Spazio Visivo, “Souvenir de Voyage”

Arte e Poesia
A cura di Luigia Sorrentino


Berlino. Sabato 8 settembre 2012

La Galerie Mario Mazzoli presenta la mostra “Souvenir de Voyage” del duo Spazio Visivo (fino al 17 novembre 2012).

Gli oggetti realizzati da Paolo Cavinato e i paesaggi sonori di Stefano Trevisi possono essere intesi come una moderna interpretazione del diorama, ovvero quelle riproduzioni sorprendentemente precise di mondi in miniatura che, nei primi anni dell’Ottocento si trovavano principalmente nei musei. Mostravano scene a sfondo storico: la Parigi del Medioevo, i campi di battaglia di Napoleone, l’uccisione di Lincoln. Scene dunque che ci dovrebbero intrattenere e allo stesso tempo educare dal punto di vista storico. I lavori di Spazio Visivo però sembrano rimandare a qualcosa di diverso, a qualcosa che è a noi piú vicino. Qualcosa di più profondo, che sembra sempre rischioso andare ad esplorare.


Avvicinadoci alle opere di Spazio Visivo siamo certi che il loro mondo sia tutto nel nostro sguardo. Ma osservando bene i loro lavori, che hanno la forma di scatole che entrano in altre scatole, Cavinato e Trevisi sembrano catturare invece qualcosa d’altro. Evidenziano in primo luogo l’oggetto e, in secondo luogo, la separazione tra chi osserva e ciò che accade all’interno di esse – come se fossero solo puro materiale da osservare.

Ci avviciniamo a questi lavori, credendo di poter scoprire qualcosa senza però essere scoperti. Ed è proprio questo il momento centrale nel lavoro dei due artisti: avvicinandoci con lo sguardo ci rendiamo conto che in realtà i due si sono scambiati i ruoli. La scena a cui ci siamo avvicinati, diventa stranamente familiare, come l’arredamento quasi quotidiano della stanza in “Souvenir de Voyage”, un’opera che si ispira al quadro dell’omonima serie di René Magritte. Come Magritte, anche Cavinato e Trevisi lavorano sui momenti di uno straniamento onirico, tuttavia nonostante l’irrealtà della rappresentazione le scene e le composizioni sonore rimandano ad una dimensione del qui e dell’ora. 

Ci rendiamo conto che il nostro sguardo è intuitivo, non cade su niente di lontano o di sconosciuto, su nessuna ipotesi scenica trascorsa e che magari non ha nulla a che fare con noi – l’opera che vediamo non ci porta mai così lontano da poterci semplicemente distaccare, non ci troviamo mai in un luogo sconosciuto che ci pone di fronte alla domanda se ciò che vediamo possa riguardare anche noi. Spesso le opere sembrano voler raccontare una storia e catturare un momento, nel quale appare qualcosa, che è come rimasto sospeso nell’aria. Ed è a questo punto che le immagini sonore di Stefano Trevisi conferiscono enfasi all’opera, plasmandola come un luogo dell’accadere.

I lavori ci permettono quindi di afferrare storie appena accennate e non ancora definite. Il rischio – lo intuiamo – consiste nello scoprire troppo nelle stanze segrete di Spazio Visivo. Quanto  vogliamo che questo mondo ci si avvicini? Quanto desideriamo indagare le scene e ricercarne l’essenza? Procedendo in questo modo ci renderemo conto che ogni sguardo incuriosito che rivolgiamo ai lavori di Spazio Visivo è “di fatto” principalmente, un gioco con le nostre aspettative, una sfida con noi stessi.

Se pensiamo al diorama come una forma materializzata del ricordo, possiamo trovare nei lavori di Spazio Visivo anche un’eco di esso – anche se solo a livello personale. Come nei ricordi, infatti, i lavori di Spazio Visivo pongono enigmi e soluzioni, ma si trovano sotto una sorta di custodia protettiva che li occulta, perennemente in bilico tra il reale e l’impossibile. Noi ci poniamo di fronte ai loro mondi come di fronte ad un ricordo sommerso: non possiamo mai essere sicuri di poterlo sviscerare nella sua completezza.

La narrazione è sempre chiara in un diorama, ma nessuno dei lavori di Cavinato e Trevisi lo è davvero.

Nei lavori “Threshold” e “Into the Object #1- Table” l’idea del diorama viene spinta verso la sua dissoluzione: gli spazi delimitati dalle opere infatti non sono più separati da noi. Qui l’arredamento composto da sedie e dal tavolo dentro “Into the Object#1-Table” non è più da interpretare come una versione distante di una miniatura come in “Souvenir de Voyage”, bensì come una parte dello spazio in cui anche noi ci muoviamo. Seguendo questa interpretazione, il fatto di calpestare fisicamente il lavoro “Threshold” costituisce un momento di grande suspense all’interno della mostra: la struttura del lavoro ci permette in maniera simbolica, ma anche brutalmente reale, un accesso diretto. Il fatto che dentro l’opera noi incontriamo sempre noi stessi e subito dopo ci perdiamo di vista, non è solo una coincidenza.
Al contrario, è qui che troviamo la conclusione più logica di una mostra che continuamente ci
sfida anche a rintracciare nelle opere, nelle complesse architetture della nostra memoria, la chiave per poterla interpretare.

