Marco Amendolara, “Il corpo e l’orto”

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Marco Amendolara è nato a Salerno nel 1968. Poeta, critico letterario e d’arte, traduttore di poesia latina. Laureato in Filosofia e in Lettere moderne, ha svolto un’intensa attività pubblicistica collaborando a vari periodici e quotidiani, fra i quali “Il giornale d’Italia”, “Il Mattino”, “Caffé Michelangiolo”, “L’area di Broca”, “Frontiera immaginifica”.

Nel 1984 pubblica il saggio sulla teoria della poesia “La musa meccanica”, (Ripostes, Salerno-Roma), con lo pseudonimo di Omar Dalmjró, testo riedito nel 1994 con minime varianti, aggiunte, omissioni, con Pellicanolibri, Roma.
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Alessandro Catà, “Continenti persi”

 

continenti_persiDalla nota introduttiva di Alessandro Catà

Lo stupore della parola in me nasce da lontano.
Con un compagno di scuola, ai tempi delle elementari, componevamo versi su temi indicati dalla maestra o immaginati da noi n lunghi pomeriggi, seduti sui gradini di una chiesa, davanti a una fontana.
Le frasi erano per lo più altisonanti, ma le parole, indipendentemente dal loro contenuto, coincidevano in me con la luce di quei pomeriggi che andavano verso l’estate; coi bagni che presto avremmo fatto in mare; con le strette strisce che correvano sotto l’acqua bassa della riva: lunghe linee di sabbia che immaginavo come fili di uno strano telegrafo subacque; coincidevano con le montagne dell’alta Sabina, dove viveva mia nonna, somigliavano alla forma delle nuvole e dell’eternità del tempo che goca con la mente di un bambino. […]

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Annamaria Ferramosca, “Ciclica”

 

ciclica-171831E’ in libreria “Ciclica” la nuova raccolta di versi di Annamaria Ferramosca, (La Vita Felice, 2014).

“C’era bisogno di una lingua nuova, esposta alla babele dei ‘mille alfabeti’, predisposta alle bridazioni, all’ospitalità senza preclusioni di sorta. Una lingua contaminata e meticcia, esposta ai venti di novità, al ‘soffio multilingue‘, tra geologia e biologia, tra techne e angelezza: c’era urgenza di una lingua che si facesse carico del vento di novità ipertecnologico e virtuale, scientifico e sensibile, fisico e corporeo, e che nondimeno registrasse sopravvivenza e insorgenza dei realia, di ‘tutto il rumore del mondo’.”  

Manuel Cohen (dalla 2^ di copertina) Continua a leggere

In memoria di te, Fabrizia Ramondino

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La sfida al labirinto in «Passaggio a Trieste»

di Siriana Sgavicchia (in “Il Caffè Illustrato”, 66/67, 2012)

Nelle fughe di Bach sono compresenti adattamento e “fuga insensata”, ragione e follia, rispetto della convenzione e libertà da essa. Ma per confrontarsi con il prigioniero, il folle, l’etilista, il drogato, l’omosessuale, la donna, il dissidente politico, l’etnicamente diverso, il seguace di un’altra fede non sono bastate agli uomini né le opere di Benvenuto Cellini o di Genet, di Tasso o di Artaud, di Poe o di Sartre, di Baudelaire o di Ginsberg, di Wilde o di Proust, di Louise Labé o di Elsa Morante, di Dante o di Ignazio Silone, di Omar Khayyâm o di Senghor, di Lutero o di Rushdie, né le più oscure e tenaci opere di migliaia e migliaia di uomini senza fama. (La foto di Fabrizia Ramondino è di Massimo Pastore). Continua a leggere