Flannery O’ Connor, “Diario di preghiera”

 

o_connPrefazione di Mariapia Veladiano

Questo piccolo diario di Flannery O’Connor è la preghiera più piena che si possa concepire. Non c’è spazio per niente che non sia quello che in lei è già chiarissimo, talmente luminoso che tutto il resto è sfondo, anche la po-
tente scena del mondo che poi abiterà la sua scrittura come forma di ossessiva fedeltà.

Non è preghiera del vuoto, Signore sono qui, fa’ di me ciò che vuoi. Ciò che vuole, Flannery lo scrive senza il velo del bon ton borghese: “Per favore aiutami caro Dio a essere una brava scrittrice e a riuscire a far accettare qualche altra mia opera”; “Vorrei tanto riuscire a avere successo in questo mondo riguardo ciò che voglio fare”; “Ti prego, fa che i princìpi cristiani pervadano la mia scrittura e fa’ che i miei scritti (pubblicati) siano numerosi abbastanza per diffonderli”. Continua a leggere

MARIO LAGHI PASINI, “SPAZIOTEMPI MINORI”

Laghi Pasini, Spaziotempi minori 180Dalla Prefazione di Alessandro Fo

Quaderno azzurro, Quaderno rosa, Quaderno giallo e Quaderno inesistente sono i “taccuini” su cui ha appuntato i suoi versi, lungo moltissimi anni, un poeta longevo qual è Mario Laghi Pasini. Senza mai pubblicarli. «Piccoli oggetti per me cari, concretizzati dal nulla. Che mi davano coraggio, nel flusso altrimenti poco comprensibile della vita. Una buona vita, peraltro, se mi guardo indietro. Incomprensibile, appunto». La «buona vita» di un ingegnere, con la passione della letteratura. Autore di racconti, anche pubblicati. E di versi tenuti invece chiusi nei «quaderni», per incertezza e pudore. Ora, venuto a sera del vivere concesso dalle stelle, Mario Laghi Pasini si risolve a ripassare in rassegna quegli oggetti, spolverarli, ricomponendo i quaderni in due sezioni (più una terza che, mutati il tempo e la fantasia… non ha conosciuto quaderni, neppure «inesistenti»), e poi disporli in una vetrina di pagine, in cui siano colti da lontani amatori di spaziotempi minori e minimi. Continua a leggere

Szymborska, un alfabeto del mondo

szymborskSCHEDA LIBRO

«Ad alcuni piace la poesia», scriveva Wisława Szymborska. Perfino oggi, in questo nostro tempo veloce e distratto, a qualcuno piace la poesia. Più di qualcuno, in realtà, considerando i tanti lettori della poetessa polacca premio Nobel nel 1996: le sue parole compaiono sui muri delle città e negli articoli di giornale, i suoi versi sono citati nelle aule universitarie e nei talk show televisivi. Continua a leggere

Nicola Vitale, “Il dodicesimo mese”

il_dodicesimo_meseDal risvolto di copertina

Questo romanzo parla del servizio militare, ma potrebbe sorprendere ogni aspettativa
sull’argomento. Anche il suo carattere di romanzo di formazione è molto lontano dai
classici ottocenteschi che conosciamo e che determinano il genere. La vicenda di un
ragazzo costretto per un anno a fare le pulizie in un distaccamento militare sperduto
nelle campagne, apre subito il conflitto tra il tempo obbligato del presente e quello del
sogno frustrato di una vita piena all’insegna dell’arte, delle amicizie, dell’amore. Ma sin
dalle prime pagine tutto ciò si capovolge. L’irrilevanza degli eventi che si ripetono in
giorni estenuanti e la superficialità dei rapporti coi commilitoni, si fanno il tessuto di un
vissuto che assume via via profondità e spessore in una continua dialettica tra pensiero
lucido e emotività poetica, tra sottili percezioni sensoriali e sensibilità simbolica. Solo al
momento del congedo il protagonista afferrerà il vero significato della vicenda, quando il
sogno di una vita futura svanisce e si pone in primo piano la concretezza dei rapporti
con le cose, la solidarietà umana per un destino comune. Continua a leggere