 

Paolo Cavinato è nato nel 1975 in provincia di Mantova. Ha partecipato alla Biennale di Istanbul nel 2006. Nel 2008 ha vinto il 3° Premio della Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano. È membro della Royal British Society of Sculptors of London e recentemente è stato selezionato per “The Swatch Art Peace Hotel Guest Artist Program” di Shanghai.

Stefano Trevisi è nato nel 1974 a Mantova. I suoi lavori, pubblicati da RaiTrade, sono stati eseguiti a RaiNuovaMusica, Traiettorie, Biennale Musica, MATA Festival (New York), Alte
Schmiede (Vienna), e selezionati in vari concorsi, tra cui 29° e 33° (Menzione) “International
Competition of Electroacoustic Music” (Bourges), Gaudeamus Music Prize 2002, Franco
Evangelisti 2003 e 2006.

Nel 2006 Cavinato e Trevisi hanno iniziato la loro collaborazione in “Spazio Visivo”, un progetto in cui le sculture di Cavinato dialogano con le musiche di Trevisi. Gli oggetti del duo sono composti di materiali eterogenei e strumenti elettronici e multimediali.
Le loro installazioni sono state esposte presso la Royal British Society of Sculptors di Londra, Il Palazzo delle Arti di Napoli, l’Egmont Park a Bruxelles, la galleria Rosenfeld-Porcini di Londra, il CIAC Museum a Roma, il Palazzo Libera a Trento, Festival della Creatività a Firenze e il Palazzo Te a Mantova.

Le opere di Spazio Visivo sono risultate finaliste al 36th International Competition of Electroacoustic Music (Bourges), Art in the City (Bruxelles), Premio Ettore Fico (Roma), Premio Aletti ArtVerona.

La mostra “Souvenir de Voyage” é la seconda mostra personale di Spazio Visivo negli spazi
della Galerie Mario Mazzoli a Berlino.

di Manuel Wischnewski
Traduzione: Tania Tonelli 
Con la collaborazione di:
Luigia Sorrentino


