Maurizio Cucchi

LA MADONNA DEL TOMBINO

Su fondo rosso smangiato, in rue
de la Providence, antica, o forse solo
in rue Saint-Hospice. Un volto di donna,
un malinconico volto d’incanto, assorto,
gli occhi rivolti al basso, al vicolo
che va, intenta non so a quale
delicato gesto quotidiano … Il braccio,
il polso, la mano allungata, il bianco
del velo madonnale, il panneggio…

Ma quando poi torno a cercarla,
io non la trovo più. Niente.
Come un sogno dissolta,
come mai esistita, e nemmeno, di lei,
una minima impronta. La pioggia,
forse, o la sorte comune del bello
venuto dal basso, da povere mani
sapienti e ormai sciolto, scivolato,
inutile acqua lì sotto nel tombino. Continua a leggere

Emmet Gowin, una vita nella fotografia

Emmet Gowin, Matera, 1980. Courtesy of Emmet Gowin and Pace/MacGill Gallery, New York © Emmet Gowin.

 

 

 

Ill 14 novembre alle 18.30 Emmet Gowin nella conferenza dal titolo  Imagined/Matera all’American Academy in Rome parlerà della sua arte, la fotografia,  nell’ambito della mostra  Photography and a Southern Italian Town.

Emmet Gowin è uno dei più famosi fotografi americani.   Continua a leggere

Gianfranco Lauretano, “Rinascere da vecchi”

Ho risalito il fiume fino alla casa
dell’infanzia, alla ghiaia nel cortile
alle valli profumate di terra e frutta
ho camminato a lungo sostando poco
e quasi a caso nei giardini sulle rive
verdi e stretti tra la strada e il fiume.

Arrivato ho aperto le mani, rilasciato
le storie, le opere dei miei giorni
e avrei voluto farti un rapporto dettagliato
ma un nodo mi serrava la gola.

Perché tutto ciò che ho fatto e volevo dire
aspettava la tua approvazione
padre, tutto consisteva in quella
ma ho sbagliato, il figlio che vive
glorifica il padre. Così la smetto
di aspettare e torno nel presente
dove l’acqua del fiume scende pigra o svelta
l’erba rinverdisce e secca nei giardini
i fiori spuntano brevemente sulla riva. Continua a leggere

Maria Borio, la poesia dalla potenza calma

Maria Borio, ph Dino Ignani

di Leonardo Guzzo

Fin dal primo approccio – come un contatto elettrico – L’altro limite di Maria Borio rivela un’innata, suadente “complessità”. Ricchezza, efficacia di immagini, sapiente architettura metrica, profondità di pensiero formano un disegno a strati che si muove con l’armonia inesorabile di un gorgo. Si guarda dentro, si comincia a girare nelle spire e si finisce avvinti.

Per il momento che separa la notte
restavi allo scoperta nell’erba alta e azzurra.
Gli occhi la scrivevano in qualche spazio
e l’obiettivo della macchina fotografica la catturava
nuda e magra: qualsiasi vita voglia apparire.

Se scrivi l’istante si di stende? Ma la camera
di ciò che scrivi molto lentamente raggiunge
la vita degli altri e questa fotografia come una bocca
vera più del vero già a tutti farebbe chiedere
dove sei, l’ora, perché raccogli
il cielo impallidito tra gambi cerulei. Continua a leggere