Michael Longley, “Angel Hill”

Michael Longley nella foto di Bob Hanvey che appare sulla copertina del libro.


Fifty Years

You have walked with me again and again
Up the stony path to Carrigskeewaun
And paused among the fairy rings to pick
Mushrooms for breakfast and for poetry.

You have pointed out, like a snail’s shell
Or a curlew feather or mermaid’s purse,
The right word, silences and syllables
Audible at the water’s windy edge.

We have tracked otter prints to Allaran
And waited for hours on our chilly throne,
For fifty years, man and wife, voices low,
Counting oystercatchers and sanderlings.

Cinquant’anni

Hai passeggiato con me un milione di volte
sul sentiero roccioso per Carrigskeewaum
fermandoti nell’insidia dei cerchi delle fate
a cogliere funghi per merende e poesia.

Hai indicato, per un guscio di lumaca
o la piuma di un chiurlo o il fodero vuoto
di un uovo di squalo la parola esatta, sillabe
e silenzi udibili sul filo ventoso dell’acqua.

Abbiamo seguito le orme della lontra verso Allaran
e atteso per ore sul nostro trono gelato,
per cinquant’anni, marito e moglie, contando
a voce bassa le beccacce e i piovanelli.

Pillows

Your intelligence snoozes next to mine.
Poems accumulate between our pillows.

Cuscini

La tua intelligenza sonnecchia accanto alla mia.
Si accumulano poesie tra i cuscini.
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Mostra a Torino, “The Milky Way”, per aiutare mamme e bambini vulnerabili

COMUNICATO STAMPA

Torna il 6 febbraio 2020 (dalle 12 alle 21) e il 7 febbraio (dalle 10 alle 16); preview per la stampa: il 5 febbraio dalle 12 alle 16; The Milky Way, una mostra di raccolta fondi di massimo tre giorni promossa da Pianoterra Onlus a cura di Damiana Leoni. Dopo le quattro tappe precedenti che si sono svolte a Napoli, città protagonista nell’anno 2014 presso la Galleria Lia Rumma; a Roma, presso la galleria Studio SALES per l’edizione 2015; a Milano da Giò Marconi nel 2016; The Milky Way Foto a Napoli di nuovo presso Lia Rumma nel 2018 con un progetto dedicato alla fotografia, The Milky Way approda a Torino presso la Galleria Franco Noero nella sede di Piazza Carignano 2, luogo evocativo con il suo cortile interno che richiama le atmosfere del progetto. La mostra si ispira infatti al tema Interno/Inner. Ma come è questo interno? “È comodo? Confortevole? Protettivo? Ricorda magari il primo “interno” conosciuto, il ventre materno. Suoni attutiti e rassicuranti, primo tra tutti il battito regolare di un cuore, quello del corpo che ci contiene. Un interno morbido, ovattato, niente sbalzi di temperatura, niente traumi, niente privazioni di cibo o acqua. Lo spazio giusto, né troppo grande né troppo piccolo, perfetto per farci crescere dentro un essere umano. O forse è stretto? Compresso? Contratto? Cosa succede in uno spazio così? Cosa succede in un interno che non protegge ma comprime, che non culla ma contrae? Se quell’interno non basta a far respirare, ad aprire e a sciogliere, ma al contrario irrigidisce, ostacola, spegne… cosa succede?”, spiega la curatrice Damiana Leoni. Continua a leggere

Nasce una nuova case editrice, “Taut Editori”

C O M U N I C A T O     S T A M P A

È nata una nuova casa editrice, Taut Editori, in omaggio ai visionari fratelli architetti. A inaugurarla è un volume collettivo internazionale dedicato ai giovanissimi, un segnale di apertura verso le nuove generazioni. Taut indagherà le nuove voci inserendole in un contesto storicizzato.