Die aus den von Paolo Cavinato gefertigten Objekten und den von Stefano Trevisi geschaffenen Klangbildern bestehenden Arbeiten können vor allem als eine moderne Interpretation des Dioramas verstanden werden, jener erstaunlich präzise gearbeiteten Miniaturwelten, die seit dem frühen 19. Jahrhundert vor allem in Museen zu sehen sind, wo sie Szenen von historischer Bedeutung zeigen sollen: Das Paris des Mittelalters, die Feldzüge Napoleons, die Erschießung Lincolns. Szenen die uns unterhalten und bilden sollen. Die Arbeiten von Spazio Visivo aber scheinen auf etwas zu verweisen das uns näher ist. Sie zu erforschen ist immer auch ein Wagnis.
Wir treten in der Sicherheit an die Werke von Spazio Visivo heran, dass ihre Welten unseren betrachtenden Blicken ausgeliefert sind. In der Art und Weise wie Cavinato und Trevisi etwas einzufangen scheinen in den oft boxenförmigen Arbeiten, unterstreichen sie zunächst das Objekthafte des Werkes und damit letztlich die Trennung zwischen dem Betrachter und dem was im Innern der Werke geschieht — ganz so als wären sie nur Anschauungsmaterial. Wir wagen die Nähe zu den Arbeiten, weil wir glauben etwas entdecken zu können ohne dabei aber selbst entdeckt zu werden. Es ist nun der zentrale Moment in den Arbeiten des Künstlerduos, in dem wir begreifen, dass wir uns getäuscht haben. Jene Szenen, an die wir uns so nah heran gewagt haben, sind uns seltsam vertraut, wie das fast alltäglich anmutende Arrangement des Zimmers in der Arbeit Souvenir de Voyage — ein Werk das sich an Bildern der gleichnamigen Serie René Magrittes orientiert. Wie Magritte, so arbeiten auch Cavinato und Trevisi mit Momenten einer traumähnlichen Verfremdung. Doch trotz der Unwirklichkeit des Dargestellten verweisen die Szenerien und Klangbilder immer auch auf eine Ebene des Hier und Jetzt. Intuitiv begreifen wir, dass der Blick auf nichts Fernes oder Fremdes fällt, auf keine längst vergangene Szene, die nichts mit uns zu tun haben kann — nie so fern, dass wir uns einfach distanzieren könnten, nie so fremd, dass wir uns nicht fragen müssten, ob das Gesehene nicht auch uns berührt.
Oft wirken die Arbeiten so, als wollten sie eine Geschichte erzählen und einen Moment einfangen, in dem etwas in der Luft zu liegen scheint. Die Klangbilder von Stefano Trevisi rücken hier in den Vordergrund der Arbeit, indem sie das Werk zu einem Ort des Geschehens formen. Die Arbeiten fordern uns nun heraus die angedeutete, noch unklare Geschichte zu ergründen; das Versteckte zu erschließen. Das Risiko — wir ahnen es — besteht darin, dass wir in den geheimnisvollen Räumen von Spazio Visivo zu viel entdecken. Wie nah also wollen wir diese Welt an uns heran lassen? Wie sehr wollen wir die Szenen ergründen und ihr Eigenleben erforschen? Und so ist jeder neugierige Blick in die Arbeiten von Spazio Visivo zunächst ein Spiel mit unseren Erwartungen, eine Herausforderung an uns.
Wenn wir das Diorama als materialisierte Form des Erinnerns begreifen, so können wir auch in den Arbeiten von Spazio Visivo den Anklang eines Erinnerns finden — nur persönlicher. Wie die eigenen Erinnerungen sind die Arbeiten von Spazio Visivo immer Rätsel und Lösung zugleich, immer die Bewahrung von etwas und dessen Verschleierung, immer schwankend zwischen real und unwirklich. Und wir treten ihren Welten gegenüber wie einer verschwommenen Erinnerung, bei der wir uns nie sicher sein können, ob wir sie in ihrer Gänze ergründen können oder gar wollen. Das Narrativ zu einem Diorama ist immer klar, jenes zu einer Arbeit von Cavintao und Trevisi aber nie.
In den Arbeiten Threshold und Into the Object #1 – Table wird die Idee des Dioramas in ihre Auflösung überführt: Nicht länger sind die von den Werken markierten Räume klar von den unseren getrennt. So ist das Arrangement aus Stühlen und einem Tisch bei Into the Object #1 – Table nicht mehr als entrückte Miniatur-Version zu sehen wie in Souvenir de Voyage, sondern als Teil des Raumes in dem auch wir uns bewegen. Daran anknüpfend schafft das physische Betreten der Arbeit Threshold einen komplexen Spannungsmoment innerhalb der Ausstellung: Die Konstruktion der Arbeit ermöglicht uns symbolisch so wie auch ganz real eine Form der direkten Zugänglichkeit. Das wir uns dabei immer nur selbst begegnen und sogleich auch wieder verlieren ist kein Zufall. Vielmehr finden wir hier die fast logische Schlussfolgerung einer Ausstellung die uns immer wieder dazu auffordert, in ihren Werken auch der komplexen Architektur unserer eigenen Erinnerung nachzuspüren und dem Ringen um ihre Erschließung.
Paolo Cavinato wurde 1975 in der Provinz Mantua geboren. Er ist Mitglied der Königlichen Britischen Gesellschaft für Bildhauer in London. 2006 wurde Cavinatos Arbeit auf der Istanbul Biennale gezeigt. Cavinato erhielt 2008 den Preis für den dritten Platz bei der Arnaldo Pomodoro Stiftung und wurde kürzlich für die Teilnahme am “The Swatch Art Peace Hotel Guest Artist Program” in Shanghai ausgewählt.

Stefano Trevisi wurde 1974 in Mantua geboren. Seine Arbeiten wurden von RaiTrade veröffentlicht und international aufgeführt: u.a. bei RaiNuovaMusica, beim Traiettorie Festival, der Biennale Musica (Venedig), dem MATA Festival (New York) und in der Alten Schmiede (Wien). Seine Kompositionen wurde bei mehreren Wettbewerben ausgezeichnet, so u.a. beim 29., 33. Internationalen Wettbewerb der Elektroakustischen Musik Bourges (Ehrenhafte Erwähnung), dem Gaudeamus Musik Preis 2002 (Amsterdam), und 2003 und 2006 mit dem Franco Evangelisti Preis (Rom).

Im Jahr 2006 begannen Cavinato und Trevisi ihre Zusammenarbeit mit „Spazio Visivo” (Sicht-Raum), einem Projekt in dem Cavinatos Skulpturen mit Trevisis Klängen in Dialog treten. Die Objekte der beiden entstehen aus verschiedensten Materialien und unter Zuhilfenahme von elektronischen Instrumenten und multimedialen Komponenten. Ihre Installationen wurden international ausgestellt. Hervorzuheben sind unter anderem: die Königliche Britische Gesellschaft für Bildhauer in London, der Palazzo delle Arti in Neapel, Egmont Park in Brüssel, die Galerie Rosenfeld-Porcini in London, das CIAC Museum in Rom, der Palazzo Libera in Trient, das Festival della Creatività in Florenz, der Palazzo Te in Mantova. Ihre Arbeiten kamen in die Endauswahl beim 36. Internationalen Wettbewerb der Elektroakustischen Musik in Bourges, beim Art in the City-Preis (Brüssel), beim Ettore Fico-Preis (Rom) und beim Aletti ArtVerona-Preis.

Manuel Wischnewski

Galerie Mario Mazzoli GmbH
Potsdamerstr. 132
D-10783 Berlin
Tel-Fax :0049- (0)30 75459560
Cell: 0049 -(0)176 61686491
www.galeriemazzoli.com
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