
Derek Walcott
«I’m just a red nigger who love the sea,
I had a sound colonial education,
I have Dutch, nigger, and English in me,
and either I’m nobody, or I’m a nation»
«Sono solo un nero caraibico che ama il mare
ho avuto una solida istruzione coloniale
in me c’è dell’olandese, del nero, e dell’inglese
e o sono nessuno o sono una nazione»
from The Schooner Flight di Derek Walcott
traduzione di Andrea Molesini
Molti hanno detto, senza tema di smentita, che i nostri tempi non sono adatti alla forma del poema epico. Poi un giorno è arrivato Derek Walcott con il suo Omeros, dove, con sfrontata duttilità e profusione di immagini, viene cantato un arcipelago che è come un continente, in delicato contrappunto con l’epos omerico. Omeros, aedo del tempo presente, racconta la storia di due pescatori, Ettore e Achille, innamorati della stessa donna, Elena, sensuale cameriera di un hotel di Saint Lucia, piccola isola sovrastata da due coni vulcanici, al centro del Mar dei Caraibi. E ogni personaggio, anche quelli di contorno, è come avvolto in un’aura luminosa che scaturisce sia dalla felice irruenza metaforica del linguaggio di Walcott, sia dal carisma di nomi, gesti e pensieri che riecheggiano, non senza venature ironiche, quelli dei corrispettivi eroi omerici.
Ma Omeros racconta anche la storia di un tradimento: l’isola, a lungo contesa dagli imperi rivali di Francia e Gran Bretagna, è stata infine consegnata ai turisti; ma se Ettore, un tempo capace di intagliare una canoa nel cedro, è diventato un tassista, Achille, fedele all’arte dei padri, glorifica la presenza del mare nella storia della tribù. E su tutto veglia, pietosa, la poesia, che contempla l’umiliazione imposta all’uomo dalla volgarità dei tempi e lo riscatta.
Omeros è apparso per la prima volta nel 1990.
Derek Walcott, poeta e drammaturgo santaluciano e premio Nobel per la Letteratura nel 1992, è morto a Cap Estate, sull’isola di Santa Lucia, a 87 anni. Il suo lavoro più famoso è Omeros (tradotto da Andrea Molesini), un poema epico di 300 pagine pubblicato nel 1990, che traspone la storia e i personaggi dell’Odissea di Omero a Santa Lucia, tra pescatori e un autista di taxi, ripercorrendo allo stesso tempo la storia del colonialismo e la tratta degli schiavi nei Caraibi. William Grimes lo racconta sul New York Times dicendo che la sua «poesia di metafore intricate ha catturato la bellezza fisica dei Caraibi, l’eredità del colonialismo e le complessità di vivere e scrivere in due mondi culturali».
L’opera di Walcott ruota soprattutto attorno alla definizione dell’identità caraibica e del suo denso e difficile multiculturalismo: lui stesso veniva da una famiglia di origini africane ed europee, come racconta nella poesia The Schooner Flight.