Addio a Antonio Tabucchi

E’ morto a Lisbona Antonio Tabucchi, il maggior conoscitore, critico e traduttore dell’opera dello scrittore Fernando Pessoa dal quale ha attinto i concetti della saudade, della finzione e degli eteronimi.

Tabucchi era nato a Pisa, il 24 settembre 1943 ed è morto a Lisbona oggi, 25 marzo 2012.

Tabucchi era il maggior conoscitore dell’opera di Pessoa fin dagli anni sessanta, del quale era un estimatore. Lo aveva conosciuto alla Sorbona, e ne era rimasto affascinato al punto tale che, tornato in Italia, aveva frequentato  un corso di lingua portoghese per conoscere meglio l’opera del poeta portoghese.

I suoi libri e saggi sono stati tradotti in 18 paesi, compreso il Giappone. Con María José de Lancastre, sua moglie, ha tradotto in italiano la maggior parte delle opere di Fernando Pessoa, ha scritto un libro di saggi e una commedia teatrale su questo grande scrittore. Continua a leggere

Margaret Forster, “Lo sguardo di Lily”

Nello scaffale: ‘Lo sguardo di Lily’, di Margaret Forster
a cura di Luigia Sorrentino

Una delle più belle storie d’amore, quella tra Elizabeth Barrett e Robert Browning, rievocata attraverso la figura persdonale sdi Elizabeth. Una storia vera sullos fondo dell’epoca vittoriana.

Il Libro
1844, la giovane Lily Wilson, una delle numerose figlie di una povera vedova di Newcastle, trova lavoro a Londra presso la famiglia della poetessa Elizabeth Barrett, di cui diventa la cameriera personale. Nella casa di Wimpole Street ogni cosa sottostà al controllo dispotico di Mr. Barrett, che proibisce alle figlie persino di sposarsi. Continua a leggere

Cesare Pavese, “Amor mortis”

L’antiletterario, Cesare Pavese
cura di Luigia Sorrentino

Giorgio Galli mi invia questo scritto su Cesare Pavese.   Lo pubblico così com’è, nella sua interezza.  
Grazie Giorgio, per questo omaggio….

Parlare di Pavese è perfino imbarazzante. Si è detto moltissimo di lui, e spesso per ragioni extraletterarie. La sua figura esercita un fascino che va al di là del valore delle sue pagine e ha a che vedere con le ragioni più profonde -e imperscrutabili- del male di vivere, dell’impossibilità di vivere, del conflitto vita-letteratura. Lui stesso si definiva “una delle voci più isolate” della letteratura novecentesca. E quest’isolamento è visibile anche nella mancanza d’eredi. Chi ha raccolto il testimone di Pavese? Franco Fortini ricordava che moltissimi scrittori italiani affermavano di non aver ricevuto nulla da Pavese. Moravia ostentò sempre disprezzo. Pasolini non lo amava -forse perché tutto diverso era il suo amor mortis: drammatico, plastico, fatto di lotta, attivo, mentre quello del piemontese era tetragono, senza dialettica, una disperazione senza suoni e senza sbocchi.

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Colette, “Prigioni e paradisi”

Un prezioso inedito di una delle più grandi scrittrici francesi del Novecento Prigioni e paradisi, Colette (euro 13), Del Vecchio Editore, collana racconti, traduzione di Angelo Molica Franco, postfazione di Gabriella Bosco.

Il libro
Rimasto fino a oggi inedito in Italia ‘Prigioni e paradisi’ raccoglie brevi bozzetti, note di costume, impressioni, composti da Colette tra il 1912 e il 1932, molti dei quali precedentemente apparsi su riviste o volumi.
Le dodici sezioni in cui si divide la raccolta compongono un’autobiografia sensoriale affatto priva di umorismo, che restituisce l’immagine della seduttrice scandalosa, ma anche di attenta osservatrice del mondo naturale e animale: vi compaiono le “bestie”, alle quali è legata da una fascinazione per il mostruoso che allo stesso tempo è inavvicinabilità; nozioni di botanica sulle varietà floreali dei giardini della Treille Muscate; le abitudini culinarie della Borgogna e il primo bicchiere di vino bevuto a tre anni che fu «come un colpo di sole, uno shock voluttuoso, un’illuminazione per le giovani papille»; le amicizie parigine con un ritratto insolito di Coco Chanel; il Nord Africa e i viaggi delle Note Marocchine alla ricerca dell’arabesco, una tessitura che ricrea la trama del mondo. Continua a leggere

Scrittori italiani ‘stroncati’… da se stessi

Vi segnalo una iniziativa interessante di Gian Paolo Serino (nella foto) “Scrittori stroncati da scrittori (se medesimi)” inaugurata oggi  sul sito Satisfiction.

Ecco quanto scrive Serino: “Alcuni tra i maggiori scrittori italiani hanno deciso di stroncarsi. Non la carriera, per quello c’è sempre tempo, ma il loro ultimo romanzo. Con feroce ironia hanno deciso di guardarsi allo specchio e riflettere sulla propria opera.

Lontano dalle passerelle di carta, dai confessionali televisivi e dai tinelli catodici dei nostri pomeriggi postmoderni (dove tutto più che vero sembra ormai diventato ‘Verissimo’) l’onestà intellettuale è l’ultima speranza che rimane alla letteratura per diventare non eco, ma Voce.

‘Scrittori stroncati da scrittori’, che nel titolo ricorda la collana Einaudi ‘scrittori tradotti da scrittori’, vuole evidenziare come gli scrittori contemporanei abbiano ormai i dovere non solo di riflettere, ma anche di riflettersi. Continua a leggere