Una nuova scoperta, “Il Cristo Deriso di Cimabue”

 

di Riccardo Prencipe

 ( a Ferdinando Bologna)

Per me è a dir poco emozionante e singolare scrivere di un’opera su cui non vi è bibliografia. L’opera in questione infatti è stata scoperta di recente, ne è stata data notizia pochi giorni fa, ed è per questo che mi andava di parlarne a carne fresca, senza libri/tegole che pesino sulla testa.
In una cucina di un piccolo paese a nord di Parigi, chiamato Compiègne, era appesa quella che si credeva fosse un’antica icona anonima raffigurante il Cristo deriso (fig. 1).

FIG. 1

Di recente la tavoletta è stata giustamente attribuita a Cimabue, stiamo parlando di un pittore supremo, una leggenda lo vuole maestro di Giotto, e tutti gli aneddoti (anche quelli non veri) nascono per una ragione. In questo caso la ragione è evidente: in Cimabue si intravedono, in nuce, quelle che saranno le riconquiste giottesche, ovvero il riappropriarsi di un linguaggio visivo che è già sulla rotta della concretezza del rinascimento; un linguaggio che abbandona gli impacci e l’incorporeità della pittura alto medioevale. Il catalogo di Cimabue non supera una decina di opere su tavola, questo numero così basso ne accresce il valore. Volendo traslare E’ come se avessimo scoperto un nuovo film di Kubrick, o un album inedito dei Beatles. L’attribuzione collega la Derisione a un dittico di cui facevano parte altre due tavolette, una a New York (raffigurante la Flagellazione, e quindi il momento immediatamente precedente al nostro, fig. 2) e l’altra raffigura la Madonna con bambino fra angeli, e si trova alla National Gallery di Londra (fig. 3). Continua a leggere

La poesia di Kate Clanchy

Kate Clanchy

 

 

SLATTERN

I leave myself about, slatternly,
bits of me, and times I liked:
I let them go on lying where
they fall, crumple, if they will.
I know fine how to make them walk
and breathe again. Sometimes at night,
or on the train, I dream I’m dancing,
or lying in someone’s arms who says
he loves my eyes in French, and again
and again I am walking up your road,
that first time, bidden and wanted,
the blossom on the trees, light,
light and buoyant. Pull yourself
together, they say, quite rightly,
but she is stubborn, that girl,
that hopeful one, still walking.

SCIATTONA

Mi lascio in giro, da sciattona,
pezzi di me, momenti che ho amato:
li lascio lì dove
cadono, si stropiccino, se vogliono.
So come farli camminare
e respirare di nuovo. A volte di notte,
o in treno, sogno di ballare,
o di essere tra le braccia di qualcuno che dice,
in francese, di amare i miei occhi, e
ancora una volta cammino per la tua strada,
quella prima volta, chiamata e desiderata,
gli alberi in fiore, leggeri,
leggeri e festosi. Rimettiti
in sesto, dicono, giustamente,
ma è testarda, la ragazza,
quell’ottimista, che continua a camminare.

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