Si inizia con un’antologia dei nuovi poeti anche stranieri – proposti con l’immancabile testo a fronte – introdotti da una scheda bio-critica a cura di poeti già consolidati come David Keplinger, Jack Underwood e Erika Martinez. I giovani migliori del loro territorio, avvallati dai critici più importanti, per una selezione agguerrita attraverso i dipartimenti universitari e le redazioni più vivaci del mondo – le università di Goldsmith, Barcellona, Lisbona, Milano, Genova, le riviste Quimera, Poetry London ecc.

La cura del progetto grafico, studiato ad hoc, conclude la novità che questa antologia pretende avviare. Il volume non si limita a raggruppare una manciata di nomi ma si pone come proposito di offrire un taglio particolare rispetto alla situazione della poesia e al suo continuo e sotterraneo movimento.

Il campo di azione su cui operano questi giovani poeti è quello stilistico: conseguire una riconoscibilità lavorando alla struttura dei testi, evitando i modelli standard.

In queste pagine passerete dai malagueños Cristian Alcaraz e David Leo alla poetessa siciliana Dina Basso. All’ironia anfibia di Alessandro Biddau (1995) e Manuel Micaletto (1990) risponde quella scoperta e iperbolica di Augusto Ficele (1992). L’inglese Ella Frears riesce a neutralizzare la finta combinazione dei ruoli nelle dinamiche emotive. Troverete autori che si sono affacciati recentemente per mezzo di convincenti opere prime, come l’umbro Simone Burratti e il fiorentino Lorenzo Cianchi. Presente un gruppo romano cui appartengono Gabriele Galloni e Antonio Merola, entrambi attivi nella prosa. Continua a leggere

Giornata della Memoria, Itzhak Katzenelson e Paul Celan

Itzhak Katzenelson e i suoi due figli uccisi dai nazisti

Quest’anno in occasione della  Giornata della Memoria, ho prodotto per la Rai – con il montaggio di Simona Belliazzi – due servizi giornalistici in memoria della Shoah.

Ho scelto di ricordare questa giornata attraverso la lingua di due grandi poeti , profondamente diversi fra loro, che furono, diversamente diversamente coinvolti nella strage degli ebrei d’Europa:  Itzhak Katzenelson e Paul Celan. Essi infatti, raccontarono nella loro poesia la strage degli ebrei perpetrata durante il periodo fascista e nazista, con due lingue opposte che però affermano la medesima condizione.

Katznenelson, da un punto di vista anagrafico più adulto di Celan – nato in Polonia nel 1886, viene ucciso nel campo di concentramento di Aushwitz nel 1944 – vive la deportazione e l’internamento lasciando in eredità un canto:  “Il canto del popolo yiddish messo a morte”. Katzenelson  quindi, racconta l’orrore con una lingua materna, un canto di culla, “affettivo”, lo yiddish, la lingua parlata da 11 milioni di ebrei  d’Europa prima della Shoah e dopo la Shoah totalmente cancellata.

ITZHAK KATZENELSON
SERVIZIO di LUIGIA SORRENTINO
MONTAGGIO di SIMONA BELLIAZZI

Paul Celan

Paul Celan, invece, nato nel 1920 in Ucraina, riesce a sfuggire alla deportazione e ai campi di sterminio, anche se viene spedito in diversi campi di lavoro in Romania – figlio unico, perderà entrambi i genitori catturati dai nazisti: il padre morirà di tifo e la madre, alla quale Celan era legatissimo, viene fucilata nel campo di concentramento di Michajlovka, in Ucraina -. Celan quindi, pur essendo un sopravvissuto, è fortemente traumatizzato dall’esperienza della Shoah. Tutte le sue memorabili poesie le scriverà in tedesco, nella  lingua del suo aguzzino,  come “ testo a fronte” della sua drammatica esperienza:  la patria perduta, la madre morta nella deportazione, il popolo ebraico sterminato, nella cancellazione totale della lingua e dell’identità ebraica.

PAUL CELAN
SERVIZIO di LUIGIA SORRENTINO
MONTAGGIO di SIMONA BELLIAZZI