impostazione grafica delle sue poesie, quando l’ampiezza del verso, e dunque la maggiore larghezza del respiro, prende il sopravvento. Intendiamoci: non si tratta affatto di due momenti di diverso valore espressivo, ma di due linee di tendenza che in questo Marchio del tempo sanno coesistere senza difficoltà, senza contraddizione. Continua a leggere

Wisława Szymborska, “Amore a prima vista”

Wisława Szymborska

 

Amore a prima vista

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano –
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno “scusi” nella ressa?
un “ha sbagliato numero” nella cornetta?
– ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell’infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

Wisława Szymborska
Traduzione di Pietro Marchesani

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Bookcity celebra i 25 anni di Interlinea

SABATO 18 NOVEMBRE 2017, ORE 14.00 A MILANO
Laboratorio Formentini per l’Editoria, via Formentini 10
Incontro di Bookcity Milano
Nell’Interlinea della letteratura da 25 anni.
In occasione della pubblicazione del catalogo storico di Interlinea
(editore Franco Angeli)

Con Gian Carlo Ferretti, Andrea Kerbaker, Armando Besio, Giorgio Montecchi, Alessandro Curini, Roberto Cicala e Carlo Robiglio Continua a leggere

In memoria di Joëlle Gardes

Joëlle Gardes

 

di Tommaso Di Dio

Dedicate alla memoria della poetessa, studiosa e traduttrice Joëlle Gardes, da poco scomparsa, si presentano qui tre poesie, nella lingua francese e italiana.

Dopo aver generosamente tradotto il mio libro Tua e di tutti per Recours au Poème, Joëlle era da tempo impegnata insieme a Jean-Charles Vegliante nella traduzione dell’opera del comune amico Mario Benedetti. Fin da subito, capii che la traduzione per lei non aveva un semplice significato letterario, ma era – e non poteva che essere – una concretissima e affettuosa pratica di conoscenza: un modo di abbracciare ciò che la sorte ha posto lontano.
Per questo, noi suoi amici vogliamo salutarla con quello stesso gesto che le era caro: traducendo insieme una sua poesia inedita e traducendo reciprocamente le nostre due, dedicate a lei. In questo scambio di lingue, in questo lavoro o travaille, ognuno fa proprio, per un momento, quella comunione con la pura lingua dell’intraducibile che ogni poeta non può non tenere a mente; e Joëlle in questo – e non solo in questo – era ed è stata la più fine poeta. Continua a leggere