L’ospite di “Notti d’autore” nella puntata di giovedì 7 marzo 2013 è il poeta Franco Loi. Nato a Genova nel 1930, da padre sardo e madre emiliana, Franco Loi vive a Milano da quando aveva 7 anni. La particolarità di questo autore è quella di aver inventato una sua lingua poetica, una lingua dialettale prevalentemente milanese, ma mista anche ad altri dialetti e pertanto unica ed irripetibile. Le primissime poesie di Franco Loi arrivarono quando meno se lo aspettava tra il 1965 e il 1974. Lui stesso dice di aver iniziato a scrivere poesia “sotto dettatura” scrivendo ininterrottamente per quattordici giorni. Franco Loi esordì in poesia a quarant’anni. A quel tempo lavorava all’ufficio stampa della casa editrice Arnoldo Mondadori Editore.
L’intervista a Franco Loi di Luigia Sorrentino
Ed è proprio alla Mondadori che Franco Loi conobbe un altro grande poeta, Vittorio Sereni, editor per la poesia per la cas editrice. Nella trasmissione di Luigia Sorrentino in onda tutte le settimane nella notte tra il mercoledì e il giovedì alle 0:30 su Radio1 il poeta racconta dei temi ricorrenti nelle sue opere: la guerra, che ha vissuto in prima persona e che ricorre in una delle sue opere più famose, Stròlegh (Astrologo), con prefazione di Franco Fortini uno dei testi più importanti è dedicato a Piazzale Loreto e ricorda la strage del 10 agosto del 1944 girno in cui i partigiani vennero uccisi e gettati sul marciapiede come spazzatura.
E’ sempre un piacere ascoltare F.Loi: l’aria che la sbatt nel nient di omm….un’aria come universo metaforico,la mobilità dell’aria e del tempo che trova flessibilità nel dialetto milanese e un tocco di struggente ubriacatura e felicità di mettersi al centro del cambiamento delle cose.Un ritmo danzante dell’universo. C’è una frase di Loi che definisce bene la sua poesia:”la poesia, in fondo,è dire ciò che è impossibile”.
Grazie Luigia di questi incontri che ci regali.
Grazie a Paolo Carnevali per la sua partecipazione all’incontro con Franco Loi. Mi dai lo spunto, Paolo, per fare insieme a te una riflessione, per nulla banale. Sono tantissimi oggi gli scrittori di poesia in lingua dialettale. Pochi raggiungono il livello di Franco Loi e si capisce bene il perché nell’intervista. Franco Loi inventa una lingua, il suo dialetto, il dialetto delle emozioni, della memoria, e ne fa un’opera, una grande opera, aggiungerei, perché alla fine questo autore bisognerà leggerlo dal primo all’ultimo libro, per capirlo fino in fondo, per comprendere l’eccezionalità del suo lavoro poetico.