Monthly Archives: giugno 2018
Francesco Dalessandro, “Figure d’ombra”

Francesco Dalessandro / Credits ph. Dino Ignani
INTERNO
(Jan Van Eyck, Gli sposi Arnolfini, 1434)
- a) all’origine fosti selvaggia
quasi felina
solo trovavi pace
in quell’ora della notte
quando l’alba è un presagio
e la sera dagli sguardi tormentosi
si cela nello sgomento del ricordo
poi fosti col tempo più quieta
e cedesti all’abitudine preziosa
la tua mano si fece
foglia senza peso
nelle carezze e nel cucito
Adam Vaccaro, “Fare poesia oggi”
Come giocare
Come giocare il nostro destino sulla faccia
sorridente rubiconda di maiali che grufolando
ci succhiano la pelle e l’anima mentre spacciano
tonnellate d’armi e milioni di giochi, pastiglie, fumi
tra fiumi di parole puttane che trionfe danno
del cretino a chi azzarda ancora un’obiezione
un’ipotesi di pensiero folle di un mondo umano
irridendo dal loro mondo-lardo: ma dove vivi?
(22 settembre 2014) Continua a leggere
Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini 2018
C O M U N I C A T O S T A M P A
È stata designata la prima rosa dei libri e degli autori candidati al prestigioso “XXX Premio Letterario Camaiore – Francesco Belluomini”, scelti tra oltre 130 partecipanti, rosa dalla quale verranno decisi i titoli delle 5 opere finaliste, del vincitore del Premio Internazionale, del Camaiore Proposta, il Premio speciale e le menzioni speciali, queste ultime due selezionate su indicazione del Presidente.
La Giuria Tecnica, presieduta dal Rosanna Lupi, è formata da Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini, Renato Minore e Mario Santagostini e si riunirà sabato 16 giugno alle 11.30 presso l’Hotel Bixio di Lido di Camaiore, per designare i 5 libri finalisti e conferire gli altri riconoscimenti, in vista della serata finale in programma a settembre.
Giovanna Cristina Vivinetto, “Dolore minimo”
Per anni ho provato a stanarti
dal doppiofondo umido delle mie
ossa. Sarebbe stato uno spremerti
via dagli occhi se solo ti avessi
trovata in tempo – invece è stato
un chiedere invano senza risposta.
Sarà che certe cose a quindici anni
non si possono ancora capire
– mentre tu in silenzio già strisciavi
nelle stanze disabitate
incorrotte del mio corpo.
Sarà che la voce interna fiorisce
solo a forza di strappi e toppe
mal ricucite – da lì sguscia l’anima.
Eppure seppellito sotto mucchi
di foglie secche un indizio c’era
– un debole presupposto
inavvertitamente esisteva:
il rifiuto del padre, il rigetto
della sua assenza – la sua voragine,
la preponderanza del ruolo
materno – l’ombra femminile
troppo a lungo riflessa.
Fu nel vuoto che ti conficcasti:
una scheggia di legno mentre
si chiudono le finestre
che sbattono sole al vento.
Fosti il compromesso da accettare,
la voce interna da nutrire,
la preghiera da salmodiare
in ginocchio, l’ultima toppa
sgraziata da ricucire – sul cuore. Continua a leggere