Cesare Lievi, “Al ritmo dell’assenza”

Cesare Lievi

RISVEGLIO

Ora c’è tempo. Tanto. Ammasso
di aghi e fili che si dipana
senza prima e senza poi come tutto
del resto, senza, soltanto ora

e dentro quell’ora tutto quel che
sappiamo e potremo sapere,
accartocciato e dentro, noi,
il nostro essere nel tempo. Così.

FUORI TEMPO

Il sonno s’è incrinato un poco,
quanto basta per andare in cucina,
farsi un caffè
e guardare dalla finestra il giorno
che non viene…

In anticipo su tutto,
sulla luce in particolare
e fuori tempo, come sempre:
la strada non è ancora la strada,
ma una forma del sogno,
quello di prima,
quello che sognavo

quando correvi in calzoncini
e canottiera –
e al posto dell’asfalto
ci sono vetri
colorati e sottili –
e tu
“Vado via” dicevi.
“Per sempre”.

ARRIVO

L’aria di fine marzo sottile
è già tiepida
la stazione brulica di gente pesta
torno da un viaggio
ma non so quale
e sento usignoli ovunque nell’aria

la stazione sprofonda dentro gli occhi
è un sasso del passato
e frana
cammino su un filo
cammino…

 

I DUE

Hanno attraversato l’ombra,
trafitta e fatta sanguinare
e non faceva male,
niente faceva male,
era sciogliersi, andare assieme

nel non essere mai per sempre:
nel fiore, nel grembo, nel terriccio.

LA META

La meta è qui. Raggiunta. Sempre.
Per questo amore libera la danza
trasforma i cunicoli in luce
e gli uomini si tuffano nel grembo.

Qui: tra gli specchi in frantumi
e al vento, il polso che s’incanta, il gelo
delle mani, macerie e terra marcia.

Ricuci il vento, accetta l’orma, vai.

da: Al ritmo dell’assenza, Poesie 2011-2015 –  Gli insetti, collana diretta da Pasquale Di Palma, MC Edizioni, 2020. In copertina Xanthogramma pedissequum, disegno acquerellato di Luciano Ragozzino.

Cesare Lievi, regista teatrale, drammaturgo e poeta, è nato a Gargnano nel 1952. Si è affermato negli anni Ottanta prima in Italia, poi in Germania e in Austria dove ha realizzato – con la collaborazione, ininterrotta dalla morte, del fratello Daniele – una serie di spettacoli molto apprezzati. Dal 1996 al 2010 è stato direttore dello Stabile di Brescia e dal 2010 al 2012 del Teatro Giovanni di Udine. Tra i suoi testi teatrali ricordiamo Fratelli d’estate (1992), Tra gli infiniti punti di un segmento – Varieté. Un monologo (1995), La badante (2008), Il vecchio e il cielo (2010), Soap opera, (2015), Il giorno di un Dio (2017).
Ha pubblicato le raccolte di poesia: Stella di cenere (Marsilio, 1994), Ardore inferno (Scheiwiller 2004), Nel tempo (L’Obliquo 2008), il romanzo La sua mente è un labirinto (Marsilio 2015) e Un teatro da fare (intervista a cura di Lucia Mor (La Scuola 2017). Ha tradotto Goethe, Hölderlin, Kleist, Rilke e Botho Strauss. L’editrice Morcelliana pubblicherà il suo teatro completo.

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